CALUM
Passai alcuni giorni davvero stressanti in mezzo a pile di fogli.
L'iscrizione a un college e a una società calcistica contemporaneamente mi occupavano gran parte della giornata, soprattutto in quel periodo, quando mancavano solo poche settimane al mio trasferimento.
Ne ero felice ma anche triste, ma avevo tutte le buone intenzioni di dimostrare a Jen che il nostro amore sarebbe stato così forte da distruggere ogni tipo di distanza.Parlando di Jen, passai quelle giornate senza né vederla né sentirla.
Provai a inviarle qualche messaggio ma lei non rispose a nessuno di quelli: era normale che lei avesse il credito esaurito o avesse finito internet, così non mi preoccupai più di tanto.Quando finalmente ebbi il mio primo giorno libero provai di chiamarla perché volevo passare del tempo con lei, ma il suo telefono era irraggiungibile.
E fu li che mi preoccupai.Mi alzai dal comodo materasso e scesi velocemente le scale.
Passai velocemente davanti alla cucina dove mia madre stava facendo colazione con una brioche.-Dove vai?- sentii chiamarmi, così mi affacciai dalla cucina e l'odore di pasta raggiunse le mie narici.
-Da Jen, non so quando torno.- dissi sbrigativo salutandola e prendendo le chiavi della mia moto.
Aprii la porta di ingresso e con passo svelto raggiunsi il garage, dove la mia moto nera era parcheggiata vicino alla macchina dei miei genitori.
Tolsi uno straccio che probabilmente mia madre aveva appoggiato sopra alla sella e partii.Faceva abbastanza caldo ma l'aria fresca causata dalla mia velocità mi faceva stare bene.
Le strade erano più affollate del solito e molti bambini giocavano sul marciapiede.
Il clima era rilassato e divertente, come dovrebbe essere durante l'estate: allora perché dentro di me si era insidiato un brutto presentimento?Cercai di non pensarci e mi concentrai sulla strada che mancava alla casa di Michael.
Quando raggiunsi l'edificio saltai praticamente giù dalla moto e andai a bussare alla porta.
Non ricevetti alcuna risposta.
Così continuai a bussare fino a quando la porta non si spalancò e Michael mi si proiettò davanti.
Era il solito Michael ma i suoi capelli avevano cambiato colore, di nuovo.
Erano neri ma delle ciocche colorate rendevano il suo taglio più divertente.-Hey Calum.- mi salutò allegro come sempre -Come stai?-
-Tutto bene, grazie. C'è Jen?- tagliai corto.
Adoravo Michael ma era Jen che cercavo.In quel momento il volto del ragazzo divenne spaesato.
-No.- rispose incerto -È andata a vivere di nuovo da suo padre.-Fui sorpreso da quelle parole.
Jen voleva ancora bene a suo padre ma la conoscevo troppo da sapere che non sarebbe mai tornata a vivere da lui.
Per nessuna ragione al mondo.Salutai Michael e salii di nuovo in sella con lo scopo di arrivare in fondo a questa faccenda.
La mia moto sfrecciava tra le strade, continuavo a superare macchine ad alta velocità e mi sono detto che se non morivo quel giorno ero immortale.
La vecchia casa di Jen occupò la mia vista.
Lasciai la mia moto al centro del marciapiede ma non mi importava, potevano farmi tutte le multe che volevano: io volevo solo capire cosa cazzo stesse succedendo.Salii gli scalini familiari e suonai il campanello. Da dietro la porta sentii dei passi avvicinarsi e quando la lastra di legno di spostò notai il padre di Jen.
-Calum?- mi chiese confuso e spaesato.
-Salve, scusi se la disturbo ma c'è per caso Jen qui?- mi misi le mani tremolanti nelle tasche dei miei jeans e aspettai impaziente la risposta che non tardò ad arrivare.
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Chance or fate? || Calum Hood
FanfictionCaso o destino? Sono convinta che tutta la nostra esistenza sia stata decisa da un qualcosa o qualcuno più potente di noi. Ci fanno credere di essere davvero liberi a questo mondo, ma la realtà è che siamo solo delle marionette che aspettano solo c...