CAPITOLO 11

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La verità è che forse in tutta questa storia non ci sono dei colpevoli ma siamo tutti vittime di un destino comune.

Nel dizionario della lingua italiana alla voce vittima tra i vari significati ce ne è uno che dice che vittima è “chi è costretto a subire le imposizioni altrui, chi è succube di altri, della loro prepotenza subendo una sopraffazione, un danno”, ma spesso accade che vittima e carnefice siano due lati della stessa moneta perché non c’è cosa peggiore di essere vittime di se stessi;

noi non siamo uomini buoni o cattivi su questa terra ma il risultato di quello che ci capita e della direzione che decidiamo di prendere.

L’unica nota colorata di questo periodo è BIANCA, una ragazzina con cui mi diverto tantissimo;

la prima volta che l’ho incontrata si era appena trasferita nel mio quartiere e ricordo che appena la vidi pensai che avesse un’ aria molto dolce e attenta, scrutava scrupolosamente tutto ciò che era intorno a lei quasi con sospetto ma in fondo la capivo – credo che la reazione del “nuovo arrivato” sia un po’ la stessa per tutti o comunque io mi identificavo in quello sguardo spaesato ma fiero.

Qualche giorno dopo la incrociai per strada, io avevo un segno sulla faccia, uno dei vari ricordi che mio padre mi lasciava addosso, e senza neanche una parola, senza neanche sapere chi fossi mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia dicendo che “i baci aiutano a guarire prima”; in quel preciso momento ho capito che avrei trovato un’amica, una confidente, forse il mio primo amore ma di sicuro qualcuno che avrebbe fatto parte della mia vita, almeno per un po’.

Il primo aggettivo che mi viene in mente per definirla è “adorabile” : aveva i capelli rossi sempre raccolti in una coda di cavallo e delle lentiggini sul viso che la rendevano buffa ma secondo me bellissima.

A lei ho dato il mio primo bacio, in realtà era il primo anche per Bianca ma per lei era più la curiosità di scoprire cosa si prova ad appoggiare le proprie labbra su quelle di un’altra persona mentre io …. Io volevo proprio baciare lei e nessun’altra; questa delicata ma fortissima ragazzina era la panacea per i miei dolori interiori : mi ascoltava ma soprattutto mi parlava, riusciva a colmare i silenzi e le mancanze che imperavano in casa mia.

Se sono riuscito a non crollare e a sperare che le cose nella mia vita potessero cambiare lo devo a lei che con la sua grinta mi ha insegnato a non mollare mai la presa, ad essere caparbi e decisi anche quando tutto intorno sembra crollare perché “tu e solo tu puoi essere la salvezza di te stesso”.

Non credevo si potesse provare un sentimento così forte a questa età, emozioni che mi facessero battere così forte il cuore e siccome sono sicuro che in questo momento queste pagine sono nelle tue mani, mio caro amico lettore, ti prego di riferire a Bianca che l’ho amata. Purtroppo non ricordo il suo cognome per cui sei pregato di darti da fare per trovarla … GRAZIE!

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