Capitolo 8

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«Wow, devi aver dormito davvero male stanotte.» scherza Danny, anche se con un fondo di verità, visto che Stiles aveva avuto modo di specchiarsi prima di uscire di casa e... beh, forse era meglio non vedersi.

Stiles prepara il caffè alla macchinetta, con il chiacchiericcio dei clienti in sottofondo. «Mh, non è un bel periodo.» ammette, pensando se farsi il terzo caffè della mattinata.

«È per quella ragazza che mi dicevi?»

Stiles annuisce, potendo contare solo su di lui per sfogarsi. «Sì, ecco... lei crede che io voglia solo del sesso, fare esperienze...»

«Le hai lasciato intendere questo?»

Prende la tazzina, porgendola alla ragazza seduta al bancone. «No, ma diciamo che mi sono avvicinata a lei solo nell'ultimo periodo, quindi posso capire le sembri strano, però... non crede che io voglia effettivamente conoscerla.»

«Non è che è insicura riguardo il proprio carattere? Magari per questo pensa che tu voglia solo portartela a letto, non vede motivi per cui tu possa essere interessato ad altro.»

Stiles si gira verso il ragazzo. «Danny, non ci avevo pensato! Effettivamente sí, Der-lei han un carattere un po' complicato, credo se ne renda conto da sola... non è una persona facile. Si presenta a tutti in un certo modo ma... so che c'è tanto altro sotto, e voglio conoscerla davvero.» e, appena pronuncia le ultime parole, si rende conto che davvero vuole conoscere meglio Derek Hale. Vuole vedere il suo lato più premuroso, sereno e affettuoso.

Danny viene chiamato da un ragazzo, che è appena entrato nel locale, e il ragazzino cerca di pianificare la prossima mossa.

————-

Sta bussando alla porta di Derek da dieci minuti, e capisce che il mannaro non è in casa. Dove diavolo è andato? Non ha tempo da perdere, e non sa quando tornerà, quindi tira fuori il cellulare per vedere se ha un certo numero...

Fortunatamente lo trova, e lo chiama subito.

«Umano preferito, a cosa devo la chiamata?»

Stiles sospira. «Peter, dimmi che sai dov'è finito tuo nipote. Sono qua al loft, ma non credo ci sia nessuno dentro casa.»

«Vedo che ultimamente hai preso molto a cuore mio nipote.»

«Peter. Lo sai o no?»

«È l'anniversario dell'incendio.» fa una pausa, e il tono di voce è serio. «Potresti trovarlo al cimitero.»

Merda.

Chiude la chiamata, tornando subito alla Jeep. Non ha idea di che umore possa essere Derek in una giornata simile, e potrebbe allontanarlo via. Gli stringe il cuore al pensiero che abbia sempre passato questo giorno da solo... per lo meno da quando è morta anche Laura.

Il cimitero non è lontano, quindi arriva praticamente subito.

Il cielo è oscurato dalle nuvole, non c'è nessuno a quell'ora, tanto che il castano trova subito il mannaro. Derek sta accovacciato di fronte a una tomba, e lo vede di profilo: ha i denti da lupo, e gli occhi blu fissi sui nomi della sua famiglia.

Si avvicina a lui senza pensarci troppo, consapevole che il moro probabilmente si è accorto della sua presenza non appena ha parcheggiato la Jeep, e si accovaccia dietro di lui... circondandogli il torace con le braccia. Il mannaro si irrigidisce al contatto improvviso, e gira leggermente il volto verso di lui.

Non ha più le zanne, non ha più gli occhi blu.

Torna a fissare in avanti, mentre il ragazzino preme il volto contro il suo collo, senza fiatare. Non sa cosa dire, vuole solo fargli sapere che lui c'è, e vorrebbe poter alleviare il suo dolore almeno in parte. Rimane semplicemente ad abbracciare il moro, aspettando che sia lui a fare qualcosa.

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