<<Cris hanno suonato vai ad aprire, saranno i tuoi amici>>
<<Si mamma corro …. Papà!>> - una presenza che dovrebbe risultare gioiosa in un giorno di festa ma che risuonava alquanto strana ed inspiegabilmente fuori luogo.
<<Ciao tesoro, la mamma è di là?>> - disse con un tono pacato ed amorevole dietro cui però si avvertiva agitazione e preoccupazione.
<<Si, vado a chiamarla, mamm…>>
<<No campione, vai su a giocare che io parlo un po’ con lei ok?>>
Queste parole non fecero altro che confermare quella sensazione di sbandamento che mi aveva assalito nel momento stesso in cui gli occhi di mio padre si erano rivolti ai miei; iniziai a salire le scale per allontanarmi da quel piano terra in cui era sceso un gelo improvviso ma le urla erano troppo forti per non fermarmi ad ascoltare.
<<Cristopher viene via con me …>>
<<Nooo! Lui è mio figlio e non puoi portarmelo via>> - gridò lei con violenta disperazione
<<Ma guardati! Sei uno straccio>> - il tono della sua voce era un chiaro ed evidente segno di disapprovazione ed ammonimento per questa figura materna fuori dagli schemi convenzionali - <<Non riesci a fare a meno di bere neanche il giorno del suo compleanno; dovresti vergognarti>>
<<Vatteneee! Vai viaaaaaa!>>
Le lacrime ormai avevano abbagliato la mia vista ma nell’alzare la testa dallo specchio dell’ingresso di casa riuscii a vedere le loro figure : i miei genitori che difficilmente avevo visto insieme in una stessa stanza erano proprio lì davanti a me; lei aveva lo sguardo stravolto tipico di chi aveva capito che stava per uscire sconfitto da una dura battaglia, con gli occhi segnati dal trucco colato mentre lui la guardava con disprezzo e rabbia mentre il suo braccio la indicava e quel dito la puntava come una pistola condannandola come un giudice incorruttibile.
<<Vuoi davvero che tuo figlio sappia che razza di donna sei?>> - continuava lui - <<Lo sanno tutti che sei una alcolizzata e che non riesci a tenere le gambe chiuse per non parlare poi di chissà cos’altro di tossico ti inietti in quelle vene. Io non faccio vivere mio figlio con una puttana>>
Per un attimo non sentii più nulla se non il suono della mano di mia madre che si appoggiava violentemente su quella di mio padre che subito dopo si diresse verso la porta dicendomi <<Tesoro andiamo>>
<<Ma papà, stanno per arrivare i miei amici e …>>
<<Ho detto andiamo>>
Mi trascinò al piano di sopra lasciandomi giusto il tempo necessario per raccogliere alcune delle mie cose e dopo pochi minuti eravamo dall’altro lato della barricata con una porta chiusa alle nostre spalle ed un futuro incerto.
Quella fu l’ultima volta che vidi mia madre e tutto ciò che mi resta di lei sono una foto stropicciata ed uno dei suoi bellissimi disegni, una piuma stilizzata dai colori sgargianti che un giorno avrebbe voluto tatuarsi sulla spalla destra.
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DIARIO DI UN UOMO QUALUNQUE
ChickLitGioie, dolori, speranze, paure....praticamente la vita; un passato che viene a galla affidato a poche pagine bianche per ricordare ciò che è stato perché i ricordi sono la prova che si è vissuto e l inchiostro fa da sfondo a questo strano ma favolo...