22.1│Cinema

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«E quando pensavi di dircelo?!».
«Celine, calmati! Mi sono dimenticata, ok?».
Sono le sei di sera ed è da mezz'ora che discuto con le mie coinquiline.
Diciamo che mi sono accidentalmente dimenticata di dire loro che uscivo con Harry.
Probabilmente non lo avrei nemmeno fatto ma lui ha chiamato per sapere a che ora poteva venirmi a prendere e ovviamente io ero in bagno, e chi ha risposto? Celine.
«Ti sei dimenticata, eh? Non so perché ma non ci credo! Ora scelgo io i tuoi vestiti».
«No, no, no. Celine, fermati!».
Troppo tardi.
La ragazza, che in questo momento sta indossando dei jeans, una maglietta con scritto "Fuck Everybody" e le pantofole con i pinguini, è già corsa in camera mia e sta spulciando il mio armadio alla ricerca di qualche vestito all'altezza del MET gala.
«Non so nemmeno dove andiamo» le dico rincorrendola. Lexi ci ha seguite però non sta proferendo parola, ma la comprendo: in una situazione al contrario farei anche io così, meglio non mettersi contro la mora, sa essere veramente una bestia.
«E tu come lo sai?» la sguardo sconvolta ma lei non mi degna d'uno sguardo.
«Ops. Mi sono dimenticata? Lo ha detto al telefono» dice mentre tira fuori un vestito.
«No, scordati che metto quello».
«Uffa... Ah! Ci sono».
Mette sul mio letto dei jeans scuri larghi e un top con lo scollo a V che lascia la schiena scoperta.
«Vestiti che poi ti trucco io».
«Si, capo».
Poco dopo mi ritrovo nel bagno di Celine mentre lei usa i suoi strumenti da scienziato pazzo su di me.
«Ok, guardati».
Ho l'eye liner nero e un po' di ombretto scuro abbinati ad un rossetto rosso.
«Sei bellissima!» dice la ragazza dietro di me.
«Alex! Hanno suonato il campanello» grida Lexi dall'altra stanza.
«Arriva! Fallo entrare intanto» dice Celine mostrandomi i pollici in su.
In ingresso c'è Harry: indossa dei jeans scuri, una camicia di seta rossa e degli stivaletti neri.
«Ciao,ragazze. Alex, pronta?».
«Si, andiamo» dico prendendo la borsetta lucida.
«Divertitevi!» ci urla Lexi dalla porta d'entrata
Camminiamo fino al cinema dato che non è molto lontano da casa nostra.
«Che film ti va di vedere?».
«Non saprei te hai qualche preferenza?" chiede il ragazzo.
«No, però so che ridanno Notting Hill».
«Va bene allora vada per quello».
Harry insiste per pagarmi il biglietto e allora io gli offro i popcorn.

"È come se mi fossi fatto di eroina dell'amore e ora non potessi più averla. Ho aperto il vaso di Pandora e dentro ci sono solo guai."

Mi giro verso Harry: sembra realmente preso dal film.
È così bello, i suoi muscoli rilassati e l'aria tranquilla.
«Guardi il film o me?» chiede girando leggermente la testa.
«Io? Guardare te? Pfff. Sto seguendo il film, caro mio».
Mentre battibecchiamo un signore dietro ci intima di fare silenzio, ci guardiamo e scoppiamo in una risata silenziosa.
Quando il film finisce usciamo dal cinema e decidiamo di fare due passi per le strade buie.
«Ma guarda chi c'è».
«Adam».
«Da lui ti sei lasciata toccare, zuccherino?».
Adam guarda prima Harry e poi me con un'aria disgustata. Solo ora noto che c'è una ragazza bionda accanto a lui.
«Sta zitto, verme» gli grida Harry.
Sta stringendo i pugni e la vena sul suo collo pulsa.
«Sennò? Hai paura che ti rubi la ragazza? È tutta tua la puttanella».
Harry non gli fa continuare la frase, lo prende per il colletto della camicia e lo sbatte contro al muro.
«Vuoi ripetere? Cretino» la rabbia è percepibile da chilometri ed io sono bloccata sul posto, non so se dalla paura o dallo shock. Forse da entrambi.
«Ho detto...».
La frase di Adam termina poco dopo a causa di un pugno di Harry.
«Harry!» grido mettendomi le mani sulla bocca.
Il riccio si mette a cavalcioni sul ragazzo e inizia a picchiarlo sempre di più.
«Harry, smettila! Lo uccidi se continui. Aiutami tu!» grido mentre guardo la biondina.
Lei, ovviamente, scappa subito.
«Harry!» gli prendo il braccio ma la sua forza è troppa, perdo l'equilibrio e cado.
«Alex! Scusa. Stai bene?» chiede finalmente mentre si alza da Adam, il quale è inerme steso al suolo.
«Vieni, andiamocene».
Torniamo a casa camminando velocemente, quasi correndo. Siamo fuori dalla sua abitazione e restiamo a guardarci.
«Tutto ok?».
«Tutto ok?! Harry potevi ucciderlo, o farti male!» esclamo furiosa ma anche preoccupata.
«Stava sparando troppe stronzate».
«Al diavolo! Guarda come ti sei ridotto. Forza devo aiutarti».
«Non è necessario».
«Si, invece!».
Lui non ribatte, apre la porta di casa e mi fa entrare.
Non è la prima volta che entro in casa di Harry ma è come se lo fosse.
Mi porta in bagno e prende il kit per le emergenze.
«Siediti lì» dico indicando il bordo della sua vasca.
Fa come dico è inizio a disinfettargli le ferite.
È notte fonda, non si sente nessun rumore provenire da fuori. Continuo tranquilla a disinfettare tutti i tagli, graffi e sbucciature che ha sulle mani nonostante qualche lieve lamento proveniente da lui a causa del bruciore dovuto al disinfettante. Non riesco a non porgergli qualche occhiata al viso nei momenti in cui non mi sta osservando: sono preoccupata/atterrita ma allo stesso tempo il suo viso mi rilassa, sentimento totalmente contrastante con il ricordo dell'accaduto che continua a ripetersi in loop nella mia testa.
«Grazie, Alex».
«Figurati, Harry».
Mi accompagna all'ingresso e ci salutiamo.
Poco dopo mi giro verso la sua porta e busso.
«Alex?».
«Ehm... Harry. Posso stare qui stanotte? Ho dimenticato le chiavi e scommetto che le ragazze dormono... Mi dispiace ma...».
«Vieni, entra» dice senza farmi finire la frase.
Mi accompagna nella camera degli ospiti e mi presta una delle sue maglie per dormire.
Entro nella stanza con l'indumento in mano; mi guardo attorno: le pareti sono bianche e spoglie, il letto, sulla sinistra, è coperto da un lenzuolo verde scuro mentre sulla sinistra c'è una scrivania bianca; è la stanza in cui stava Gemma qualche mese fa.
Tolgo le scarpe e sistemo i vestiti sulla sedia, indosso la maglia di Harry, che mi arriva poco sopra il ginocchio, e mi infilo sotto le coperte.

Notting Hill - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora