Capitolo 8

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<<Perché mi stai facendo vedere tutto questo Thomas?>>
Ero in una stanza buia. Una parete era tappezzata di schermi e la luce proveniva solo da essi. Davanti a me c'era un ragazzo dai capelli castani, probabilmente Thomas.
<<Liz, io voglio che tu veda. Mi dispiace, ma sono sicuro che ritornerà tutto come prima; riuscirai a riallacciare i rapporti con tutti. Ti prego Liz, io ci tengo a te, come a tutti gli altri. Questa cosa salverà milioni di vite!>>
<<E alle nostre vite? Mh? Alle nostre vite non ci pensi? Siamo qui da quando siamo bambini e adesso veniamo spediti in un cacchio di labirinto zeppo di macchine assassine pronte a ucciderci?>> Sbottai alzandomi.
Come sempre non riuscivo a riconoscere il volto del ragazzo, ma avevo la sensazione che stesse per piangere.
<<È stato un errore farti venire qui>>
<<Si, forse si>>

Scattai a sedere. Stavo sudando e avevo una sete tremenda.
Avevo appena sognato uno dei Creatori? Era il primo nome, a parte il mio, che sentivo nei miei sogni.
Minho stava ancora dormendo con un braccio a penzoloni, anche se il sole era già sorto.
Ci avevano davvero chiuso da qualche parte da piccoli, per poi buttarci nel labirinto?
Sentivo una sensazione di panico e iniziava a mancarmi il fiato. Mi angosciava sapere che eravamo stati strappati alle nostre famiglie e che quel Thomas poteva essere un mio coetaneo. Sarebbe arrivato anche lui prima o poi? Però nel sogno gli chiedevo perché mi stesse facendo vedere quelle cose, perciò doveva essere uno dei Creatori.
<<Ehi fagiolina, non guardarmi troppo che mi consumi>>
Non mi ero accorta che mentre riflettevo stavo fissando Minho.
Il bisonte si era appena svegliato. Tutti i suoi capelli puntavano verso sinistra e muoveva la bocca come se stesse masticando qualcosa. Dopo essersi stiracchiato, ripose la sua attenzione su di me.
<<Oggi vai dai medicali. Se sei fortunata incontri la bella addormentata>> si alzò facendo leva sulle ginocchia e mi fece l'occhiolino.
Mi ero dimenticata che c'erano ancora i medicali da provare.
<<Oggi Alby vi farà sapere la sua decisione, quindi a colazione dobbiamo esserci tutti. Vestiti, io vado a svuotare il piccolo Minho>> e uscì dalla stanza.
Ormai non mi chiedevo neanche più a cosa si riferisse...con Minho era meglio non chiedere.
Uscita dalla stanza mi guardai in giro sperando di vedere Newt, ma non lo trovai: dormiva al piano di sopra, forse era ancora lì.
Volevo raccontare il mio sogno a qualcuno ma mi sembravano tutti abbastanza stressati in quel momento. Come sempre, era meglio che me ne stessi zitta.

Non avevo mai visto così tanta gente in cucina alla mattina. Di solito il massimo era dieci o quindici persone, ma quel giorno c'erano quasi tutti.
Vidi il biondo seduto vicino ad Alby e Gally. Perché Minho non era con loro?
Mi avvicinai al gruppo avanzando a gomitate tra i radurai; la stanza dei tavoli non era molto grande, quindi molti erano fuori dalla copertura della tettoia.
Quella mattina faceva particolarmente freddo, o forse era solo l'aria ad essere tesa.
<<Ehi fagio!>> mi salutò Alby, ma io ero più concentrata su Newt. Esattamente come lo avevo visto l'ultima volta, aveva una mano sul mento e fissava il pavimento.
Gally mi disse qualcosa che non sentii.
La mia attenzione fu attirata poco dopo da Alby, che salì sopra ad un tavolo.
<<Certo! Tanto lo pulisce lui, no?!>> disse Frypan, il quale era arrivato alle mie spalle. Ridacchiai per non sembrare menefreghista, ma non ci riuscii molto bene.
<<Allora pive, la situazione è questa. Come sapete, i Dolenti hanno punto Roman, e alcune teste puzzone hanno pensato che fosse colpa della fagiolina..>>
Si alzò un brusio e tutti puntarono gli occhi su di me.
<<Zitti, immediatamente. Come ho detto, alcuni di voi la pensano in questo modo. Personalmente non credo sia colpa sua...tuttavia, per non creare disguidi, passerà 24 ore in gattabuia con pane e acqua>>
Molti radurai erano contenti, molti di più di ciò che mi aspettassi. Non ero molto sorpresa dalla scelta di Alby, anzi, tirai un sospiro di sollievo. Non sapevo cosa fosse la gattabuia, ma di sicuro era meglio del labirinto.
Scese dal tavolo e mi sussurrò una frase all'orecchio appoggiando la mano sulla mia spalla.
<<Tranquilla fagio, le 24 ore inizieranno questa sera e manderò qualcuno a farti compagnia di nascosto>>
I radurai man mano se ne andarono a svolgere i loro compiti e sentii le porte del labirinto aprirsi.
In cucina eravamo rimasti io, Frypan, qualche ragazzo con cui ancora non avevo parlato, e Newt.
Era nella stessa posizione di prima, solo che il suo sguardo ricadeva fisso su di me. Mi avvicinai a lui e arrivai ad un palmo dal suo viso.
Entrambi ci accorgemmo di essere troppo vicini, ma nessuno di noi pareva volersi smuovere.
Sentii qualcosa muoversi nello stomaco e di sicuro non era fame, le mie guance stavano andando a fuoco e avevo un sacco di caldo. Non capivo cosa fosse, ma qualcosa scattò del mio cervello. Forse...?
<<Piccioncini! La colazione è pronta!>>
Perché Frypan respirava ancora?
Ci staccammo e notai il rossore anche sulla faccia di Newt. Istintivamente sorrisi morsicandomi l'interno della guancia.
Il cuoco ci aveva dato latte e biscotti come al solito e ci eravamo messi ad un tavolo a caso.
Mangiammo in silenzio per un po', non sapevo come iniziare una conversazione.
Avevo perso la cognizione del tempo perché la cucina si era svuotata.
<<Come va la gamba?>> Gli chiesi all'improvviso. Che domanda imbecille, ma come mi era venuta in mente?!
Evidentemente il latte gli andò di traverso, perché cominciò a tossire.
<<Mh, bene così, nel senso...cammino quindi è okay>>
<<Capito>>
Non volevo aggiungere altro. Meglio non rischiare.
Finii di mangiare in fretta e mi recai davanti all'infermeria. Jeff era fuori dalla porta con un foglio e un cestino in mano.
<<Ciao fagio. Primo compito della giornata: vai nel bosco e prendi queste>>
Mi porse gli oggetti e notai che su un pezzo di carta c'erano disegnate varie foglie con strani nomi accanto.
<<Ma non sono tutte uguali?>>
<<Buona fortuna fagio>> disse prima di andarsene all'interno dell'edificio.
Bene Elisabeth, niente paura, sarà come bere un bicchiere d'acqua. Vai nella foresta, cerchi delle foglie e fine. Perfetto.
Prima foglia: Linox Ottrus...
E CHE CASPIO È?
Demoralizzata già solo dal nome, incamminai verso il bosco alla ricerca di un albero di Linox Ottrus.
Era tornato tutto tranquillo e ora la radura sembrava un luogo pacifico. Quel bosco era una meraviglia: alberi alti, aria fresca, un sentiero illuminato dalla poca luce che filtrava.
Constatai con tristezza che il giorno dopo non sarei potuta tornarci, dato che sarei stata rinchiusa da qualche parte.
Passai vicino alle Faccemorte e mi venne malinconia a pensare a tutti quei ragazzi; Godric, Stephen, Max...erano solo ragazzini come me.
Poverini.
Stavo ancora camminando quando vidi finalmente una foglia familiare. La confrontai con il disegno. Era lei!! Mi chinai per prendere quella caspio di Linox quando sentii un qualcosa scricchiolare sopra la mia testa; alzando lo sguardo vidi una specie di lucertola grigia dagli occhi rossi su di un ramo basso.
Avvicinai la mano alla creatura che  scappò via al mio primo movimento brusco.
Cos'era quella cosa?

Passai tutta la mattina alla ricerca  di altre piante che prima di pranzo portai a Jeff.
<<Bene fagio. Ora vai a mangiare, dopo ti insegnerò a creare qualcosa da quelle>>
<<Tu non vieni?>>
<<No, devo badare a Roman>>
Annuii e andai verso la cucina. Venni affiancata da William, che mi fece sobbalzare.
<<Ehi, come sta andando?>>
<<Bene. Ho raccolto piante tutta la mattina>>
<<Almeno tu non hai dovuto pulire i bagni..>> mi mostrò le mani. Erano raggrinzite come se fossero state immerse nell'acqua troppo tempo, cosa che probabilmente era successa.
Allora anche io mostrai le mie, che erano messe ancora peggio; alcuni tagli si erano riaperti e riempiti di terra, mentre altri si erano formati.
Arrivammo davanti alla cucina dove Frypan ci porse un piatto di pasta al sugo.
<<Ferma fagio. Tu credi di toccare le mie posate con quelle mani? Vai a lavarle o niente pranzo.>>
Ascoltai Nonna Frypan e mi diressi verso il bagno sbuffando.
Aprii l'acqua ma la richiusi all'istante dopo aver sentito un urlo.
<<Ma sei una testa di sploff, brutto rincaspiato?! Non l'hai sentita la doccia? Sai, di norma la gente non apprezza lavarsi mentre qualcuno entra nel bagno e si fa i caspi suoi>>
Oh cazzo.
Ero sovrappensiero e non mi ero minimamente accorta del rumore dell'acqua che scorreva.
Avevo già riconosciuto la voce, ma il mio timore fu confermato quando vidi Newt uscire dalla doccia con i pantaloni e i capelli gocciolanti.
<<Scusa! Dovevo solo lavarmi le mani! >>
<<Ah, sei tu! Cos'è? Frypan ti ha minacciata di non darti il pranzo? Lo fa con tutti, e poi...>>
Non guardalo, non guardarlo, non guardarlo.
Il biondo continuava a parlarmi mentre si metteva la maglia. Il mio sguardo passava dal suo viso al suo petto. Erano occhiate veloci, se avesse notato come lo guardavo sarebbe stato imbarazzante.
Stava ancora parlando, quando si fermò e fece un sorriso ironico.
<<Liz...cosa ti ho appena detto?>>
<<Che?>>
Non feci in tempo a inventare una scusa sensata che si fiondò su di me e le nostre labbra si toccarono. 
Era come se quel bacio servisse a darci aria. Fece scorrere le sue mani sui miei fianchi e mi appoggiò al lavandino, risalendo fino al mio volto.

<<Elisabeth? Elisabeth, stai bene? >>
Cosa diavolo-
Newt era davanti a me e schioccava le dita davanti ai miei occhi.
<<Cosa?>>
<<Stai bene?>>
<<Si, scusa. Stavo pensando ad una cosa. Scusa per l'acqua...devo andare a mangiare>>
Uscii dal bagno e corsi fino alla cucina per poi fermarmi.
Me l'ero immaginato? Che mi stava succedendo?

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora