Cigno nero

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JEN

La mattina seguente mi svegliai tra le braccia di Luke. Avevo la testa appoggiata sul suo petto e sentivo i battiti regolari del suo cuore. Alzai di poco la testa per guardare meglio il suo viso. Alcune ciocche bionde gli cadevano davanti agli occhi chiusi sotto ai quali si nascondevano piccole occhiaie. La bocca era leggermente aperta e il piercing rifletteva la luce del sole. Con il mio pollice gli accarezzai l'oggetto di ferro e, forse al contatto con la mia pelle fredda, Luke si svegliò e nascose la testa tra la mia spalla e il collo tenendo ancora gli occhi chiusi.

-Buongiorno.- gli sussurrai piano all'orecchio.

-Buongiorno.- mugugnò il biondo facendomi il solletico.

Gli accarezzai la schiena calda, quando qualcuno bussò alla porta di camera mia.
Mi alzai di controvoglia staccandomi da Luke e coprendolo con la coperta. Quando arrivai alla porta girai la chiave ancora chiusa dalla sera prima e la aprii.
Sulla soglia c'era mio padre che si aggiustava la camicia.

-Jen, io e Joel stiamo per andare a fare un giro in campagna. Forse torneremo per cena. Mandami un messaggio se hai bisogno di qualcosa.-

Annuii con la testa e stavo per chiudere la porta, quando mio padre ci mise il piede in mezzo.

-Che avete fatto ieri sera?- mi chiese fulminando con lo sguardo qualcosa dietro di me.

Mi voltai e vidi che Luke si era girato di spalle alla porta e le lenzuola lo coprivano solo dal fondoschiena in giù, lasciando scoperto il busto nudo.

-Niente, ma anche se lo avessimo fatto sarebbe stato più legale di quello che fate te e Joel.- sbattei la porta facendo sobbalzare Luke dal letto.

-Scusa.- mi avvicinai al biondo che si era appoggiato ai gomiti.

-Non devi scusarti con me.- la voce era un po' roca e si passò una mano tra i capelli spettinati.

-Non mi scuserò con lui.- incrociai le braccia al petto.

-Non ti arrabbiare, non intendevo quello.- un piccolo sorriso comparve sul suo viso facendomi capire che in quella situazione non ero da sola.

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Luke se ne era andato da qualche minuto e io ero in cucina che mi ingozzavo di cereali e latte. È sempre stato il mio pasto preferito fin da quando ero piccola e quando non c'erano i miei in casa potevo mangiare tutte le tazze che volevo.

Riempii la tazza per la quarta volta, quando il mio cellulare vibrò.

'Domani mattina gioca il Liverpool, ti va di venire da me stasera a cena e poi resti a dormire che ci guardiamo la partita? Cal x'

Gli risposi subito di sì. In realtà a me non piaceva così tanto il calcio, ma ho sempre guardato tutte le partite del Liverpool solo per far contento Calum e poi non gli avevo ancora dato il regalo di Natale.

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CALUM

Erano quasi le otto di sera e io stavo dando una mano a mia madre ad apparecchiare. Jen sarebbe arrivata a minuti e non vedevo l'ora di vedere la sua reazione sul ritorno di Mali-Koa.

Stavo appoggiando l'ultimo piatto quando il campanello suonò.

-Vado io!- urlò Mali-Koa correndo verso la porta.

Sentii il rumore della porta che si apriva e un urlo.

-MALI.- la voce di Jen rimbombò per tutta la casa.

Le sentii parlare e fare i loro discorsi da donne, quando finalmente Jen e Mali-Koa si materializzarono in cucina.

Vidi Jen avvicinarsi a me e lanciarmi una pacca sulla spalla.

Chance or fate? || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora