Epilogo

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LUKE

-Dove appoggio questo?- chiesi mentre lo scatolone che stavo reggendo mi nascondeva la faccia.
Anche se non potevo vederlo, sentii Ashton avvicinarsi e prendere nelle sue mani il cartone pesante su cui c'era scritto con un indelebile nero 'cucina'.

-Questo era l'ultimo?- mi chiese il riccio appoggiando lo scatolone sull'isola della cucina.

-Si, abbiamo finito.- esclamai alzando le braccia al cielo per festeggiare.

-Hai già visto il balcone?- mi chiese Ashton mentre si metteva a posto la sua bandana.
Io negai con la testa e così lo seguii mentre mi portava sul luogo desiderato.

Aprì una grande inferriata nera e quando uscii sul balcone potei vedere quanto fosse grande e la sua meravigliosa vista.
Era come se la città fosse sotto il nostro controllo.

-Vivere all'ultimo piano ha i suoi vantaggi.- bisbigliò Ashton mentre era occupato a contemplare la città dall'alto.

-Dobbiamo dividerci le camere.-

-Lo abbiamo già fatto.- disse divertito Ashton.

-Abbiamo? Io non ho fatto proprio niente.- mi lamentai.

-Oh, infatti intendevo io e nostra sorella.-

Mi passai una mano nei capelli frustrato.

-In quanto fratello maggiore ho diritto alla camera più grande.- cominciò a illustrarmi Ashton.

-Quindi io, essendo il secondo fratello maggiore ho diritto alla seconda camera più grande.- enunciai.

Ashton rise e mi mise una mano sulla spalla per poi avvicinarsi al mio orecchio.
-Non se hai una sorella.-

E in quel momento capii che avevano complottato contro di me e a me spettava la camera più piccola.
Fantastico.

Ashton mi lasciò da solo sul balcone ma prima di allontanarsi troppo urlò un -Ci divertiremo insieme.- per poi scomparire nel nostro appartamento.

JEN

Le gocce di pioggia sbattevano contro la mia finestra sempre più intensamente.

Schiusi gli occhi e mi appoggiai sui gomiti per ammirare meglio quello spettacolo mentre le lenzuola mi coprivano ancora le gambe.

Amavo la pioggia londinese. Amavo il suo rumore. Amavo il suo odore. Amavo il cielo grigio che contrastava con gli edifici scuri della città.
Amavo anche il vento fresco che ti avvolgeva la mattina nonostante fosse estate.
Amavo Londra e basta.

Ma quel giorno non avevo tempo da perdere e così mi alzai immediatamente dal letto e mi andai a preparare.

_

-Quando hai finito di fare la valigia chiudila e caricala nel baule della mia macchina.- mi istruì mia madre mentre io piegavo l'ultima maglietta che mi sarebbe servita.

Era arrivato finalmente il grande giorno: mi trasferivo definitivamente nella mia nuova università e avrei cominciato una nuova vita.
Non vedevo l'ora.

Chance or fate? || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora