Burn it down

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JEN

-Mamma?-
Ero incredula in piedi davanti a mia madre. Non la vedevo da quasi un anno e in tutto quel tempo non mi ero scordata della sua faccia. I suoi capelli mori e lunghi erano cresciuti ancora di più ma nei suoi occhi non c'era più la luce che mi ricordavo.

-Jennifer.- mi chiamò prima di abbracciarmi e stringermi forte tra le sue braccia sottili.
Ricambiai l'abbraccio e immersi il mio viso tra la sua spalla e il collo.

-Che ci fai qua?-
Ci staccammo così ci potemmo vedere negli occhi.

-Non potevo perdermi il tuo diploma, per nulla al mondo.-
Il suo profumo mi ricordava quello di casa e tutto a un tratto mi fece stare bene.

-Adesso dove vivi?- chiesi abbassando gli occhi.

-Sono tornata dai miei genitori.-

Rialzai lo sguardo sorpreso -Sei tornata in Inghilterra?-
Lei annuì e mi mise una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

-Quindi adesso vivi con i nonni e il tuo nuovo fidanzato?- chiesi amaramente.
Non mi piaceva il fatto che i miei genitori avessero un altro compagno. Loro dovevano stare insieme come quando ero piccola e non stare a chilometri di distanza con chissà chi.

-È proprio di questo che volevo parlarti.- sospirò -Starò a Sidney qualche giorno e prima che io parta vorrei passare una serata con te, così ti spiegherò tutto.-

-Tutto?- chiesi confusa.

-Stai tranquilla.- mi bisbigliò prima che i professori ci vennero a chiamare per farci accomodare.

Camminai insieme agli altri studenti e quando mi voltai vidi mia madre ancora in piedi a guardarmi.
Di cosa voleva parlarmi? C'era altro che io non sapevo? Odiavo quando la gente mi nascondeva le cose, e ancora di più se quelle persone erano Calum o i miei genitori.
Continuai a camminare verso la palestra e quando ci arrivai cominciai a scorrere tra le sedie cercando il mio nome.
Quando la trovai mi sedetti: da una parte avevo una ragazza molto carina ma che non avevo mai visto, dall'altra parte invece la sedia era ancora vuota, così presi il foglietto appoggiata su di essa e lo lessi.
Su di esso erano stampate alcune lettere che formavano il nome: LUKE HEMMINGS.

Rimisi il foglietto sulla sedia confusa: Luke aveva sempre sognato il giorno del diploma e mi sembrava davvero strano che non fosse ancora arrivato.
Era sempre fissato con la puntualità e così mi preoccupai; tirai fuori dalla tunica il mio telefono e gli scrissi un messaggio veloce chiedendogli se stesse bene e poi lo rimisi nella tasca.

Portai il mio sguardo sul palco illuminato dove a breve sarebbe salito il preside, quando una pallina di carta colpì la mia testa, mi girai e vidi Calum seduto due file dietro di me con una faccia interrogativa.

-Dov'è Ashton?- mi chiese indicando la sedia vuota di fianco a lui.

-Non lo so.- alzai le spalle -Manca anche Luke.-

Ci scambiammo uno sguardo strano, sapevamo che stava succedendo qualcosa e quando ci alzammo per andarli a cercare il mio telefono vibrò: era un messaggio di Luke.

'Tutto bene, solo un cambio di programma:)'

Fissai lo schermo illuminato per un po' decidendo poi di tornare a sedere e di fidarmi di Luke.
L'oscurità avvolse tutti gli studenti e i genitori seduti in palestra e un fascio di luce illuminò il preside il quale cominciò a parlare, fino a quando fece salire sul palco Lea per il discorso di coniato.
La ragazza si mise apposto il cappello e la tunica decorata con delle spille rosa e bianche. Si passò una mano nei capelli e cominciò a parlare leggendo gli appunti che aveva scritto su dei foglietti bianchi.

Chance or fate? || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora