9 │I Don't Care

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«Quindi... Ieri sera?» inizia Celine.
«Non ne voglio parlare, davvero" le dico guardano fuori dalla finestra.
Lei è seduta sul divano mentre gioca alla playstation ed io sono sulla solita poltrona che cerco di evitare la conversazione.
Il sole splende, ma non posso dire lo stesso del mio umore.
«Sicura? Insomma hai conquistato un ragazzo e litigato con un'altro. E lo dico perché tutto il pub vi ha sentiti» continua la mia amica.
«Harry è solo un cafone. Per quanto riguarda Adam non lo conosco nemmeno, mi ha solo chiesto di uscire» rispondo leggermente seccata.
«Mmm. Non mi convince questo Adam, però per citare Lexi "tentar non nuoce, provaci comunque"».
«Eh da quando mi dai retta?» dice Lexi, ancora in pigiama, entrando in sala e sedendosi accanto a Celine.
«Da ora, biondina» risponde la ragazza mentre guarda lo schermo della televisione.
Dopo qualche secondo di silenzio, penso sia il caso di chiedere consiglio alle mie amiche.
«Dite che devo scrivergli io?» chiedo titubante.
«Ovvio! Forza, mandagli un messaggio» dice Lexi.
Seguo il suo consiglio e scrivo ad Adam; gli chiedo quando vorrebbe uscire e ripongo il cellulare in tasca mentre attendo una sua risposta.
«A voi non dà fastidio? Per il pub dico».
«Assolutamente no» dice Celine non distogliendo, però, lo sguardo dalla TV.
A volte penso che sia un po' troppo ossessionata da quei giochi, oppure finirà per diventarne parte.
«Cavolo!» continua la ragazza.
«Che è successo?» chiede la bionda accanto.
«Ho perso la partita» risponde lei triste.
E scoppiamo a ridere.
«Guardate che era una cosa seria!» urla Celine mentre io e Lexi ridiamo ancora.
Si, ne sono sempre più convinta: quella ragazza ha una vera e propria ossessione.

☁️☁️☁️

Un'ora dopo ricevo la risposta di Adam che mi chiede di uscire questa sera, accetto e concordiamo di vederci sotto casa mia alle sette.
Guardo l'orologio sulla parete: segna le cinque e mezza. Qualche minuto dopo mi alzo dalla poltrona e salgo le scale. Faccio una doccia calda e mi reco in camera per poi iniziare a prepararmi.
Celine e Lexi fanno irruzione nella mia stanza e mi obbligano ad indossare un vestito corto fino al ginocchio, leggermente aderente e con le maniche a tre quarti.
Dopo essermi preparata Celine esce di casa, Lexi si ritira in camera sua e decide di raggiungere la moretta sul tardi, ed io resto in attesa dell'arrivo di Adam.
Suona il campanello e appena apro la porta mi ritrovo Harry davanti.
«Si?» chiedo.
«Stai uscendo?» risponde lui.
«Come scusa? Non penso di doverti dire quello che faccio. In ogni caso volevi qualcosa?» rispondo scocciata e anche un po', volutamente, antipatica.
«Hai ragione, non mi interessa niente di quello che fai.... Esci con quello?» chiede ancora sgarbatamente.
«Ma che problemi hai?» ribatto.
«Nessuno, tu mi sembra che ne abbia tanti invece».
«Allora cosa volevi?».
«Niente, da te. Devo parlare con Celine».
«Non è in casa, ora vattene».
«Alex? Tutto ok?».
Guardo oltre le spalle di Harry, per quanto mi è possibile, e vedo Adam che mi osserva.
«Adam, si tutto bene. Questo ragazzo cercava una persona che non è qui. Ma se ne sta andando» dico in fretta.
«Certo».
Harry si allontana e dà una spallata ad Adam.
«Maleducato il ragazzo».
«Non sai quanto».
«Allora... Andiamo?».
«Eccomi».
Saliamo sulla sua auto bianca, il ragazzo guida con prudenza tra le strade di Londra fino a quando non arriviamo a South Bank.
«Vieni, facciamo un giro sul London Eye» dice.
Non controbatto, nonostante io soffra terribilmente di vertigini, e saliamo sulla ruota panoramica da dove si vede tutta Londra.
Adam mi prende la mano e mi guarda negli occhi.
«Ti piace?».
«Molto, nonostante le vertigini" dico ridendo leggermente per dare peso all'ultima parte della frase.
«Soffri di vertigini? Scusa non lo sapevo».
«Non preoccuparti!» esclamo.
Il giro finisce e decidiamo di mangiare qualcosa in un locale lì vicino. Il ristorante è piccolino ma molto grazioso: le pareti rosse creano un'ambiente vivace, i tavoli sono tutti occupati da famiglie e coppie che riempiono l'aria con chiacchiere e risate.
«Adam... Che cosa fai nella vita?».
«Sono un fotografo, mi piace andare in giro a fotografare paesaggi ma anche le persone. Lavoro in uno studio nella City».
«Wow, è davvero bello!».
«Si, mi piace molto. Te, invece?».
«Il pub di ieri sera è mio».
«Oh, stupendo!».
Finiamo di cenare e passeggiamo lungo il Tamigi; arriviamo fino al Westminster Bridge da dove abbiamo un'ottima visuale del Palazzo di Westminster illuminato dalle luci artificiali.
«È davvero bello qui" dice Adam spezzando il silenzio.
«Si, hai ragione».
«Alex? Che ne dici se ci vediamo di nuovo?».
«Mi piacerebbe... Se vuoi venerdì suonano dei miei amici al pub».
«Ci sarò di sicuro!».
Ripercorriamo la strada di prima fino all'auto; saliamo in macchina e mi riporta a casa.
«Allora a venerdì» dice lasciandomi sotto casa.
«A venerdì» rispondo e guardo il veicolo sparire nell'oscurità della notte.

Notting Hill - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora