13│Art Gallery And Tea

31 3 0
                                    

Decido di prendermi la giornata libera. Dopo ciò che è successo ieri con Adam non me la sento di uscire e andare a lavorare stasera.
«Riprenditi ok?» mi dice Celine prima di uscire di casa.
Mi metto seduta sul divano, in televisione danno uno dei miei film preferiti: "Colazione da Tiffany".
Durante la scena più bella suonano al campanello. Sbuffo e mi alzo controvoglia.
«Harry...».
«Ciao, Alex. Posso?».
Mi sposto per farlo passare e lui si accomoda sul divano.
«Prego, fai come se fossi a casa tua» gli dico ironicamente.
«Colazione da Tiffany? Sul serio?».
«È uno dei miei film preferiti».
«Perché sei qui?» aggiungo.
«Volevo vedere come stavi».
Questa sua frase mi sorprende. A lui importa di me. No, non è possibile.
«Bene, grazie. Ora puoi anche andare».
«Come siamo cattive oggi».
Abbasso lo sguardo sulle sue mani. Ha le nocche ancora rosse a causa dei pugni dati ad Adam.
«Vieni, andiamo a fare un giro» si alza dal divano, lascia che le sue braccia cadono ai suoi lati e poi si avvia verso la porta.
«Cosa?» chiedo incredula. Gli sbalzi d'umore di questo ragazzo mi faranno venire il mal di testa a lungo andare.
«Sei sorda? Dai, ti aspetto fuori» e così mi supera ed esce dalla porta.
Una volta ripresa dal mio stato di shock, corro in camera, mi infilo un maglioncino rosso e sistemo i capelli. Esco di casa chiudendo la porta a chiave e lo raggiungo alla macchina.
«Finalmente» dice il ragazzo.
«Dai sali nella mia macchina» continua.
Faccio come dice; lui sale al posto del guidatore e fa partire il motore.
«Dove andiamo?».
«Ti piace l'arte, vero?».
«Si, ma...».
«Ok. Allora vedrai" risponde interrompendomi.
Qualche minuto dopo parcheggia e riconosco Trafalgar Square.
«Mi hai portato alla National Gallery?».
«So che uno dei tuoi quadri preferiti è qui...».
«Si, I girasoli di Van Gogh. Ma tu come lo sai?».
«Non ti preoccupare. Anzi ringrazia Celine dopo».
Celine. Ovviamente, avrei dovuto pensarci.

☁️☁️☁️

Visitiamo la galleria piena di turisti e appassionati d'arte; poco ci troviamo lì, insieme, di fronte a una delle opere più belle.
I Girasoli di Van Gogh.
«Sono stupendi» dico senza pensare.
Harry non parla, ma so che mi sta guardando. Riesco a percepire il suo sguardo su di me.
È tutto così strano: prima fa l'antipatico e poi diventa gentile.
«Beh, è quasi l'ora del tè» dice il riccio.
«Dai, c'è un posto qui vicino. Andiamo» dice prendendo la mia mano.
È davvero alto, o forse sono solo io troppo bassa. Le sue mani sono fredde nonostante la temperatura sia aumentata in questi giorni.
Usciamo dalla galleria e arriviamo in una pasticceria non molto lontana e ordiniamo del tè con degli scones, i tipici dolcetti inglesi.
«Ti piace Londra?» chiede.
«Da impazzire, non c'è posto migliore credo».
Annuisce in silenzio mentre beve il suo tè.
«Tua sorella ha detto che prima abitavi a Holmes Chapel».
«Si, è così. Ma dopo ho partecipato ad X Factor e ho formato la band con i ragazzi. Venire a Londra era la scelta migliore».
«Lei vive con te?».
«Gemma? No, è solo venuta a trovarmi».
Lo guardo negli occhi.
Sono davvero belli.
«Andiamo?» chiede.
«Certo».
Dopo aver pagato il conto andiamo verso la macchina e mi riporta a casa.
«Grazie, Harry».
Mi sorride ed entra nella sua abitazione.
Entro in casa e ovviamente dovrei essere abituata alla solita accoglienza, ma a quanto pare credo che non mi abituerò mai alle battutine delle mie migliori amiche, che sia una o che siano insieme.
«Ooh, la signorina è uscita con Mr. Muscolo».
«Lexi! Che ci fai già a casa piuttosto?».
«Ho lasciato il pub nelle mani di Celine. Sto preparando le valigie, torno in Italia a trovare la mia famiglia e Jack».
«Ah, sì fai bene. Quanto starai via?».
«Una settimana circa. Ma ho detto a Cel di tenerti d'occhio. Voglio sapere tutto quello che succede con il signor. Potter».
«Signor. Potter? Ma non gli assomiglia nemmeno».
«Ma si chiama Harry come lui, quindi».
«Tu sei tutta matta» le dico divertita.
Lei sale le scale ridendo e torna a sistemare le sue cose.
Il tempo passa; ceniamo e aspettiamo che Celine torni dal pub.
«Senti, Alex, sono stanchissima. Aspetti tu Celine?» chiede la bionda, riesco a percepire che se rimanesse anche un solo secondo di più in piedi rischierebbe di addormentarsi sulle sue stesse gambe.
«Certo. Buonanotte Lex».
Mezz'ora dopo la porta si apre e una Celine stanca morta entra dalla porta.
«Meno male che domani siamo chiusi!».
«Tanta gente stasera?».
«Non sai quanta" risponde Celine, quasi accasciandosi al suolo drammaticamente.
«Sei stata bravissima, C».
«Modestamente, lo so» e così si ritrae subito in piedi, come se la stanchezza fosse scomparsa da un secondo all'altro, e si sposta una ciocca di capelli in avanti con un sorrisetto. Esce dal salotto e poco dopo ritorna indossando il suo pigiama con i pinguini. Questa qua quando è stanca è più pazza del solito: non va avanti per inerzia ma per adrenalina.
«Com'è andata la tua giornata?» mi chiede sedendosi accanto a me, poggiando poi il mento sul palmo della mano.
«Beh... Io, sono uscita con Harry» dico velocemente.
«Cosa?! Voglio i dettagli ora!" sbatte entrambe le mani sul tavolo e si alza in piedi. Gli occhi le brillano, neanche stesse vedendo il suo videogioco preferito scontato a metà prezzo.
Le racconto tutto e lei sembra che stia per esplodere da un momento all'altro.
«O Gesù, sto pensando al nome per la vostra ship.... Harrex? Mmm no... Ci penso stanotte mentre dormo».
«Celine!».
«Notte anche a te» dice ridendo e chiudendosi in camera.

Notting Hill - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora