CAPITOLO 38

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GRACE.
<<Chi è questa persona che dovrebbe aiutarci?>>
<<Una mia amica.>> posa il cellulare in tasca <<oltre ad essere una paziente.>>
Come può una paziente aiutarci?
<<E che cosa potrebbe fare?>> 
<<Fidati, Grace.>> afferma serio.
<<Va bene.>> gli dico poco convinta.
Lei continua a dimenarsi sul lettino ed io sto soffrendo nel guardarla in quello stato.
<<Grace!>> urla <<liberami da queste cazzo di corde!>>
Mi limito ad ascoltare senza aggiungere dell'altro perché infondo, non saprei cosa rispondore.
<GRACE!>>
Urla e si dispera, il suo viso è rosso dalla rabbia.
<<tu non sei un'amica!>> urla più forte <<NON LO SEI MAI STATA.>>
Comprendo il fatto che a parlare sia il serpente ma certe frasi non posso accettarle...non dopo aver puntato la pistola al mio fidanzato.
<<Ah si?>> le domando ridendo <<e dimmi Zoe, adesso chi c'è ad aiutarti in questo schifoso capannone?>>
Dario si allontana, lasciandoci sole.
<<Sei qui per tormentarmi.>>
<<No, ti sbagli.>>
<<E allora perché sono legata?>> stringe i pugni <<come pensi di aiutarmi in questo modo?>>
Nella voce c'è disprezzo.
<<Perché così non puoi scappare.>> mi avvicino ancora di più <<e non puoi uccidere delle persone innocenti.>>
<<Io amo uccidere le altre persone Grace, mi fa stare bene.>> sorride malefica.
<<Al serpente piace uccidere, non alla mia migliore amica.>>
I suoi occhi per un secondo diventano lucidi infatti ho rivisto la mia Zoe, accompagnato dal pentimento e dalla voglia di cambiare.
Poi però chiude gli occhi e quando li riapre ha di nuovo quello sguardo freddo e distaccato.
È di nuovo un'assassina.
<<Sei patetica.>> sorride <<te l'ho già detto, giusto?>>
<<È vero sono patetica.>> batto le mani <<perché sono andata contro Oliver per aiutarti.>>
Mi allontano senza sentire la sua risposta e lei riprende ad urlare in preda alla rabbia.
Raggiungo Dario accanto al frigorifero.
<<Si risolverà tutto.>> sospira <<la mia amica porterà alcune cose.>>
Altre?
<<Cosa, esattamente?>>
<<Tutto quello che serve ad un medico.>>
Lo guardo perplessa.
<<Lo vedrai perché è arrivata.>>
Va verso la porta, apre ed io aspetto di vedere la "salvatrice".
<<Ciao, Dario.>>
Un momento, conosco questa voce.
Avanzo di qualche passo lentamente.
<<Mi sei mancata tanto.>> risponde.
Lei entra dalla porta ed io spalanco la bocca.
No, non può essere vero!

L' AMORE DI UN LICANTROPO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora