Capitolo 9

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Ritornai in cucina e presi il piatto che Frypan mi aveva riservato.
<<Hai ballato la samba in bagno? >> Chiese indicando le mie mani.
Probabilmente aveva notato quanto tempo ci avevo messo a lavarle.
Mi limitai a fare spallucce e continuai a mangiare la mia pasta ormai fredda.
<<Quindi...tu e Newt..>>
<<Cosa?!>>
<<Beccata, hai risposto troppo velocemente. Credi davvero di poter nascondere questo genere di cose? Anche le sacertole lo hanno capito ormai.>>
Mentre parlava, il cuoco mi diede qualche colpo sulla schiena. La pasta mi era stata di traverso.
Non ebbi nemmeno voglia di domandare cosa fossero le sacertole, avevo ben altri problemi a cui pensare.
Com'era possibile? Okay che avevo avuto imbarazzanti visioni solo due minuti fa, e sicuramente mi si leggeva in faccia che qualcosa non andava, ma se era già così palese...
<<Parli del diavolo>>
Indicò qualcosa alle mie spalle, e quando mi girai, riconobbi Newt che era appena uscito dai bagni.
<<Allora, quando vedrò scorrazzare due bei bimbi biondi per la Radura?>>
<<Grazie Fry, ora non ho più fame>>
<<Ricordati le mie parole Elisabeth: due giorni. Vi do' due giorni prima di sco->>
Mi allontanai di fretta per non sentire il resto del discorso di Frypan.

Andai nell'infermeria. Jeff aveva promesso di insegnarmi qualcosa in più, non appena avessi finito di mangiare. Ero molto emozionata all'idea di potermi rendere utile, e avere qualcosa da fare durante le giornate!
<<Non adesso. Non puoi entrare al momento. Per tenerti impegnata, prendi questo. È un raro fiore che sta iniziando a scarseggiare. Vanne a cercare altri.>>
<<Cosa?! Perché non posso entrare? Per quanto ancora dovrò andare a passeggio come Cappuccetto Rosso a raccogliere fiorellini? Io voglio medicare qualcuno.>>
Non so nemmeno da dove mi uscì Cappuccetto Rosso, ma mentre urlavo contro Jeff mi venne in mente quella vecchia storia e mi sembrò adatta da tirar fuori...
<<Oh, la fagiolina vuole medicare qualcuno. Beh, io voglio uscire da qui, ma nella vita non si può avere tutto. Ora va' e smettila di frignare.>>
Ero infuriata. Odiavo che qualcuno mi desse ordini e lì per lì riuscii solo a pensare a quanto sarebbe stato soddisfacente far conoscere le mie nocche al naso del Medicale.
<<Chi ti ha detto di non farmi entrare?>> Chiesi, cercando di urlare un po' di meno
Vidi il ragazzo esitare e grattarsi il braccio, ma prima che cedesse, arrivò Gally con una pezza sulla fronte.
<<Ehi Jeff, mi sa che devi cucirmi->> Lo fulminai con lo sguardo per il pessimo tempismo.
<<Ho interrotto qualcosa?>>
Jeff iniziò a spiegargli la situazione, e ne approfittai per lanciarmi a capofitto verso l'entrata.
<<Fagio aspetta!>>
Appena entrai, me ne pentii.
Roman era steso sul letto e si dimenava selvaggiamente e un fazzoletto nella sua bocca tentava di attutire il suono delle sue urla. I polsi e le caviglie erano legate al letto e i suoi occhi iniettati di sangue dicevano più o meno "AVVICINATI UN PO', COSÌ TI MORDO". Mi sembrò un pensiero alquanto strano, ma quando provai ad avvicinarmi per davvero, avvicinò la sua faccia al mio braccio e urlò -se possibile- ancor più di prima...senza quello straccio fra i denti, sono sicura che mi avrebbe strappato l'arto a mozzichi.
Ci raggiunse Jeff, con uno sguardo non meno omicida di Roman.
<<Ora capisci? Era per questo non dovevi entrare! Tuttavia, già che sei qui..>>
Tirò una tendina verde e preparò il letto più vicino come se dovesse fare un'operazione chirurgica.
Roman occupava l'ultimo letto della fila, perciò non dava troppo disturbo.
Gally si accomodò con la grazia di un rinoceronte e il medicale agguantò ago, filo e bende. Mi fece segno di sedermi sullo sgabello davanti al letto e si accucciò alla mia destra.
<<Vediamo se morirai dissanguato o no.>> disse rivolto al Costruttore, che abbassò la pezza oramai rossa mostrando un taglio abbastanza profondo sulla fronte.
<<Mh, è il tuo giorno fortunato, sembra che basterà qualche punto. Inoltre, avrai il piacere di essere curato dalla pivella.>>
Mi passò del cotone impregnato di disinfettante, e iniziai a ripulire la fronte del paziente. Tremavo leggermente e il ragazzo lo notò, evidentemente in imbarazzo. Non doveva adorare l'idea che fosse una novellina senza alcuna esperienza ad occuparsi di lui.
Una volta pulito tutto, il medicale mi ordinò di cucire il taglio e fasciarlo. Lo feci, procedendo lentamente e con un po' di disgusto e paura. E se sbagliavo? E se gli facevo male?
Dopo qualche minuto e un quintale di olio di gomito, il Costruttore fu fuori con dei punti..discreti.
Jeff mi prese da parte e sussurrò <<È stato Newt a chiedere di tenerti lontana da Roman e di farti fare qualcos'altro. Non sono d'accordo con lui, se te lo stessi domandando. Vuoi essere una medicale? Bene, ma dovrai abituarti a urla, sangue, punture di Dolenti eccetera. Chiaro?>>
Perché mai Newt si preoccupava di quale lavoro facevo? Non era lui a dover decidere.
Annuii alla domanda e andammo fino al letto del pazzoide.
<<Gli abbiamo già dato il Dolosiero; ora starà subendo la Mutazione, perciò tra qualche ora inizierà a gridare peggio di prima. Gli abbiamo messo il fazzoletto per evitare che si strappi la lingua o che ci faccia esplodere i timpani.
Hanno una forza sovrumana quando attraversano questo stato, però io dovrei pulirlo, perciò allontanati.>> Rabbrividii. Come avrebbe fatto ad urlare più di così? Se io avessi provato ad imitarlo, avrei sputato le corde vocali.
<<Tranquilla non può farti niente, in teoria>>. Rassicurante.
Si allontanò un secondo, poi tornò con un vassoietto metallico zeppo di strumenti e oggetti vari: bende, cerotti, alcol, un bisturi, delle pinzette e una siringa.
Nell'altra mano aveva una ciotola dell'acqua e un fazzoletto.
<<Questa è una potente dose di anestetico>> Spiegò alzando la siringa. <<Lo addormenterà per ore>>
Senza fare troppe storie, inserì l'ago nel braccio di Roman, il quale si calmò all'istante.
I suoi muscoli si rilassarono e le sue palpebre si chiusero. Jeff tolse il fazzoletto dalla sua bocca (Cosa che avrei evitato) e gli slegò polsi e caviglie (altra cosa che avrei evitato).
<<Prima di tutto, puliscilo.>>
<<Io? Avevi detto che lo avresti fatto tu!>>
Roteò gli occhi. <<Andiamo, hai intenzione di fare questo lavoro o no? Prendi il fazzoletto e glielo passi sul volto>>
Controvoglia, seguii i suoi comandi. Mentre bagnavo la pelle dell'addormentato, vidi le sue vene ingrossarsi. Aveva tagli attorno alla bocca e ai lati degli occhi, non proprio una vista piacevole.
<<Come ha fatto a farseli?>> Non ero sicura di volerlo sapere, ma il silenzio iniziava ad essere pesante.
<<Si è graffiato gli occhi con le unghie e si è morso le labbra. È stata una scena raccapricciante.>>
Già, forse era meglio il silenzio.
Disinfettai e chiusi quei tagli senza fiatare.

Erano passate due ore e Roman ancora dormiva.
Non era successo granché...avevo medicato qualche dito ad un cuoco, tolto schegge di legno dal palmo di un costruttore e disinfettato qualche ustione.
<<Credo mi piaccia, sai? Almeno mi rendo utile. Certo, resta disgustoso, ma è meglio che sgozzare maialini o bucarmi le mani riparando porte. Aiuterò gli altri.>>
<<...Senza morire.>> aggiunse Jeff.
<<Senza morire>> confermai.

Eravamo entrambi su un letto e stavamo mescolando delle pomate, quando la porta si aprì e una testa bionda munita di bastone entrò.
<<E tu cosa ci fai qui?>> disse rivolgendosi a me.
<<Lavoro. Piuttosto, tu cosa ci fai qui?>>
Ignorò la mia domanda e fissò Jeff, che nel frattempo si era alzato con un certo nervosismo.
<<Sbaglio o ti avevo detto di non farla entrare?>>
<<Newt, se vuole essere una medicale si deve abituare. Non può curare i ragazzi in mezzo ad un prato con legnetti e fili d'erba.>>
<<Sai cosa? Lascia stare, grazie amico>> gli diede una pacca sulla spalla e mi lanciò un'occhiata così profonda e spaventosa da fare a pezzi una lastra di vetro, dopodiché uscì.
<<Newt aspetta, devo controllare la tua gamba! Newt!>>
Il medicale lo seguì fuori dall'edificio e io rimasi da sola.
Ma insomma! Chi si credeva di essere? Nessuno poteva dirmi dove andare, cosa fare e chi aiutare. Solo perché era il vice-capo, non poteva modellare la mia vita a suo piacimento!
Rimuginavo da qualche minuto, e sobbalzai quando una voce smorzò il silenzio che si era creato.
<<Elisabeth?...>>
Mi voltai e vidi Roman aprire gli occhi. Sembrava docile, così mi avvicinai cautamente.
Seduta sul letto accanto al suo, ascoltai ogni sua parola.
<<Ce l'hanno fatta alla fine? Ci hanno mandato qui? Cazzo, pensavo ci fossimo riusciti...>>
<<Roman, di cosa stai parlando?>>
<<Per favore Lizzy, ricordati di lui. Non sopportava che ti avessero cambiato nome, così ti chiamava Trix. Te lo ricordi?Scusa io...io non ce la faccio..>> e richiuse gli occhi tornando nel suo sonno.
<<Chi mi chiamava Trix? Rispondimi!>>
Iniziai a scuoterlo, ma senza successo...sotto shock, non notai Jeff finché non mi fu affianco.
<<Aahh, fancaspio. Fagio, vai tu a parlare a quella testa di sploff e a controllare come sta. Non mi dà proprio retta.>>
Decisi di non fargli sapere quello che era successo. Prima volevo capire a cosa si riferissero quelle poche frasi.
<<Non puoi controllarlo dopo?>>
<<Fagio, muoviti.>>
Sembrava parecchio incazzato, per cui decisi di ascoltarlo e andare a cercare quella bella addormentata testarda.
Iniziai a camminare, ma presto mi accorsi che non avevo idea di dove andare. Il sole stava tramontando e la luce diminuiva sempre di più.
Provai ad andare nel bosco, nella zona dove Minho mi aveva fatto bere quell'intruglio per "l'iniziazione". Sembrava passato così tanto tempo da quel giorno, invece erano passati pochi giorni (non gli avevo contati, a dirla tutta.)
<<Newt! Dove sei? Eddai, non farti pregare. Jeff vuole solo sapere se stai bene!>>
<<Sono qui fagio...finito di strillare?>> Da dove aveva parlato? Mi guardai attorno, poi alzai la testa. Era esattamente sull'albero che io e Minho avevano scalato, ma molto più in basso.
<<E tu come ci sei arrivato lassù? Fino a qualche giorno fa non stavi manco in piedi! Frypan ti mette qualcosa nel cibo? Perché se è così, lo voglio anche io. Su, aiutami a salire.>>
Con tutte le mie forze, mi arrampicai e il biondo mi porse una mano.
Eravamo seduti su un ramo e la radura iniziava ad illuminarsi.
Appoggiò una mano sulla mia e istintivamente incrociai il suo sguardo vagamente triste.
<<Cos'hai?>>
<<Dovrei chiedertelo io, sei sempre pensierosa e distaccata. Non voglio che tu soffra Liz, e non voglio che tu mi menta.>>
<<No, in fatti ti basilico>>. Ero sotto pressione, okay? La mia mente pensava solo a battute per alleviare la tensione.
Lui però non riuscì a trattenere una risata, e contagiò anche me.
<<Stare con Minho ti fa male Lizzy>>
Dopo circa due minuti di risate tornammo seri.
<<Io sto bene, ma Newt, mi faresti vedere la caviglia? Lo sai che Jeff ti inseguirebbe per tutto il Labirinto pur di avere la situazione sotto controllo, perciò è inutile provare a sfuggirgli in mezzo al bosco.>>
<<Qui? Sicura che non mi sbilancio e voliamo giù?>> Spostò lo sguardo al terreno sotto di noi. Non era una caduta orribile, sicuramente non avrebbe fatto bene.
<<No, se vuoi scendiamo, ma facciamo in fretta...ho i minuti contati: sai, per la storia della gattabuia.>>
Ci guardammo. I suoi occhi, se possibile, sembravano splendere al buio e i suoi capelli, i suoi capelli erano davvero magnifici.
<<Io...io dovrei andare adesso...la prigione aspetta.>>
Newt mormorò una specie di "shh" ma non lo sentii molto bene. Arrossii di colpo. Eravamo lì a guardarci, fino a quando lui si avvicinò e le nostre labbra si toccarono.

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora