16│I'm Sorry

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«Alex! Alex! Mi dici cosa è successo?» grida Celine dalla parte opposta della porta.
Niall era andato a casa da un po', ed io non avevo avuto voglia di cenare con loro.
Dopo la discussione con Harry mi ero completamente rinchiusa in camera mia, ed ora mi ritrovo sotto le coperte con un barattolo di gelato al Cookie Dough.
«Assolutamente niente!».
«Allora perché sei chiusa in camera con un barattolo di gelato?».
«Che succede?» sento la voce di Lexi chiedere a Celine dall'altra parte
«Non lo so! Non esce».
«Alex. Siamo tue amiche e sai che ci preoccupiamo per te. Sono sicura che è successo qualcosa con Tarzan perché altrimenti non staresti così. Noi siamo qui quando vuoi parlarne».
Silenzio.
Silenzio.
«Ok, C. andiamo..."
«Mi ha chiamata puttanata» dico mentre apro la porta alle mie coinquiline.
Silenzio. Le facce sconvolte delle mie coinquiline dicono tutto. Non faccio in tempo a girarmi che sento Celine urlare "È MORTO! È UN UOMO MORTO" e dirigersi verso le scale. Sia io che Lexi le gridiamo contro di non andarsene e, se non fosse stato per quest'ultima che l'ha tenuta stretta per il polso, a quest'ora avrebbe già buttato giù la porta di casa di Harry.
La mora si gira e, con uno sguardo quasi assassino, ci osserva entrambe. Penso capisca la gravità del suo gesto impulsivo, infatti chiude gli occhi e fa un respiro profondo, per poi riaprili e fiondarsi dentro camera mia.
Celine si siede sul mio letto, sbuffando e con gli occhi ancora pieni di rabbia, mentre Lex sulla sedia della scrivania.
«Beh è un deficiente» dice la bionda.
«Oh, Alex. Lascialo perdere. Forse non voleva dirlo davvero, magari era solo arrabbiato» continua poi.
«Ciò non cambia il fatto che lui sia stupido» commenta acida Cel.
«Grazie, ragazze. Gelato?» chiedo facendole ridere.
Restiamo in camera mia qualche ora parlando del più e del meno e finendo l'intera confezione di gelato. Successivamente Lexi si alza per andare a farsi una doccia mentre Celine scende al piano di sotto per giocare a qualche videogioco.
Mentre esco dalla mia stanza per raggiungere Celine in soggiorno suona il campanello.
«Alex, vai tu?» urla Lexi dalla doccia.
«Si, nessun problema!».
Apro la porta e la richiudo subito dopo.
«Chi è?». domanda Celine mentre esce dalla sala.
«Nessuno!».
«Alex? È per caso Harry? Giuro ch-».
«No...».
«Alex?».
«Si» «Ma non voglio parlargli».
«Spostati ci penso io, vai a nasconderti in sala» la vedo fiondarsi verso la porta con un'espressione fin troppo seria. Nella mia testa prego che non faccia cavolate e che non dica più del dovuto.
Poco dopo sento Celine riaprire la porta è parlottare con il ragazzo in questione. Mi siedo sul divano guardando i miei piedi nudi. Passano all'incirca cinque o dieci minuti, non ci faccio davvero caso, tantoché non mi rendo nemmeno conto di non sentirli più parlare, finché.
«Ciao».
Giro di scatto la testa: lui è in piedi davanti a me.
«Harry» dico con voce flebile.
«Bel pigiama» dice.
Mi guardo meglio: sto indossando la camicia da notte di topolino.
«Sei qui per commentare la mia scelta di vestiti? Mi sembra che tu l'abbia già fatto e non hai commentato solo quello» dico acida.
«No... Io, sono qui per scusarmi».
Mi alzo e lo guardo meglio.
«Dico sul serio. Mi dispiace per quello che ho detto, non che tu sia stata gentile».
«Ora è colpa mia? Ti avevo solo posto una domanda».
«Che non dovevi fare! Sono affari miei».
«Ovviamente, certo. E quindi? Dovrei scusarmi? Scordatelo».
«Okay. Hai ragione, lasciamo perdere. Me ne vado».
«Harry!».
Lo rincorro per la casa fino a quando non siamo entrambi fuori sul vialetto. L'aria primaverile di marzo si sente eccome: il profumo dei fiori, che costeggiano il nostro vialetto d'ingresso, è persistente nell'aria.
Il vento soffia ma non violentemente e il poco sole, coperto da qualche nuvola, cerca di scaldare il terreno asciutto.
«Torna dentro, Alex. Prenderai il raffreddore».
«E da quando ti importa?».
«Non mi importa infatti».
Restiamo a guardarci negli occhi per diversi minuti.
«Allora? Mi perdoni, sì o no?».
«Solo se tu perdoni me».
«Ti passo a prendere domani mattina».
«Cosa?».
«Non lo ripeto. Ciao Alex».
Lo guardo, ancora più confusa di prima, mentre attraversa la strada.
Rientro in casa dove Celine e Lexi mi aspettano con due volti sconvolti.
«Cosa è appena successo?» chiedono in contemporanea.
«Non ne ho la minima idea».

Notting Hill - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora