Capitolo 19

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Un lupo nero si ferma a qualche metro da loro, al confine con il bosco, e illumina gli occhi di rosso. Il ragazzino lo fissa incantato, fino a che non compare Derek in carne e ossa. Gli occhi rossi diventano presto verdi, e la bocca è dischiusa, respirando come se avesse appena corso una maratona.

Per un attimo è come se il tempo si fermasse, e la prima a corrergli incontro è Laura, che lo stringe in un abbraccio. Il moro ricambia immediatamente, chiudendo gli occhi, e anche il resto della famiglia si unisce. Stiles rimane immobilizzato sul posto, non avendo la più pallida idea di cosa fare, e, dopo che Talia porge al moro dei vestiti, Derek si avvicina a Scott e Isaac. Li saluta con un abbraccio, e dopo l'umano se lo ritrova davanti.

Derek ha un'espressione che è un misto tra confusione e sorpresa. «Stiles.» lo saluta, e il ragazzino immagina non abbia la minima idea di cosa ci faccia lì, visto che non si vedono da quindici anni.

Stiles, preso da uno slancio improvviso, lo abbraccia. Avvolge le braccia intorno al suo collo, e sente subito il moro irrigidirsi, mentre una lacrima gli riga la guancia. Ce l'ha davvero fatta. «Stiles... che ci fai qui? Un momento... come avete fatto a farmi tornare in vita?» chiede il moro, e l'umano lo lascia subito andare, rendendosi conto che Derek deve essere molto confuso.

Derek lo sta guardando dritto negli occhi, come se avesse capito che la sua presenza abbia a che fare con il suo ritorno tra i vivi. Stiles apre e chiude la bocca un paio di volte, senza che gli escano parole.

Come glielo spiega?

«Noi torniamo dentro... vi lasciamo parlare.» decide Talia, e tutti la seguono senza fiatare dentro la clinica.

Derek continua a puntare quegli occhi verdi nei suoi, aspettando pazientemente una risposta. Stiles capisce che non può rimanere in silenzio. «Io... l'unico modo per riportarti in vita era che tornassi indietro nel tempo, e che ci fosse amore corrisposto tra di noi anche solo per un istante.» risponde, tutto d'un fiato.

Derek ha un'espressione impenetrabile.

«Che significa?»

Stiles deglutisce. «Dovevo... innamorarmi di te, e farti innamorare di me. Ecco, io- ho viaggiato solo con la mente, e non sapevo quanti anni sarei tornato indietro nel tempo. Mi sono ritrovato nel corpo del me diciassettenne, l'estate dopo il Nogitsune... avevo un mese di tempo, e sono tornato qua non appena c'è stato amore da parte di entrambi, anche solo per un attimo... Deaton... beh, mi ha già detto che c'è la possibilità che tu non ti ricordi nulla. Ovviamente il me diciassettenne non poteva ricordare nulla, visto che ero io nel suo corpo...»

Derek sgrana leggermente gli occhi, rimanendo qualche secondo in completo silenzio, come se stesse elaborando ciò che ha appena sentito. «Io... Stiles, non ricordo nulla... mi dispiace.»

Qualcosa in Stiles si spezza.

Doveva aspettarselo, Deaton gli aveva fatto capire che c'era un'alta probabilità che lui non si sarebbe ricordato niente... ma è ovvio che dentro di lui aveva sempre sperato che Derek si sarebbe ricordato tutto.

È stato uno stupido, era scontato che sarebbe finita male, che poi avrebbe dovuto raccogliere i propri pezzi e-

«PAPÀ!»

Derek si gira, e Stiles con lui: Eli è a una decina di metri da loro, chiaramente appena arrivato, con gli occhi illuminati di giallo. In un attimo è tra le braccia del padre, e l'umano si sente di troppo, lasciando i due riconciliarsi e tornando immediatamente dentro la clinica.

«Stiles, perché stai piangendo?» lo accoglie subito Scott, che evidentemente non ha cercato di ascoltare la breve conversazione che ha avuto con Derek.

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