I continui spostamenti in giro per l’Italia per seguire mio padre mi hanno fatto capire che nella vita è fondamentale viaggiare, visitare il mondo per coglierne ogni sua piccola sfaccettatura, essere pronti a svolgere ogni tipo di mestiere per imparare, per fortificarsi e per conquistare la capacità di offrire a se stessi sempre un’occasione, una possibilità in una società che non ti aiuta, che ti fa in conti in tasca e che troppo spesso ti mette in ginocchio.
Purtroppo dopo le scuole medie non ho potuto proseguire gli studi e così approfittavo di ogni mio momento libero per recarmi in qualche libreria del posto; giravo tra gli scaffali fino a che non avessi trovato un libro interessante da leggere, una storia in cui immergermi o un personaggio in cui immedesimarmi ed una volta scelto il titolo ritornavo ogni giorno anche solo per pochi minuti per completare la mia lettura e perdermi in quelle pagine a volte ricche di sentimenti ed emozioni e a volte cariche di mistero e suspense.
Ricordo ancora il primo libro che lessi : mi aveva colpito subito la copertina, così semplice ed essenziale nel suo stile ma assolutamente accattivante; dal titolo capii subito che si trattava di un horror o forse un thriller – d’altronde un racconto che si intitola “Black River” non poteva di sicuro essere una romantica storia d’amore –
l’autore non aveva un nome molto noto ed infatti andando a leggere le note biografiche risultava che quello era per Claudio Solla – questo era il nome dello scrittore – il primo racconto pubblicato da una piccolissima casa editrice non molto conosciuta in quegli anni ed infatti erano state redatte pochissime copie nonostante alcuni critici di settore ne avessero elogiato le caratteristiche.
Appena iniziai a leggere mi accorsi fin da subito che avrei divorato quel racconto in pochissimi giorni : la fluidità nella scrittura rendeva tutto facilmente comprensibile ma mai banale o scontato ed i personaggi erano così ben descritti in ogni loro dettaglio da sembrare reali – la protagonista, Grace, aveva il fascino ed il mistero delle grandi dive di Hollywood – per non parlare poi del finale, un pugno allo stomaco dietro l’altro fino al colpo di scena finale;
in quel preciso momento raggiunsi la consapevolezza che l’ignoranza è come una mina antiuomo e la società ne è il suo pulsante, insieme sono estremamente pericolose e pronte ad esplodere in qualsiasi momento generando un effetto Hiroshima.
Posso anche essere scolasticamente ignorante ma di certo non sarei rimasto immobile a guardare come la mia vita mi sarebbe scivolata dalle mani per poi fare la fine di mio padre che a 40 anni non riusciva più a trovare lavoro perché ritenuto ignorante e troppo “vecchio” e così ci ho pensato da solo a costruirmi una mia cultura, con la mia curiosità e la mia voglia di esplorare l’ inesplorabile;
di sicuro il sapere non finalizzato ad un senso pratico non ti aiuta a pagare le bollette o l’affitto ma mi piaceva l’idea di conoscere cose che forse non tutti conoscevano, di riuscire a cavarmela in ogni situazione e con ogni tipo di persona e poi ero sicuro che le cose sarebbero migliorate anche perché quando si ha una vita come la mia non si può che risalire dal sottosuolo alla superficie per poi andare sempre più su.
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DIARIO DI UN UOMO QUALUNQUE
ChickLitGioie, dolori, speranze, paure....praticamente la vita; un passato che viene a galla affidato a poche pagine bianche per ricordare ciò che è stato perché i ricordi sono la prova che si è vissuto e l inchiostro fa da sfondo a questo strano ma favolo...