Capitolo 30

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Dopo quel momento, io e Newt non avevamo più parlato.
Siamo andati in camera mia e ci siamo addormentati abbracciati.
Entrambi volevamo dimenticare l'accaduto, ma era impossibile, così ignorammo la cosa.

Il giorno tanto atteso era arrivato.
Tutti ci eravamo radunati nelle cucine, dove Alby prese la parola.
<<Radunai. La settimana è finita, così come la "Battaglia delle Mutande Appiccicose". Mi duole dirvi che potremo rivelare solo secondo e terzo posto, poiché la signorina Minho non ha ancora finito tutti gli scherzi.
Ma passiamo alle cose serie...>>
Frypan prese due trofei di legno con su scritto 2° e 3° posto.
<<Il terzo posto va a...Clint! Che in qualche modo è riuscito a convincere George del fatto che il suo nome vero fosse "Toro Seduto">>
Frypan gli consegnò il trofeo di legno e il medicinale salì sul tavolo, facendo un inchino teatrale.
<<Scendi subito da quel tavolo!>> disse il cuoco.
<<E il secondo posto va a...Jeff! Dicendo a Gally che il morso del dolente gli avrebbe fatto cadere il cazzo>>
La cucina si riempì di applausi e risate.
Vidi il sorriso di Gally scomparire mentre Jeff lo indicava ridendo.

Alby ci ordinò di tornare a lavoro. Avremmo dovuto lavorare fino all'arrivo del fagiolino.
Così andai nell'infermeria, che era stracolma.
La torre era finita e sarebbe stata inaugurata la sera stessa, per cui molte teste di sploff già precedentemente ferite e medicate, invece di riposare avevano lavorato.
Per fortuna c'erano solo tagli da ricucire e dita da steccare.

Appena udimmo il rumore metallico della scatola, io e Clint ci guardammo e balzammo in piedi.
Jeff sembrò non apprezzarlo.
<<Dove diamine pensate di andare?! Sembra che sia passato Minho da queste parti, non vedete che è un macello? Dovete rimettere tutto in ordine.>>
<<Sono spiacente, ma il capo ha detto che saremmo stati obbligati a lavorare fino all'arrivo del fagiolino. Il fagiolino è arrivato, perciò addio!>>
Dissi alzando le mani prima di correre dietro Clint, che era già a qualche metro dalla scatola.
Fu Newt a scendere per recuperare il fagiolino, che stava seduto con un bastone di ferro in mano. Di certo aveva programmato di usarlo per difendersi, ma le sue mani tremavano così tanto che sarebbe risultato difficile.
Non riuscii a sentire le parole di Newt, a causa delle troppe urla. Probabilmente erano le solite cose: "È normale", "Ci siamo passati tutti", "Andrà tutto bene" eccetera.
Quando il nuovo arrivato uscì dalla Scatola, lo ispezionai.
Aveva capelli lunghi e chiarissimi che gli ricadevano sulle spalle. Gli occhi verdi contrastavano con la pelle bianca.
Era alto e abbastanza muscoloso. La cosa che apprezzai fin da subito fu la sua maglia verde, perfettamente abbinata con i suoi occhi. Era fradicio e i pantaloni neri non mascheravano le gambe tremolanti.
Aveva diversi tagli sulle nocche che sanguinavano parecchio. Dovevo assolutamente disinfettarlo.
Mi avvicinai cautamente.
<<Ciao fagio!>>
Sussultò e alzò lo sguardo, fino a incrociare il mio.
Sembrava stesse per svenire dalla paura, così tirai fuori il  tono più rassicurante che riuscivo a fare.
<<So che sei al momento sei più che confuso, ma quei tagli sanguinano parecchio. Vieni con me. Ti disinfetto e intanto puoi farmi tutte le domande che vuoi.>>
Rimase fermo per qualche secondo; riuscivo a sentire le rotelle del suo cervello girare a più non posso.
Alla fine mi seguì lentamente, guardandosi sempre le spalle.
Aprii la porta della disastrosa infermeria e lo feci accomodare su un lettino sfatto.
Con del cotone ripulii le sue mani e il ragazzo cercò di trattenere i gemiti, cosa che non fece con le domande.
<<Dove mi trovo?>>
<<Nella radura>>. "Wow Liz, brava. Che spiegazione esplicativa."
<<Perché sei l'unica ragazza?>>
<<Non lo so. Davvero è questa la prima domanda che ti viene in mente?>>
Arrossì senza rispondere.
Dopo aver disinfettato iniziai a fasciarlo.
<<Se davvero non hai altre domande, ti porto da Alby. Il resto te lo spiegherà lui.>>
Lo portai dal saggio capo, che iniziò con il rito mensile.

