Capitolo 26

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Mi svegliai stranamente piena di energie, probabilmente perché avevo avuto la prova che i radurai non erano un gruppo di ragazzi depressi ma sapevano divertirsi.
Uscii dal casolare e mi diressi verso le cucine correndo, dato che si stavano affollando.
Quando varcai la soglia della tettoia sotto alla quale c'erano i tavoli, una secchiata d'acqua gelida si rovesciò su di me.
Rimasi immobile per qualche secondo, congelata dal freddo e dall'imbarazzo.
Molti ragazzi erano a terra con le mani sulla pancia, forse troppo impegnati a ridere per guardare le mie guance rosse. Frypan mi fissava ghignando sotto ai baffi.
Ci volle poco a capire chi fosse stato, ma decisi di non dargli la soddisfazione di vedermi sclerare.
Pesi un panino al cioccolato e andai all'infermeria, come se non stessi gocciolando ovunque.

Entrai sbattendo la porta e facendo sussultare i medicali.
<<Dove sono i miei fogli? Dovevi portarmeli!>>
Disse Jeff.
<<Chiedilo a Newt.>>
Clint mi passò un lenzuolo e con velocità mi asciugai i capelli, sperando che i vestiti si asciugassero con il caldo.
La mattinata passò velocemente.
Tra bendaggi e medicazioni, elaborai la mia vendetta.

Ormai Gally era stato liberato, la ferita era in fase di cicatrizzazione e, mancando solo tre giorni all'arrivo del fagiolino (e quindi alla festa), Frypan aveva obbligato Jeff a farlo uscire.
Non vedevo l'ora di buttarmi su un letto vuoto dell'infermeria, o meglio ancora, mettere in atto il mio piano...ma Greg rovinò tutto.
Il rosso, già senza una mano, si era ferito ad una gamba con un vecchio coltello arrugginito.
In quel momento pensai fosse un genio a giocare con un coltello che probabilmente aveva il tetano.
Lo portammo in infermeria e appena si stese iniziamo ad esaminarlo.
La ferita era profonda più o meno due centimetri e lunga cinque.
Il sangue sgorgava velocemente.
Tamponai con forza fino a quando il sangue non cessò.
Gli misi i punti, lo bendai con una fasciatura stretta e gli iniettai una dose di anestetico.
Il povero Greg riposava su un letto, coperto come un bambino.
Jeff era sicuro che avesse il tetano, ma non voleva dirlo al ragazzo per paura di mandarlo nel panico.
Tutte le sfortune capitavano a lui? Prima la mano mozzata, poi la pugnalata alla gamba, e ora pure il tetano?
<<Qualche mese fa i Creatori hanno mandato libri antichi di popoli altrettanto vecchi.
Ricordo un paragrafo che spiegava i poteri curativi del latte di pecora. Potrei usare quello, però non sarebbe abbastanza.
Per fortuna il capitolo dopo diceva che quel popolo aveva un fiore sacro, la viola.
Credevano che questo fiore potesse dare molti benefici.
Ho già mandato Clint ha raccoglierne una decina, tu invece potresti andare da Wiston a prendere circa due litri di latte?>>
Da bravo soldato andai verso il macello, sperando di non trovare l'intendente impegnano a...lavorare.
Bau mi accolse calorosamente e dietro di lui (grazie a dio) apparve il ragazzo.
<<Ciao Liz, come mai da queste parti?>>
<<Jeff vuole due litri di latte di pecora...non farti domande>>
Il ragazzo seguì gli ordini ed io ritornai all'infermeria con un secchio di latte per mano.
Clint era già arrivato e l'intendente aveva iniziato a staccare i fiori dal gambo.
Immerse nel primo secchio la metà dei fiori, e l'altra metà nell'altro secchio.
In poco tempo il latte si colorò di viola.
Jeff prese un bicchiere e lo immerse, riempiendolo fino all'orlo.
Si avvicinò a Greg che lo bevve tutto d'un sorso, tremando un po' e versando qualche gocciolina lilla a terra.

Mentre gli altri cenavano, io mi diressi verso la camera di Newt.
Il mio piano aveva inizio:
Presi un biglietto giallognolo dove scrissi al biondo di uscire dal casolare.
Grazie alla mia intelligenza, riuscii anche a fare lo stampo di un bacio (bagnando del gesso rosso e spalmandomelo sulle labbra).
Scrissi anche qualcos'altro che preferisco non specificare..
Circa venti minuti dopo andai a cena, non prima di aver baciato Newt sulla guancia, marchiandolo di rosso.
Non mi tolse gli occhi di dosso per tutta la sera.
Dopo un mio cenno della testa, il biondo corse nel casolare.
Fischiai per attirare l'attenzione e condussi tutti i ragazzi davanti all'edificio. Dopo qualche minuto, uscì un Newt in mutande...come previsto.
<<Che belle mutande, Newtie!!>> Gridò Minho.
Seguirono risate e gemiti. Il biondo (con ancora il biglietto in mano e le mutande in bella vista) si avvicinò e mi sussurrò:
<<Aspettati una vendetta, tesoro.>>

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora