27│Crazy In Love

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Una settimana dopo - Domenica

Il pub questa sera è chiuso, per fortuna aggiungerei. Questa settimana è stata terribile: in sala eravamo solo io, Lexi e Lola mentre Millicent era impegnata con i preparativi del matrimonio. Inoltre, come se non bastasse, Charlie si era preso la febbre e il povero Zach si era ritrovato a gestire centinaia di ordini in solitudine. Il martedì c'era stata una festa di compleanno per un bambino e tutti i suoi amichetti hanno pensato bene di girare per il locale disturbando i clienti e facendo cadere alla bionda il vassoio con i bicchieri colmi di birra.
Infine venerdì sera un signore anziano, nonostante il cartello "pavimento bagnato", era caduto a terra slogandosi un polso. Tutto fantastico insomma.
Celine è appena tornata da Milano ed è crollata subito, ora dorme beatamente sul divano. Lexi è ancora a letto ovviamente, di conseguenza sono l'unica sveglia.
Sono seduta in cucina e fisso il muro bianco davanti a me; con Harry le cose stavano andando bene fino a quando non abbiamo litigato di nuovo. Siamo entrambi spaventati per il nostro futuro e per l'imminente tour dei ragazzi.
«Vieni con me» diceva lui.
«Harry, lo sai che non posso. Ho il pub e le ragazze non riuscirebbero da sole».
«Alex, ti amo».
«Anche io, Haz. Ma non posso».
Harry si era arrabbiato tantissimo, non lo avevo mai visto così.
Non ci parliamo da una settimana esatta. Non mi aveva chiamata, né lasciato messaggi. Lo vedevo in giro: al supermercato, fuori casa ed ero sicura di averlo visto persino fuori dal pub; ma ogni volta lui se ne andava senza dirmi niente, si limitava a guardarmi come uno stalker. Mi faceva venire più nervoso di quanto già ne avessi. Nemmeno il "Soldato D'Inverno" mi avrebbe fissato così intensamente.
«Ciao, Alex».
«Celine. Come stai?».
«Io? Benissimo, è stato il concerto più bello di sempre. Pensa che Jungkook mi ha anche chiesto di uscire» dice la ragazza leggermente imbarazzata e sorridendo come una scema mentre si prepara la colazione.
Celine ha quanto pare ha avuto più fortuna di me; sembrerebbe che il ragazzo asiatico avesse davvero un debole solo per lei, era così romantico. Me li immagino come i protagonisti di un libro, quasi come Aaron Warner e Juliette di "Shatter Me" nonostante non siano degli "enemies to lovers".
«Piuttosto... Te e Harry?»
«Niente. Non c'è bisogno di dire nulla».
«Alex. Prova a parlargli... Insomma vi amate davvero, si vede lontano chilometri che vi mancate».
«Non lo so C. E poi cosa dovrei dirgli? "Mi dispiace, certo che vengo con te"? Lo sai che non posso Cel. Il pub è tanto mio quanto vostro».
«Alex, lo so davvero. Hai messo tutta te stessa nel locale. Hai rinunciato a tutto ma ora devi pensare un po' a te. A Harry. Sii egoista per una volta».
«Non lo so...» dico in completa confusione, la mia mente non sembra ragionare lucidamente ora. Quando penso ad Harry è sempre così.
«Se non per un anno parti per un mesetto almeno. Poi vi potete telefonare tutte le sere. Inoltre ci saranno molte tappe in Europa».
«Ho bisogno di tempo...».
«Cazzate! Vai subito da lui. Lo so che lo stai pensando anche tu Al» Celine mi guarda in attesa di una mia reazione; non l'avevo mai vista così per un ragazzo, che tra l'altro interessava a me e non a lei.
Mi alzo velocemente, prendo le chiavi di casa e corro fuori dalla porta. Sono ancora in pigiama e sono pure scalza.
Il sole di luglio scalda l'asfalto ma non mi interessa. Corro dalla parte opposta della strada non curandomi degli sguardi curiosi dei miei vicini.
Suono il campanello più volte in attesa di una sua risposta.
«Un attimo, dannazione!» grida Harry mentre apre la porta.
Lui è lì davanti a me; come me è ancora in pigiama, probabilmente si è appena svegliato.
«Alex?» mi guarda sorpreso ed io ormai ho le lacrime agli occhi.
«Mi dispiace Harry, non volevo litigare con te. Ma non posso, ho il pub da mandare avanti... Non posso seguirti per un anno intero ma forse qualche mese o...» non riesco a finire di parlare, Harry mi fa entrare in casa e mi fa sedere sul divano verde scuro.
«Alex, anche a me dispiace. Non avrei dovuto reagire così. Ti amo. Non sei obbligata a venire ma prometto che ti telefonerò tutti i giorni».
Harry mi abbraccia e mi stringe a sé. Restiamo sul divano per diverse ore senza parlare, ci coccoliamo e basta come se ci fossimo già detti tutto quanto. Quando sono con lui non ho bisogno di parole; mi basta uno sguardo per farmi capire, una carezza o un bacio per farmi sentire amata. I suoi occhi verdi mi fanno sentire bella e le sue braccia mi proteggono da qualsiasi cosa o persona.
«Hai fame?» chiede il riccio.
Annuisco e lui si reca in cucina.
Mentre lo guardo far da mangiare penso che sono davvero fortunata, lo amo da impazzire.

Notting Hill - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora