Capitolo 7

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Derek gli ha parlato di Laura per tutto il tragitto. Ha dovuto incalzarlo con le domande, ma si vedeva che il mannaro ne volesse parlare. Stiles ha raccontato un po' di sua madre, per non far sentire il moro come se fosse stato l'unico a essersi confidato. Considerando che non hanno mai parlato di questioni personali, non voleva che Derek si potesse pentire o che si sentisse poco a suo agio. Parlare di Claudia gli è venuto facile, ormai sono passati fin troppi anni, e sorride al ricordo della madre.

Ora sa che Laura fosse una vera forza della natura, che dopo la morte dei genitori aveva insistito per trasferirsi a New York perché voleva essere circondata dalle persone. Cucinava così bene che lavorava come cuoca in un ristorante, non si arrabbiava mai e aveva fin troppa pazienza. Sa che si divertiva a fare i dispetti, a fare gli scherzi.

Lui e Derek sono appena emersi in una radura, con delle cascate che producono un rumore quasi rilassante. Stiles ammira il paesaggio intorno a lui, essendoci stato anni fa.

"Sti, dove mi porti?"

Si gira verso Lydia, afferrandole le mano. "È un posto che ho trovato ieri su internet, vedrai che ti piacerà da morire."

Lei sorride, e il castano pensa che è davvero bella. "Mi piace quando organizzi le sorprese."

«Come conosceva tuo padre questo posto?»

Stiles si volta verso il moro, che sta palesemente cercando di nascondere un'espressione di meraviglia: sapeva che un posto così gli sarebbe piaciuto. C'è poca gente, qualcuno seduto sul prato e altri solo di passaggio. Scrolla le spalle, sapendo bene che ha mentito, visto che suo padre non sa dell'esistenza di questo posto. «L'ha trovato su internet. Piuttosto, fammi preparare tutto il necessario.» posa lo zaino a terra, sotto lo sguardo perplesso del mannaro.

«Necessario per cosa?» dal tono di voce non sembra davvero volere la risposta.

«Per il pic-nic!» esclama il castano, iniziando a tirare fuori il telo e i panini che aveva preparato quella stessa mattina. Derek lo sta fissando come se gli fosse sbucata una seconda testa. «È il modo ideale per goderci questo posto, non vedi che tutte le persone sedute sul prato stanno pranzando? Spero i panini ti piacciano, uno è con prosciutto e formaggio, l'altro con tonno e pomodro...» stende il telo, sedendosi sopra e osservando che il lupo lo sta ancora fissando in modo strano. «... beh? Non ti siedi? Che fai in piedi?»

Derek si abbassa, con poca convinzione, fino a sedersi a gambe incrociate accanto a lui. Non lo smette di fissare nemmeno un attimo. «Hai organizzato un pic-nic.» afferma solamente, e Stiles si rende conto che forse può apparire strano. È come se avesse reso l'uscita un appuntamento, a insaputa dal moro... anche se non sta di certo cercando il contatto fisico, no? Non può essere semplicemente un gesto da amico? Non che loro siano propriamente amici, o almeno non come lui e Scott... non si ricorda come si comportasse con Derek prima di quell'estate, ma è evidente che lui trovi questo suo comportamento molto strano.

«Sì, Derek, hai accettato di accompagnarmi in questa passeggiata e mi sembrava il minimo portare qualcosa da mangiare.» cerca di minimizzare, non riuscendo a sostenere quegli occhi verdi, tanto che si mette a guardare il proprio panino.

Eppure, si sente comunque il suo sguardo bruciare addosso.

«Mh. Non è che è tutto un piano per avvelenarmi, Stiles?»

Stiles scoppia in una risata, tornando a guardarlo in faccia. «Non sei abituato a qualcuno che fa qualcosa di carino per te, Derek?»

Appena pone quella domanda, con tono scherzoso, si rende conto ch effettivamente è così. Forse è anche per questo che lo guarda in quel modo strano, aspettandosi da un momento all'altro la fregatura. Da quando è morta Laura, nessuno si è mai preso cura di lui.

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