Black widow

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JEN

-Quindi?- la voce di Calum interruppe il silenzio imbarazzante che si era creato in macchina. Le sue mani erano salde sul volante e i suoi occhi non si staccavano dalla strada.

-Quindi?- chiesi io fingendo di non aver capito a cosa si riferiva.

-Mh, cosa..- tossì leggermente -.. Cosa siamo?- mi chiese in imbarazzo mentre le sue guance si coloravano piano piano di rosso.

Cosa eravamo? Non lo sapevo neanche io.
Dopo quel bacio ci eravamo limitati a guardarci per poi salire subito in macchina e tornare a casa. Cos'era per me Calum?
E cos'era per me Luke?
Stavo davvero facendo la cosa giusta?

-Io.. Io non lo so.- balbettai mentre tenevo lo sguardo sul paesaggio che correva fuori dal mio finestrino con il timore di incontrare gli occhi di Calum.

-Lo dirai a Luke? Del bacio, intendo. Glielo dirai?-

-Calum, non lo so.- dissi esasperata mentre mi mettevo le mani nei capelli.
La mia testa era in piena confusione e le domande di Calum non aiutavano per niente la mia situazione.

-Voglio solo capire come comportarmi con te.- prese un respiro profondo -E con Agatha.-

Agatha, solo il suo nome mi faceva storcere lo stomaco minacciando di vomitare tutto quello che avevo mangiato qualche ora prima.

-Possiamo riparlarne domani?- chiesi appoggiando la mia testa al sedile della macchina pendendo un respiro profondo per poi liberare l'aria imprigionata nei miei polmoni.

Non ricevetti risposta, sentii solo il rumore delle ruote sulla strada ghiaiata e la macchina che si fermava.

-Siamo arrivati.- mi annunciò il moro tenendo ancora lo sguardo fisso sulla strada ormai ferma.

Gli lanciai una breve occhiata ma bastò per mandarmi in tilt il cervello.
Lui non era più Calum, il mio migliore amico. Con quel bacio non vedevo più il bambino che mi stava sempre al fianco e che si sporcava la bocca di gelato, quello che mi chiamava alle tre di notte per parlare di stupidaggini, il fratello maggiore che non avevo mai avuto.
Lui non era più così e neanche il nostro rapporto, dopo quel bacio, sarebbe stato più così. Stava a noi scegliere se cambiarlo in meglio o in peggio.

Non gli risposi, mi limitai ad aprire la portiera e, quando stavo per scendere, la sua voce mi bloccò.

-Tornassi indietro ti bacerei di nuovo. Tu non sai il casino che mi crei in testa anche solo con un sorriso.-

Calum portò una mano tra i suoi capelli scompigliandoli, la camicia era leggermente sbottonata e lasciava intravedere i suoi tatuaggi.

In quel momento decisi di mettere in muto la voce del mio cervello e lo feci. Afferrai il colletto della camicia bianca di Calum e lo attirai a me. Le nostre labbra tornarono di nuovo in contatto provocandomi una scossa che percorse tutta la mia schiena.
All'inizio il moro rimase spaesato dal mio gesto, ma quando si sveglio dal suo stato di trance posò le sue mani sui miei fianchi avvicinandomi un po' di più a lui e approfondimmo il bacio.
Dopo un po' Calum si staccò dalle mie labbra ma non si allontanò.

-Wow.- bisbigliò a pochi centimetri dalle mie labbra ancora arrossate.

-Io devo andare.- dissi con un sorriso da ebete.

Calum mi accarezzò il dorso della mano e poi mi lasciò uscire dalla macchina e solo da sola nell'appartamento cominciai a capire il guaio che stavo creando.

CALUM

Quando mi svegliai il giorno dopo ci misi un po' a capire quello che era successo la notte prima.
All'inizio mi sembrò tutto un sogno, ma poi, quando mi convinsi che il bacio era stato reale, iniziai a sentire di nuovo le farfalle nello stomaco.

Chance or fate? || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora