CAPITOLO 57

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GRACE.
Svegliarsi con Oliver accanto è sempre un'emozione indescrivibile...lo amo, c'è poco da aggiungere.
Mi alzo dal letto per andare in bagno cercando di non far rumore.
Entro e vado verso il lavandino.
Mi guardo allo specchio per sciacquarmi il volto e noto un piccolo particolare sul mio naso.
C'è del sangue secco.
Mi osservo stranita...ieri ho vomitato del liquido nero e adesso c'è del sangue?
Respiro affannosamente e appoggio una mano sul muro e l'altra sul lavandino.
Mi sento esausta, affranta.
Cosa c'è che non va in me?
All'improvviso tossisco e nella bocca sento del sapore metallico che mi disgusta.
Alzo di nuovo la testa verso lo specchio, caccio la lingua ed è sporca di sangue.
D'istinto chiudo gli occhi e li riapro dopo un paio di secondi ma il sangue scorre anche lì, dai miei occhi.
Strisce rosse e "nere" bagnano e sporcano il mio viso.
Lo spavento prende il sopravvento su di me e sul mio fragile corpo e tremante apro l'acqua del rubinetto.
<<Grace, tutto bene?>>
Sobbalzo mentre Oliver bussa porta.
Avrà sentito i miei battiti irregolari...calmati o lo capirà.
Chiudo di nuovo gli occhi e cerco di regolare il mio respiro, i miei battiti cardiaci.
Infatti sembra quasi che ci stia riuscendo.
<<Si, va tutto bene.>> rispondo con tranquillità.
<<Sicura?>>
Respira.
<<Si.>>
Respira.
<<Va bene, allora scendo giù.>> fa qualche passo indietro << e ti porto la colazione.>>
<<Ti aspetto.>>
Si allontana.
Velocemente cerco di pulirmi, di togliere tutto questo sangue.
Strofino forte facendomi anche male ma non importa perché, quello che conta è di non essere vista da lui.
Prendo un asciugamano, mi asciugo e dopo sciacquo il bordo del lavandino.
Tiro un respiro di sollievo e poso lo sguardo sull'asciugamano sporco.
Cosa devo fare?
<<Devo buttarla.>>
Esco, vado verso la scrivania e prendo delle forbici. Rientro nel bagno e chiudo la porta a chiave.
Oliver non può e non deve entrare.
Lo taglio e lo strappo cercando di eliminare questa prova del mio stato attuale, uno stato senza nessuna risposta.
E se mi fosse successo qualcosa nel capannone?
E se Zoe mi avesse morsa?
<<Non può essere.>> affermo spaventata.
Dopo, lo getto nel piccolo bidone.
Devo chiamare Alice, solo lei potrà rispondere a queste domande.
Definitivamente esco dal bagno e prendo il cellulare.
Le mando un messaggio.
"Più tardi ti posso chiamare?"
Dopo cinque minuti ricevo una sua risposta.
"Si. È successo qualcosa?"
"Dopo ti spiego."
Poso il cellulare e mi stendo sul letto aspettando Oliver.
Pensierosa guardo il soffitto.
<<Eccomi.>> entra con un enorme vassoio.
<<È tutto per me?>> accenno un sorriso.
<<Si, devi mangiare.>>
Devo per forza?
<<Grazie.>>
<<Mi prometti che mangerai?>> mi guarda serio <<io devo scappare.>>
<<È successo qualcosa?>> domando preoccupata.
Mi da un bacio sulla fronte.
<<Quando torno ti racconterò tutto.>>
<<Va bene.>>
<<Quindi, prometti?>> indica il cibo.
<<Si, prometto.>>
Mi da un altro bacio e sfreccia via con la sua corsa non umana.
Questo è il giusto momento per mandare un altro messaggio a lei, Alice.
"Ti aspetto a casa, conosci il mio indirizzo?"
Preferisco farle alcune domande di persona.
"Si lo conosco."

L' AMORE DI UN LICANTROPO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora