Capitolo 19

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Mi svegliai sentendo un lamento mostruoso, quasi disumano provenire dall'esterno.
Mi drizzai a sedere e guardai dalla
finestra, ottenendo solo la vista del muro di pietra del labirinto.
Mi girai e guardai verso la porta, che adesso era aperta. Eppure l'avevo chiusa...
Proprio mentre pensavo questo, Minho uscì dalla stanza davanti alla mia, ossia quella di Newt.
I capelli erano scompigliati dal sonno e la maglietta che usava come pigiama era stropicciata.
Non essendosi accorto di me, si diede anche una grattatina alle mutande.
Quando si girò e finalmente mi vide, s'incamminò verso di me, chiudendosi la porta alle spalle.
<<Ciao, cosa ci fai qui?>>
Disse mettendosi le mani sui fianchi.
<<Ho sempre saputo che non eri esattamente intelligente, ma questo mi sembra esagerato. Minho, questa è la mia stanza, qui c'è il mio letto e si da il caso che ci stessi dormendo. Piuttosto...perché sei uscito dalla stanza di Newt in mutande?>>
<<Conversazione tra uomini.>>
<<In mutande...>>
Annuì fieramente.
Ci guardammo per qualche secondo fino a quando si avvicinò e si sedette affianco a me.
<<Mi ha spiegato cos'è successo tra voi. Non è al primo posto nella mia lista dei desideri diventare uno psicologo di coppia, ma a quanto pare non potete proprio farne a meno. Sai che non intendeva davvero quello che ti ha detto, è solo che...non è ancora pronto per parlarne. Tutto qui. Devi avere un po' di pazienza..>>
<<Minho, apprezzo il gesto, davvero, ma non sei tu a dovermelo dire.
Okay, forse per qualche strano motivo non me ne vuole parlare, ma se non intende darmi una risposta, almeno tiri fuori le palle e mi dica quello che pensa>>
Minho si morse il labbro.
<<Sappi che avrei voluto interromperti e fare una battuta, ma mi sono trattenuto.>>
<<Minho!!!>>
Lo colpii con il cuscino e lo invitai ad andarsene; quando fu sull'uscio però, mi accorsi di un dettaglio e non potei trattenermi dal chiedere spiegazioni.
<<Minho...perché le tue mutande sono rosa?>>
<<Lotta contro Gally pivella, lotta contro Gally.>>
Disse sollevando le mani senza girarsi.

Restai circa due ore a fissare il soffitto. Mancava molto tempo prima della sveglia dei velocisti. La mia mente continuava a pensare alle parole di Newt, e anche al rumore angosciante che avevo sentito.
Rifiutandomi di passare un'altra ora a rimuginare, mi alzai, e dopo essermi coperta a dovere uscii dalla mia stanza.
Le porte chiuse mi fecero capire che tutti stavano dormendo.
Mi scontrai con l'aria fredda della notte e camminai fino al centro della radura; ero a pochi metri dalla scatola.
Chiusi gli occhi per ascoltare attentamente tutti i rumori della natura.
Rabbrividii quando sentii un fiato caldo sul collo. Il ragazzo fece aderire il suo petto alla mia schiena e incastrò il naso nell'incavo del mio collo.
Non servì girarmi per capire che si trattava di Newt.
<<La prossima volta che devi dirmi qualcosa, non mettere di mezzo Minho>> sussurrai spostandomi.
Mi alzai e lo guardai negli occhi.
<<Tira fuori le palle, Newt!>>
Il biondo trattenne un sorriso malizioso e si sistemò i pantaloni.
In quel momento ero realmente incazzata per il comportamento infantile di Newt, ma non sorridere era impossibile.

Mi avvicinai al suo viso e glielo presi con una mano, mentre un'idea si generava nella mia mente.
Lo feci sedere e mi misi a cavalcioni su di lui e dopo averlo baciato iniziai a muovere il bacino con un sorrisino ironico in faccia; vidi la sorpresa nei suoi occhi, che mi incitò a continuare.
Quando iniziò a gemere e sentii il suo amichetto premere contro la mia vita, mi alzai di scatto.
Newt mi guardò con occhi confusi, ora più che mai.
<<Così la prossima volta mi parlerai, senza mandare un velocista come messaggero>> gli dissi prima di tornare nel Casolare. Mi fermai a pochi passi da esso.
<<E non urlarmi mai più contro!!>> conclusi per poi ritornare nella mia stanza.

Quando mi sdraiai nuovamente sul letto, soddisfatta, non riuscii a chiudere occhio.
Okay, sapete che c'è? Lo ammetto. Minho mi mancava.
Era sempre stato un amico per me, e aiutava il fatto che fosse una stufetta umana, perché avevo davvero freddo.
Sapevo che quando si sarebbe svegliato dal suo lungo e profondo letargo, sarebbero mancate poche ore all'accensione della radura, e sperai di riuscire a svegliarmi in tempo per salutarlo, così da godermi ancora qualche ora di solitudine.

Per mia fortuna i velocisti non erano famosi per avere un passo leggero, e anche dal secondo piano potevo benissimo sentire le imprecazioni di Minho.
Sentii qualcuno salire le scale e avvicinarsi pericolosamente e d'istinto mi girai verso la finestra così da dare la schiena a chiunque fosse entrato.
Il ragazzo si avvicinò al mio letto e mi baciò dolcemente la guancia.

<<Buon giorno pivella, mi manca il tuo culetto flaccido...>>

Senza aprire gli occhi, risposi.
<<Per prima cosa, è tutt'altro che flaccido, ma dubito che riuscirai mai ad appurarlo. Secondo, la prossima volta lavati i denti prima di parlarmi, o rischi di ammazzare me e il mio culetto. >>
Lo sentii ridere per poi uscire dalla stanza.
Iniziai a sentire la fame, ma dovevo aspettare ancora una o due ore per poter mangiare, tutto dipendeva dalla sveglia di Frypan.

Scoprii che la stanza del cuoco era esattamente affianco a quella di Newt, e che anche lui non aveva un passo fatato, così, appena lo sentii scendere le scale, mi vestii e lo seguii; quando arrivai al primo piano lui era già all'uscita del casolare, ma per mia fortuna non era un tipo molto veloce.

<<Buongiorno signor capitano!>
<<Buon giorno pivella, come mai già sveglia? Di solito bisogna chiamare i rinforzi per tirarti giù dal letto>>
<<Che ridere Frypan, ah ah. Hai mai pensato di fare il comico? In ogni caso, non riuscivo a dormire>>
<<Sicuramente sei in astinenza da Minho>>
<<Sicuramente>>

In poco tempo raggiungemmo la cucina e il cuoco iniziò a fare il suo lavoro.
Io mi sedetti sul bancone ignorando i rimproveri di Frypan, e iniziai a mangiare i biscotti.
Mentre il cuoco preparava il menù del giorno mordicchiando una matita e osservando ossessivamente un foglio giallognolo, sbucò Wiston che iniziò a dare fastidio allo chef.
Non mi ero mai resa di quanto fossero amici. Probabilmente perché Wiston non era esattamente una persona che si fa notare, e perché svenendo un giorno si e l'altro pure non avevo tempo di parlare con lui.
<<Ciao pivella!>>
Lo salutai e sorrisi. Non volevo interrompere il loro dialogo.
In poco tempo, la radura si avviò e i radurai iniziarono a popolare la cucina.
Scesi dal bancone e mi diressi in infermeria con la scusa di sistemare il disordine, ma volevo solo anticipare Jeff.
Quel ragazzo era peggio di Frypan. Tutto doveva essere al suo posto e ti guardava male per giorni se non era così.
Appena aprii la porta ritrovai il medicale a fare un elenco di tutte le erbe che mancavano.
<<Oh, ma dai! Come hai fatto?! Dormi qua dentro? >>
Jeff alzò lo sguardo e con la matita tra i denti sorrise.
<<Non mi batterai mai sul tempo, pivella>>

La mattina fu estremamente noiosa, o almeno così pensavo, fino all'arrivo di un ragazzo.
Era uno dei due che avevano fatto la fossa a Fred: capelli rossi rasati e un nuovo livido su occhio. Si teneva la mano ben stretta da un panno rosso e gocciolante.
Per un attimo pensai che gli stesse bene. Ero sicura che mentre scavava la fossa a Fred non provava tutto questo dolore, ma cambiai opinione quando lo vidi con le lacrime agli occhi e la bocca in una smorfia continua.

<<Ehi Greg, tutto bene?>>
Chiese Jeff.
Il ragazzo non si muoveva dalla porta, e dopo vari minuti lo feci sdraiare su un letto con l'aiuto di Clint.
<<Ora fammi vedere...>> Tolsi il panno rivelando una scena orripilante.
Alzai lo sguardo fisso sugli occhi preoccupati di Jeff, che mi raggiunse in poco tempo per guardare.
<<Oh cazzo>>

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora