Capitolo 22

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Clint apparì sull'uscio dell'infermeria.
Sembrava allegro e si era persino legato i capelli.
<<Scusate l'interruzione! Sono venuto a dare il cambio a Liz ma vedo che anche tu non sei messo bene...amico, vai a dormire! Se avrò bisogno vi chiamerò>> diede una pacca sulla spalla a Jeff e mi sorrise.

Io e l'intendente uscimmo e ci dirigemmo verso la cucina per mangiare qualcosa. Per nostra sfortuna Frypan aveva già chiuso baracca e burattini e non riuscimmo ad accaparrarci niente.

Scavalcando qualche raduraio, arrivammo davanti al casolare e mi presi un momento per guardarmi attorno.
Tutto era spento e le grandi porte chiuse del labirinto mi incantarono. La maestosità di quelle possenti mura mi ipnotizzava e mi intimoriva, ma non riuscivo a non guardarle. Non avrei mai scoperto cosa si celasse laggiù, e forse era meglio così (essere divorata da inquietanti mostri ossessionati dalle punture non era sulla mia lista dei desideri), ma la curiosità persisteva.

Quando il medicale mi salutò, uscii dalla trance.
Lo vidi dirigersi nella sua stanza e io andai in quella accanto, quella di Minho.

Vidi il velocista dormire con un braccio penzolante e la faccia, con tanto di bavetta alla bocca, spalmata sul cuscino.
Gli arruffai i capelli e lo coprii meglio, ma la mia visita porta a porta non era finita: mancava la bella addormentata.
Aprii la porta e a differenza del velocista, Newt dormiva su un fianco, perfettamente coperto e con i capelli arruffati.
Mi avvicinai e gli baciai la guancia. Appoggiai una mano sul braccio suo sinistro, che a differenza dell'altro non era sotto al cuscino, e lo accarezzai debolmente.

Mi afferrò il polso di scatto e mi fece sdraiare, bloccandomi tra lui e il muro.
<<Oh merda! E quando ti saresti svegliato?! Stavo morendo d'infarto! Da dove l'hai tirata fuori tutta questa forza?>>
<<Buona sera anche a te, principessa. Sai, fingere di dormire è un ottimo modo per scoprire cosa fai quando sono effettivamente addormentato, e se ogni sera mi dai queste attenzioni, forse dovrei farlo più spesso>>
Gli tolsi un ciuffo di capelli che gli ricadeva sui suoi occhi e appoggiai la testa al suo petto.

<<Sarai stremato, ti lascio dormire>>
<<Non sono mai stanco per te>>
Si girò appoggiando la schiena al materasso e mi fece sdraiare su di lui per mettersi a dormire.

<<Newt dai...hai sonno, te lo leggo negli occhi>>
<<Ma se li ho chiusi!>>
Sorrisi e mi strofinai contro il suo petto.

Dato che lui era sotto le coperte, ed io no, riuscii ad alzarmi senza spostarlo. Il biondino era caduto in un sonno profondo dopo pochi minuti. Dopo avergli dato il bacio della buonanotte andai nella mia camera.

Togliermi le scarpe e il reggiseno fu una delle esperienze più liberatorie che potessi mai provare.

"Sul serio, come ho fatto a resistere tutto il giorno strizzata in questa roba?".

Mi sdraiai sul letto senza curarmi di mettermi sotto le coperte e mi addormentai.

<<Ehi topolona..>>
Stavo comodamente sdraiata in un letto a castello. La voce proveniva dal letto sopra il mio.
<<Ehi ratto di fogna, da dove viene quel nome?>>
<<Bho, Richard ha detto che chiama così la tipa a cui aspira la faccia >>
<<Io non credo che si aspirino la faccia...>>
<<E cosa stavano facendo allora?>>
<<Non dovrei essere io a dirtelo>>
<<E chi allora?>>
<<E che ne so...Richard?>>

Una terza voce si intromise.
<<Mutande rosa e rutti fini, avete finito?>>

Nel letto sopra di me si affacciò un ragazzino sui dieci anni. Era buio, quindi non capivo come facessi a sapere la sua età, ma non mi soffermai su quello.

<<Ti ho detto che mi hanno obbligato a mettere queste mutande...e poi sono comode, che vuoi?>>
<<Smettetela.>>

Trattenni una risata e mi girai su un fianco per rimettermi a dormire, ma la terza voce si intromise nuovamente.

<<E per vostra informazione, Richard e Claire stavano scopando.>>

Mi svegliai tremando.
Fuori era ancora buio e la finestra era chiusa,  ma nonostante questo il freddo punzecchiava la mia pelle.
Ravanai nel mio baule in cerca di qualcosa che non fosse una maglietta di seta.
I Creatori evidentemente non pensavamo che potesse far freddo nella radura (o semplicemente non gli interessava); certo, al mattino  ti scaldavi anche con quei vestiti, però la notte era tutto un altro discorso.

Mi misi sotto le coperte e  riuscii a placare un minimo il freddo. Presi un momento per organizzare tutto quello che era successo nelle ultime settimane:
Roman e Fred erano morti, Newt mi aveva urlato contro, George era un velocista, Greg aveva perso una mano ed ero finita in coma una o due volte.
"Caspio, fa davvero schifo".
La cosa che mi fece rabbrividire nuovamente fu che mancava si e no una settimana all'arrivo del fagiolino.
Ero in quel posto da tre mesi ed era...un anno che provavano ad uscire dalla radura!
"Fancaspio al labirinto, fancaspio ai Creatori, fancaspio a tutti!"

Mi misi a sedere guardando fuori dalla finestra che dava sul muro di pietra. Forse Gally aveva messo di proposito il letto sotto alla finestra, in modo tale che potessi sempre affacciarmi.
Di sicuro pensava che lo apprezzassi, ma ogni volta che vedevo quelle mura ero trafitta dalla tristezza.

Una lacrima mi rigò la guancia e si scontrò sulla mia maglia.

"Come possono farci questo?"

Mi raggomitolai e tirai le coperte sopra alla mia testa. Quel genere di domande le avevo superate da tempo, eppure in quel momento mi cadevano addosso come macigni.
Rimasi immobile in quella posizione versando lacrime e lacrime sulle mie braccia.

<<Liz stai bene?>>

Alzai la testa di scatto e vidi George sull'uscio della porta.
Mi asciugai le lacrime freneticamente, tirai su con il naso e mi sforzai di creare un sorriso quanto meno verosimile.

<<Certo che sto bene, ho solo freddo. Come mai sei nella mia stanza?>>
<<Fa troppo freddo per dormire fuori, così mi sono messo qui vicino. Sentivo singhiozzare, così sono venuto a controllare.>>

<<Magari era il verso degli uccelli...>> "Davvero? Gli uccelli? Da dove mi è uscita questa sploff?"
George ignorò la scemenza che avevo sparato chiudendosi la porta alle spalle. Si avvicinò cautamente e con la stessa lentezza si sedette al bordo del letto.

<<George ti ho detto che sto bene. Per favore, torna di là.>>
<<Liz...>>
<<George, torna di là!>>

Alzai la voce abbastanza da farlo sobbalzare dallo spavento.
Newt comparve sulla porta ormai spalancata.
<<Tutto bene?>>
Aveva i capelli arruffati ed era confuso. Appena vide George, il suo sguardo si infuocò.
<<Fagio, vai fuori. Non ti è permesso stare qui>>
George uscì con un'aria avvilita e lasciò il posto al biondo, che si precipitò su di me.
<<Ti ha fatto male?>>
Scossi la testa con veemenza. Ero infastidita, certo, ma non volevo che George finisse nei guai per aver provato a farmi stare meglio.

<<Scusa se ti ho svegliato, va tutto bene>>
Anche se non avevamo mai parlato profondamente, Newt riusciva a capire quando mentivo, e in quel momento lo stavo facendo.
Non mi rimproverò, anzi, si mise dietro di me e mi fece appoggiare a lui.
Si mise comodo e mi rimboccò le coperte, appoggiando le braccia sul mio petto e chiudendo gli occhi.

<<Un giorno spero di portarti via di qua, di farti uscire e di farti vivere la vita che meriti, facendoti ridere ogni giorni per vedere il tuo sorriso.
Da quando ho memoria, ho sempre cercato un posto dove nascondermi, ma adesso non ne ho più bisogno, non ne ho più bisogno perché ci sei tu.
Per quanto suoni una frase fatta, tu riscaldi i miei giorni e illumini le mie notti. Sei la cosa che mi rende più felice e mi distrugge allo stesso tempo.
Se un giorno tu te ne andassi, che qualcuno mi uccida.>>

Disse tutto in un sussurro, trattenendo il fiato come se fosse una preghiera.
Sentivo il suo respiro calmo sui capelli e il suo petto si alzava e si abbassava regolarmente.

Non dissi niente. Il mio cuore batteva così forte che la mente non riusciva a comporre una frase sensata. Newt mi aveva dato l'ennesima prova che lui per me c'era sempre.

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora