12│I Don't Need Your Help

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È venerdì sera.
Siamo già al pub da mezz'ora e stiamo sistemando le ultime cose per la serata.
Celine, come al solito, impartisce ordini a tutti nella speranza che sia tutto perfetto. La mora, con le lunghezze dei capelli tinte di biondo, indossa una gonna lunga nera e un maglioncino bucherellato dello stesso colore.
Lexi è in cucina con Charlie e Zach che cerca di aiutare i due nella scelta dei piatti.
«Indovina chi sono?» chiede qualcuno mentre ho delle mani sugli occhi.
«Adam!» mi volto e vedo il ragazzo in questione che mi sorride e mi porge un mazzo di rose.
«Oh, grazie. Non dovevi» rispondo leggermente imbarazzata ma la sensazione che provo dentro è confortante: è come se qualcuno mi stesse abbracciando. Un gesto piccolo ma che che fa tanta differenza.
«Bleah, che cosa melensa» dice Harry arrivando da dietro di Adam.
«Non penso che siamo presentati. Sono Adam» dice prontamente, quasi impassibile, lasciandomi un po' sorpresa.
«Harry» la sua schiettezza ed arroganza, invece, non mi sorprendono, sembra di essere ritornati al primo incontro.
I due si guardano male ed Harry se ne va dai ragazzi senza aggiungere altro. Cafone.
«Quel tipo non mi piace» dice Adam.
Lo guardo semplicemente; indossa una camicia bianca e un pantalone blu.
La serata inizia, il pub si riempie di gente e i ragazzi iniziano a cantare.

"Who's gonna be the first one to start the fight?
Who's gonna be the first one to fall asleep at night?
Who's gonna be the first one to drive away?
Who's gonna be the last one to forget this place?"

Sono davvero bravi.

"Oh spaces between us
Keep getting deeper
It's harder to reach you
Even though I try
Spaces between us
Hold all our secrets
Leaving us speechless
And I don't know why"

Guardo Harry e poi Adam. Sono uno l'opposto dell'altro.
Adam è così gentile e premuroso mentre Harry... Harry è arrogante e testardo.
Harry. Harry.
Non riesco a smettere di guardarlo.
È bellissimo, e la sua voce è stupenda.

"Who's gonna be the first to say goodbye?
Who's gonna be the first to say goodbye?
Spaces between us
Spaces between us
The spaces between us
The spaces between us"

Tutto il pub applaude, i ragazzi sono stati fantastici.
«Grazie mille! Noi siamo gli ONE DIRECTION» grida Liam attraverso il microfono.
Ad un certo punto, mentre la musica continua, la mano di Adam prende la mia.
«Vieni, ti faccio vedere una cosa» dice nel mio orecchio.
Lo seguo e mi porta nel parcheggio dove ci appoggiamo alla sua macchina e guardiamo le stelle insieme.
«Sai, Alex, mi sei piaciuta da subito» dice Adam guardandomi intensamente.
«Oh... Non so cosa dire davvero» gli confesso imbarazzata. Questo ragazzo è davvero amorevole ma non penso di provare lo stesso per lui.
Si avvicina al mio viso e capisco che vuole baciarmi ma mi tiro indietro.
«Adam, io non ti conosco nemmeno. Sei un ragazzo molto carino e gentile ma non penso sia il caso».
«Sei seria?» mi domanda arrabbiato.
«Senti io..».
«No tu niente, stronza» mi prende il polso facendomi male. La situazione sta cambiando improvvisamente. Ma che diamine?
«Adam, smettila. Mi fai male"»cerco di liberarmi, ne ho già passata una, basta vi prego!
«Zitta...».
«Hey, cretino! Ti ha detto di smetterla».
Harry era davanti a noi. Arrabbiato come non mai.
Prende Adam per il colletto della camicia e lo spinge a terra.
Lo vedo inginocchiarsi sul corpo stordito di Adam. Alza in aria una mano, la chiude e, in quell'istante, gli sferra un pugno sul volto. E poi un altro, e una altro ancora, e ancora. Perdo il conto e, solo in quel momento, rinsavisco dal mio trance.
«Harry, basta! Così lo uccidi» grido in preda al panico.
Poco dopo escono i ragazzi che lo fermano e fanno alzare Adam.
«Sparisci subito» grida il riccio che viene trattenuto da Liam.
Adam, ancora un po' traballante e frastornato, sale in macchina e se ne va.
«Grazie» dico a voce bassa.
«Forza ragazzi, è ora di andare» dice Liam lasciando Harry.
Ci salutiamo tutti e pian piano se ne vanno. Siamo rimasti solo io ed Harry.
«Dai, ti accompagno» nel suo tono riesco a percepire ancora della rabbia.
Una volta arrivati, scendiamo dal veicolo. Non gli stacco gli occhi dosso, mentre lui, a differenza mia, non mi rivolge nemmeno uno sguardo e continua ad avanzare verso la sua abitazione. Un'idea mi balena nella testa. aiutarlo, ma non so se farlo. Alla fine decido, gli prendo la sua mano prima che possa allontanarsi ancora di più.
«Lascia che ti aiuti con le ferite».
«Non ho bisogno di aiuto. Grazie» dice entrando in casa sua, lasciandomi sul marciapiede.

Notting Hill - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora