Capitolo 14

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Mi alzai di scatto e me ne pentii immediatamente. La testa sembrava che stesse per scoppiarmi e il mio corpo pareva fatto di piombo.
<<Fagio, la devi smettere di svenire così.>>
Quella voce era ovattata; sentivo la testa dolorante ma leggera, come se qualcuno ne avesse tolto un pezzo.
L'ultimo evento che ricordavo era Fred che si scagliava su di me, ma non sapevo il perché.
Qualcuno mi aiutò a sdraiarmi sul letto e mi ci volle qualche minuto per riconoscere la sagoma di Jeff.
Alzai la mano cercandolo, per capire se fosse veramente lui o solo un giochino della mia testa; quando trovai il suo braccio, lo strinsi e lo feci avvicinare.
Mugugnai. Volevo piangere e chiedergli cosa fosse successo, ma il mio corpo non rispondeva.
<<Fagio...calmarti...tutto...solo...un po'...chiamo...gli altri>>
Si liberò dalla mia presa e uscì dalla mia visuale (che già di per sé, in quel momento, non era proprio in Ultra HD). Sbattei gli occhi più volte ma la situazione sembrava non migliorare. Il pensiero che potessi essere diventata sorda e cieca fece nascere in me il panico. Iniziai a tremare e provai freddo. La mia bocca non riusciva a stare ferma e sbattevo i denti come in preda agli spasmi.
Le lacrime iniziarono a scendere a fiumi e sentivo le guance in fiamme. Strizzai gli occhi e non li riaprii fino a quando non sentii una mano sulla mia fronte.
Due o tre persone mi tennero ferma mentre la mano restava immobile; vedevo solo sagome e adesso la poca vista che avevo era anche offuscata dalle lacrime.
Dopo qualche minuto, tutto sembrò finire. Provai a sollevare un braccio ma sembrava che il mio cervello non riuscisse a mandare il messaggio.
Persi coscienza un paio di volte prima di calmarmi definitivamente.
Riacquisii improvvisamente l'udito, il panico però continuava ad annebbiarmi i pensieri e le mie guance erano bagnate dalle lacrime.
<<Shh..Lizzy, va tutto bene. Siamo qui, sono qui>>
Newt si era posizionato dietro di me e teneva la mia testa appoggiata sulla propria spalla.
Eravamo seduti sul letto e mi cullava come una bambina.
Intravidi Jeff ravanare con il mio braccio ma ero ancora troppo confusa per rendermi conto della situazione.
Dopo tre grandi respiri iniziai a parlare.
<<Ragazzi, mi sento la testa scoppiare...>>
<<Ehi pive, non parlare. Non fare niente.>>
Il medicale si sedette e mi strinse la mano. Newt smise di cullarmi e si appoggiò al muro facendomi così indietreggiare.
<<Allora Liz, ti spiego tutto: questa mattina, quando sono entrato in infermeria, ti ho trovato sul letto con una grande ferita sulla fronte. Sembravi essere in quello stato da ore e sicuramente avevi perso molto sangue.
Ti ho curato la ferita ma dopo qualche minuto hai iniziato ad agitarti e colpirmi. Ho chiamato aiuto e siamo riusciti a legarti al letto; era come se avessi la mutazione, ma senza urla o sangue.>>
<<È passata solo qualche ora>>
Newt sembrava avermi letto nel pensiero.
Avevo paura di aver dormito per altri mesi, ma per mia fortuna non era così.
Di ciò che stavano dicendo non ricordavo niente. Mentre dormivo, non era successo nulla...né un sogno, né un ricordo, né un indizio per uscire dal labirinto.
<<L'opzione più plausibile è che sia stata una crisi da stress. Non so sia è opportuno chiamarla così, però non saprei come altro farlo. Probabilmente il coma ti ha destabilizzata, nonostante io non sappia come tu ti sia sforzata a tal punto da svenire.>>
Improvvisamente ricordai del mio tentativo di alzarmi e della "lotta" con Fred.
Perché il ragazzo mi aveva ferita?
Non lo conoscevo neanche tanto bene! Sembrava un ragazzo di poche parole e sempre sorridente. Uno scatto d'ira?
Oppure...no, non può essere stato punto. Lui non era un velocista e i dolenti non possono entrare nella radura. Ehm...giusto?
<<Ragazzi, i dolenti possono entrare nella radura?>>
I due smisero di confabulare e si girarono verso di me.
<<No. Le mura si chiudono ogni notte proprio per questo>>
Il medicale si avvicinò e mi posò un panno freddo sulla testa.
<<Questo dovrebbe aiutare!>>
<<Perché questa domanda, Lizzy?>> Mi chiese Newt curioso.
<<No, niente!>>
<<Sicura?>> Chiese il medicale.
<<Fred sembrava quasi robotico, come se non stesse ragionando...>> Avevo pensato ad alta voce.
<<È stato Fred a farti questo?!>> Fu Newt a parlare e nella sua voce potevo sentire molta collera. Scattò in piedi e uscì dalla stanza.
Jeff non sembrò volerlo seguire e si mise a sistemare vari oggetti.
<<Che fai ancora qui? Vai a fermarlo!>>
Jeff mi guardò con gli occhi lucidi.
<<Liz, la ferita che hai è molto profonda e il tuo corpo e sotto stress. Ci metterai settimane a riprenderti totalmente, ed è colpa sua.>>
<<Dovremmo ringraziare che non mi ha stuprata! Avrebbe potuto farlo, ma non lo ha fatto! È vero, ho una ferita sulla fronte e mi resterà una cicatrice da far invidia a Harry Potter, ma forse è meglio così!>>
Era veramente triste pensare che avrebbe potuto usarmi mentre ero inerme e ringraziare di avere "solo" una ferita sulla fronte.
In quel momento capii che dovevo imparare a difendermi e che non avrei permesso a nessuno di toccarmi, a nessuno...

<<Il bastardo non si trova. Aspetta che torni Minho e lo riempiamo di botte>> disse Newt sbattendo la porta alle sue spalle.
<<Non comportarti da bambino, Newt! Si sarà già pentito.>>
<<Comportarmi da bambino? Ti ha picchiata. Questo mi basta per restituirgli il favore!>>
<<Non sono una principessa da salvare. Se ci sarà bisogno, lo farò io>>
Il biondino si era precipitato verso il mio letto e ormai eravamo ad un palmo l'una dall'altra.
<<Certo, perché tu saresti->>
<<Si Newt, ne sarei capace. La discussione finisce qui>>
Chiesi ad entrambi i ragazzi di lasciarmi sola e Jeff convinse Newt a seguirlo.

Buttai la testa all'indietro scontrandomi contro il muro, e sbuffando appoggiai le braccia alle ginocchia.
Aspettai qualche minuto, per darmi una controllata.
Indossavo dei pantaloncini, palesemente da uomo, e una canottiera di qualche taglia in più; i calzini che una volta erano bianchi adesso erano grigiastri e rotti sulle punte.
Notai che su braccia e gambe avevo delle cicatrici qua e là, come fiori in un prato appena tagliato.
Nonostante non fossero dei bei vestiti, erano molto comodi...tralasciando le mie tette quasi in vista.
Fissai la radura dalla finestra davanti al mio letto e pensai a quanto potessero essere malvagi i Creatori: strappare dei ragazzi alle loro famiglie e buttarli in un labirinto era davvero crudele, ma lo era ancora di più costringerli a far del male agli altri.

La porta si aprì di scatto rivelando la figura di Clint seguito da Jeff e altri due ragazzi.
<<A quanto pare Fred si è divertito a prendere a pugni i pivelli>> mi riferì il fagiolino indicando i due ragazzi.
Li fece sedere sui letti affianco al mio ed entrambi iniziarono a medicarli.
<<Sicuri sia stato Fred?>>
<<Credi che questo me lo sia fatto da solo?>> Sbottò un raduraio scoprendo una ferita sull'addome.
<<Calma gli animi pive. Tu invece? Sei sicuro?>>
A differenza di Mister Palle Girate, il ragazzo medicato da Clint era decisamente più tranquillo. I capelli rossi erano cortissimi e la sua faccia era ricoperta da piccoli taglietti.
<<Ve lo dice uno che conosce Fred da quando è uscito dalla scatola. Quel ragazzo ha l'eruzione>>
Jeff prese la parola <<Adesso non esageriamo. Fred non è un velocista. È sempre stato un costruttore ed ha sempre lavorato alla torre. Gally se ne accorge se uno dei suoi se la svigna>>
La nostra attenzione venne catturata dall'urlo proveniente dal centro della radura.

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora