Mi svegliai sentendo un lamento mostruoso, quasi disumano provenire dall'esterno.
Mi drizzai a sedere e guardai dalla
finestra, ottenendo solo la vista del muro di pietra del labirinto.
Mi girai e guardai verso la porta, che adesso era aperta. Eppure l'avevo chiusa...
Proprio mentre pensavo questo, Minho uscì dalla stanza davanti alla mia, ossia quella di Newt.
I capelli erano scompigliati dal sonno e la maglietta che usava come pigiama era stropicciata.
Non essendosi accorto di me, si diede anche una grattatina alle mutande.
Quando si girò e finalmente mi vide, s'incamminò verso di me, chiudendosi la porta alle spalle.
<<Ciao, cosa ci fai qui?>>
Disse mettendosi le mani sui fianchi.
<<Ho sempre saputo che non eri esattamente intelligente, ma questo mi sembra esagerato. Minho, questa è la mia stanza, qui c'è il mio letto e si da il caso che ci stessi dormendo. Piuttosto...perché sei uscito dalla stanza di Newt in mutande?>>
<<Conversazione tra uomini.>>
<<In mutande...>>
Annuì fieramente.
Ci guardammo per qualche secondo fino a quando si avvicinò e si sedette affianco a me.
<<Mi ha spiegato cos'è successo tra voi. Non è al primo posto nella mia lista dei desideri diventare uno psicologo di coppia, ma a quanto pare non potete proprio farne a meno. Sai che non intendeva davvero quello che ti ha detto, è solo che...non è ancora pronto per parlarne. Tutto qui. Devi avere un po' di pazienza..>>
<<Minho, apprezzo il gesto, davvero, ma non sei tu a dovermelo dire.
Okay, forse per qualche strano motivo non me ne vuole parlare, ma se non intende darmi una risposta, almeno tiri fuori le palle e mi dica quello che pensa>>
Minho si morse il labbro.
<<Sappi che avrei voluto interromperti e fare una battuta, ma mi sono trattenuto.>>
<<Minho!!!>>
Lo colpii con il cuscino e lo invitai ad andarsene; quando fu sull'uscio però, mi accorsi di un dettaglio e non potei trattenermi dal chiedere spiegazioni.
<<Minho...perché le tue mutande sono rosa?>>
<<Lotta contro Gally pivella, lotta contro Gally.>>
Disse sollevando le mani senza girarsi.Restai circa due ore a fissare il soffitto. Mancava molto tempo prima della sveglia dei velocisti. La mia mente continuava a pensare alle parole di Newt, e anche al rumore angosciante che avevo sentito.
Rifiutandomi di passare un'altra ora a rimuginare, mi alzai, e dopo essermi coperta a dovere uscii dalla mia stanza.
Le porte chiuse mi fecero capire che tutti stavano dormendo.
Mi scontrai con l'aria fredda della notte e camminai fino al centro della radura; ero a pochi metri dalla scatola.
Chiusi gli occhi per ascoltare attentamente tutti i rumori della natura.
Rabbrividii quando sentii un fiato caldo sul collo. Il ragazzo fece aderire il suo petto alla mia schiena e incastrò il naso nell'incavo del mio collo.
Non servì girarmi per capire che si trattava di Newt.
<<La prossima volta che devi dirmi qualcosa, non mettere di mezzo Minho>> sussurrai spostandomi.
Mi alzai e lo guardai negli occhi.
<<Tira fuori le palle, Newt!>>
Il biondo trattenne un sorriso malizioso e si sistemò i pantaloni.
In quel momento ero realmente incazzata per il comportamento infantile di Newt, ma non sorridere era impossibile.Mi avvicinai al suo viso e glielo presi con una mano, mentre un'idea si generava nella mia mente.
Lo feci sedere e mi misi a cavalcioni su di lui e dopo averlo baciato iniziai a muovere il bacino con un sorrisino ironico in faccia; vidi la sorpresa nei suoi occhi, che mi incitò a continuare.
Quando iniziò a gemere e sentii il suo amichetto premere contro la mia vita, mi alzai di scatto.
Newt mi guardò con occhi confusi, ora più che mai.
<<Così la prossima volta mi parlerai, senza mandare un velocista come messaggero>> gli dissi prima di tornare nel Casolare. Mi fermai a pochi passi da esso.
<<E non urlarmi mai più contro!!>> conclusi per poi ritornare nella mia stanza.Quando mi sdraiai nuovamente sul letto, soddisfatta, non riuscii a chiudere occhio.
Okay, sapete che c'è? Lo ammetto. Minho mi mancava.
Era sempre stato un amico per me, e aiutava il fatto che fosse una stufetta umana, perché avevo davvero freddo.
Sapevo che quando si sarebbe svegliato dal suo lungo e profondo letargo, sarebbero mancate poche ore all'accensione della radura, e sperai di riuscire a svegliarmi in tempo per salutarlo, così da godermi ancora qualche ora di solitudine.Per mia fortuna i velocisti non erano famosi per avere un passo leggero, e anche dal secondo piano potevo benissimo sentire le imprecazioni di Minho.
Sentii qualcuno salire le scale e avvicinarsi pericolosamente e d'istinto mi girai verso la finestra così da dare la schiena a chiunque fosse entrato.
Il ragazzo si avvicinò al mio letto e mi baciò dolcemente la guancia.<<Buon giorno pivella, mi manca il tuo culetto flaccido...>>
Senza aprire gli occhi, risposi.
<<Per prima cosa, è tutt'altro che flaccido, ma dubito che riuscirai mai ad appurarlo. Secondo, la prossima volta lavati i denti prima di parlarmi, o rischi di ammazzare me e il mio culetto. >>
Lo sentii ridere per poi uscire dalla stanza.
Iniziai a sentire la fame, ma dovevo aspettare ancora una o due ore per poter mangiare, tutto dipendeva dalla sveglia di Frypan.Scoprii che la stanza del cuoco era esattamente affianco a quella di Newt, e che anche lui non aveva un passo fatato, così, appena lo sentii scendere le scale, mi vestii e lo seguii; quando arrivai al primo piano lui era già all'uscita del casolare, ma per mia fortuna non era un tipo molto veloce.
<<Buongiorno signor capitano!>
<<Buon giorno pivella, come mai già sveglia? Di solito bisogna chiamare i rinforzi per tirarti giù dal letto>>
<<Che ridere Frypan, ah ah. Hai mai pensato di fare il comico? In ogni caso, non riuscivo a dormire>>
<<Sicuramente sei in astinenza da Minho>>
<<Sicuramente>>In poco tempo raggiungemmo la cucina e il cuoco iniziò a fare il suo lavoro.
Io mi sedetti sul bancone ignorando i rimproveri di Frypan, e iniziai a mangiare i biscotti.
Mentre il cuoco preparava il menù del giorno mordicchiando una matita e osservando ossessivamente un foglio giallognolo, sbucò Wiston che iniziò a dare fastidio allo chef.
Non mi ero mai resa di quanto fossero amici. Probabilmente perché Wiston non era esattamente una persona che si fa notare, e perché svenendo un giorno si e l'altro pure non avevo tempo di parlare con lui.
<<Ciao pivella!>>
Lo salutai e sorrisi. Non volevo interrompere il loro dialogo.
In poco tempo, la radura si avviò e i radurai iniziarono a popolare la cucina.
Scesi dal bancone e mi diressi in infermeria con la scusa di sistemare il disordine, ma volevo solo anticipare Jeff.
Quel ragazzo era peggio di Frypan. Tutto doveva essere al suo posto e ti guardava male per giorni se non era così.
Appena aprii la porta ritrovai il medicale a fare un elenco di tutte le erbe che mancavano.
<<Oh, ma dai! Come hai fatto?! Dormi qua dentro? >>
Jeff alzò lo sguardo e con la matita tra i denti sorrise.
<<Non mi batterai mai sul tempo, pivella>>La mattina fu estremamente noiosa, o almeno così pensavo, fino all'arrivo di un ragazzo.
Era uno dei due che avevano fatto la fossa a Fred: capelli rossi rasati e un nuovo livido su occhio. Si teneva la mano ben stretta da un panno rosso e gocciolante.
Per un attimo pensai che gli stesse bene. Ero sicura che mentre scavava la fossa a Fred non provava tutto questo dolore, ma cambiai opinione quando lo vidi con le lacrime agli occhi e la bocca in una smorfia continua.<<Ehi Greg, tutto bene?>>
Chiese Jeff.
Il ragazzo non si muoveva dalla porta, e dopo vari minuti lo feci sdraiare su un letto con l'aiuto di Clint.
<<Ora fammi vedere...>> Tolsi il panno rivelando una scena orripilante.
Alzai lo sguardo fisso sugli occhi preoccupati di Jeff, che mi raggiunse in poco tempo per guardare.
<<Oh cazzo>>
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C.A.T.T.I.V.O. non è buona
Fanfic-Primo libro- E se Teresa non fosse stata la prima ragazza ad entrare nella Radura? Direi che questa domanda l'abbiamo già sentita. Quindi, cosa sarebbe successo se la fagiolina fosse arrivata agli inizi? Come l'avrebbero accolta? Se ve lo steste...