La cena fu piena di risate e Frypan fece il suo stufato.
Avevamo già spiegato al fagio come si sarebbe svolta la serata, ma lui non sembrò molto contento. Disse che preferiva fare un giro e starsene per conto suo.
Era comprensibile. Si era appena ritrovato in una radura da cui non poteva scappare, senza ricordi e visi amici. Aveva bisogno di un po' di tempo per metabolizzare.
La festa iniziò dopo un'ora.
Il grande falò era stato acceso, la bevanda di Gally era stata servita e Alby era sulla torre.
Alzò il bicchiere in alto e iniziò il suo discorso.
<<Ebbene, è passato un anno da quando i Creatori ci hanno rinchiusi qui. Molti pensano che un anniversario del genere non vada festeggiato. Io invece credo di si. Pensateci. Ci siamo svegliati in quella scatola, soli. Non avevamo niente, ma nessuno si è abbattuto. Abbiamo creato delle regole, abbiamo creato una casa e soprattutto...abbiamo creato una famiglia. Ci hanno sottoposti ad una prova, e noi l'abbiamo superata! Quindi fanculo ai Creatori!>>
<<Fanculo ai Creatori!>> Rispondemmo in coro.
Tutti si sedettero sui tronchi vicino al falò. Il capo scese e il suo posto lo presero dei ragazzi che sinceramente non avevo mai visto.
Il discorso di Alby era stato...carino, anche se la realtà era ben diversa. Quella sera però mi ero ripromessa di non pensarci.

<<Allora...una volta hai dormito con Newt e ti sei svegliato col durello.>> dissi. Minho bevve un sorso e tutti risero.
<<Ohh, ma dai! Sei serio?>> rispose il biondo, evidentemente indignato.
Il fagiolino si avvicinò con passo incerto.
<<Cosa state facendo?>>
<<Fagio! Vieni a giocare. Tieni questo>>
Mi alzai barcollando e gli passi un bicchiere. Gli avvolsi il collo con un braccio e lo incitai a sedersi vicino a me. Troppa confidenza? Già...può essere
<<Allora, il gioco è semplice.
Qualcuno dice qualcosa su di te, e se è vero bevi, ma devi essere sincero>>
<<Ma io non vi conosco...Anzi, a dirla tutta non so nemmeno il mio nome!>>
<<Ahh, ti verrà in mente fra un giorno o due.>>
Gli presentai i miei amici indicandoli uno ad uno.
Toccava al velocista.
Doveva farmi una domanda.
<<Tu e Newt avete scopato.>>
Scossi la testa e gli feci il dito medio.
Continuo così tutta la sera, Minho ci fece vedere le sue "incredibili" doti da giocoliere e Gally iniziò una gara di lotta.
Disegnò un cerchio a terra: chiunque lo fosse riuscito a spingerlo fuori da esso, avrebbe vinto.
Persero quasi tutti, tranne Frypan (Gally aveva delle forti braccia, ma nessuno era più grosso di Frypan).
<<Tocca a me!>>
Posai il bicchiere accanto a Newt e mi tirai su le maniche.
George fece partire il coro e io mi avvicinai al costruttore.
<<Davvero vuoi batterti contro di me, tesoro?>>
<<Vediamo se sarò ancora un tesoro dopo che ti avrò sconfitto!>>
Mi legai i capelli e mi misi i posizione. Perché ero così sicura di me?
Gally si avventò su di me. Lo schivai facilmente. Essendo così grosso era anche più limitato nei movimenti.
Quando fui alle sue spalle mi lanciai su di lui. Si buttò all'indietro facendomi prendere una bella botta alla schiena.
Gli afferrai la caviglia e lo feci cadere, sedendomi sulla sua schiena.
Con facilità ribaltò la situazione. Ormai eravamo a pochi centimetri dalla linea del cerchio, non potevo perdere.
Nonostante non fossi molto lucida, gli misi le mani sul collo iniziando a fargli il solletico per farlo sbilanciare.
Mi alzai di scatto e Gally mi imitò.
Iniziò a spingermi. Puntai i piedi per terra per non scivolare. Quando ormai ero a pochissimi centimetri dalla linea, con tutta la mia forza mi buttai di lato, facendo perdere l'equilibrio all'avversario. Atterrò fuori dal cerchio.
Frypan e Minho corsero verso di me e mi alzarono, facendomi sedere sulle loro spalle. Urla e danze partirono all'improvviso e continuarono per il resto della serata, insieme a canti inventati e altre lotte alternate a bevute.

Saranno state le tre passate. Io e Newt ci sistemammo sulla terrazza della nuova torre mentre gli altri ormai stremati erano ritornati nel casolare o semplicemente erano rimasti lì a dormire.
Newt mi strinse sempre di più. A causa dell'alcool (o forse per qualcos'altro) le mie guance andarono a fuoco e sentii un calore diffuso mai provato prima.
Mi avvicinai di più a lui e sentii i suoi respiri spostarmi i capelli.
Con il dito tracciai la scollatura della sua maglia fino al bordo, che tirai su per accarezzargli la pelle.
Il suo respiro si fece più pesante.
Mi ritrovai sopra di lui.
Mi accarezzò i fianchi, e si tolse la maglietta. Velocemente lo intimai a fare lo stesso con la mia.
<<Mi fai il solletico>> sussurrai.
Le luci che avevano messo sulla ringhiera in legno sfarfallavano e non ci illuminavano.
Mentre si abbassava i pantaloni mi guardò.
<<Sei sicura?>>
Annuii.
<<Voglio sentirtelo dire Liz. È importante.>>
<<Si Newt, sono sicura.>>
Fummo un tutt'uno.
I nostri respiri si unirono lentamente e le nostre pelli umide non si staccarono nemmeno un secondo.
Quando lui fu sopra di me, andò più veloce fino a che un calore unico divampò, provocandomi un'ondata di piacere.
<<Liz...io ti amo>> sussurrò col fiato corto, prima di appoggiare la testa sul mio petto e crollare nel sonno.








C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora