𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄
Odiavo il turno di sera. Lo avevo due volte a settimana, dalle otto fino all'una.
Nel bar dove lavoravo, insieme a Marta, la sera dovevo trasformarmi in un Barman, e fare cocktail a più non posso.
Odiavo farli, preferivo il caffè. Oppure il latte al cacao. Risi da sola al pensiero di quella mattina. Dove pensavo che Charles fosse una brava persona e soprattutto gentile. Però mi sbagliavo.In quel momento infatti stavo facendo un sex on the beach, la ragazza che lo aveva ordinato sembrava tutto tranne che simpatica, e lo avevo capito soprattutto da come mi aveva chiesto il drink. "Un sex on the beach" senza saluto e con tanto di sorriso falso, accompagnato da un occhiata disgustata sia per il locale sia per me. Probabilmente il suo ragazzo aveva scelto il bar, e non l'aveva consultata prima di darle appuntamento, ma per me poteva benissimo andarsene.
Comunque mi sembrava di averla già vista prima, pero non ci feci caso. Monaco era piccola e facilmente si vedevano persone per poi rivederle e riconoscerle.
A me accadeva spesso, e c'era una persona che proprio non volevo rivedere, ma era appena entrata dalla porta, forse l'universo stava andando contro i miei desideri. Feci finta di non vederlo, continuando a farmi i fatti miei.
Sbuffai, servendo il cocktail alla ragazza seduta al bancone, però senza guardare lei.
<<È così che lavori? Sbuffando in faccia ai clienti?>> alzai gli occhi al cielo.
Cristo, che voce irritante.
<<Ascolta, non ho sbuffato per te, e lo sai anche tu.>> dissi, con il tono più gentile possibile. <<La mia amica è stata fin troppo gentile con le parole. Perché non vai a fanculo?>> Marta intervenne, facendomi sorridere. La ragazza ci guardò male, ma non si alzò da lì. Decisamente era stato il suo ragazzo ad aver scelto il bar. Io e la mia migliore amica ci battemmo il cinque di nascosto prima di tornare a lavorare.Charles si avvicinò alla mora già seduta al bancone e quando i nostri sguardi si incrociarono giurai di averlo visto sorridere, dopo però divenne impassibile, probabilmente si rese conto di dover mantenere la sua maschera dura, e non parlavo di quella di Michael. <<Ciao Amore.>> lei gli gettò le mani al collo baciandolo ed io e Marta ci guardammo con un espressione disgustata. Amavo la mia amica, mi capiva in ogni situazione.
<<Ciao.>> lui disse solo, rivolgendosi alla mora che gli sorrideva. Era freddo come la neve di dicembre nella 50esima strada di New York. Poi si girò verso di noi, rivolgendoci un sorriso con tanto di fossette ai lati. Volevo tanto affondarci un dito dentro. <<Ciao ragazze.>> poi guardò me, soffermandosi sulle mie labbra per qualche attimo, ero riuscita a vedere i suoi occhi brillare, pensai grazie a me, ma alla fine confermai che in realtà brillavano sempre, in qualunque situazione e a qualunque ora del giorno.
<<Una pina colada, per favore.>> mi chiese, ed io mi misi a lavoro. Chi mai prendeva questi cocktail così semplici? Io ero abbastanza brava a farli, perché a casa mia, a Milano, avevamo la zona bar dove durante le feste con gli amici dei miei genitori mi immedesimavo in un barman, solo per divertimento, infatti mi divertivo parecchio a farli.
<<Ecco a te.>> Servii il cocktail a Charles, che non mi aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un attimo, facendomi anche arrossire poco prima. <<Grazie.>> mi fece un occhiolino prima di tornare a parlare con quella che credevo fosse la sua ragazza.
Continuai a servire altri clienti, iniziando a canticchiare la canzone che rimbombava nell'intero bar.E i suoi occhi verdi non smettevano di guardare me. Mentre parlava con l'oca di prima guardava me, soltanto me. Mentre lavoravo, mi aggiustavo le ciocche sciolte di capelli dietro le orecchie, il suo sguardo mi faceva bruciare. Perché continuava a guardarmi? Certo che non mi dava fastidio, ma prima faceva il gentile, poi diventava scontroso e poi non mi rivolgeva parola, mi guardava soltanto.
Doveva mettere in ordine le idee.
<<Ti sta guardando.>> Marta si avvicinò al mio orecchio, io ci misi tutto il mio autocontrollo per non sorridere, oppure tirargli un bicchiere in faccia, dipendeva da quale personalità poteva avere la meglio su di me. <<Lo sento.>> risposi solamente, facendola sorridere. <<Puoi dirmelo, se ti piace.>> asciugai il bicchiere che avevo appena finito di lavare, poggiandolo accanto gli altri puliti sul bancone. <<Attrazione, soltanto quella, perché non lo conosco per niente . E non voglio farmelo piacere. Tu lo conosci e sai che mi spezzerebbe solo il cuore.>> dissi, sempre in sussurri, e lei annuì, quasi triste a causa della verità uscita dalla mia bocca senza pensarci.
<<Poi.. non mi piacciono i piloti di Formula 1.>> a quello, ahimè, non ci credetti nemmeno io, infatti sorrisi distogliendo lo sguardo da quello di Charles, poi risi, contagiando anche la mia amica. <<Bugiarda.>> mi prese in giro, ed io annuii. <<Forse sono troppo in quel mondo.>> dissi, riferendomi al mio lavoro.
Da sempre avevo sognato di lavorare in Formula 1, con la passione trasmessa da mio nonno materno ero cresciuta con il sogno di diventare meccanico in Ferrari.
Ed era un posto molto ambito. Io avevo un anno di contratto. Un anno per dimostrare che volevo farlo, e che potevo farlo.
Marta mi sorrise, annuendo. Credeva in me.Passammo la serata a guardare i due piccioncini parlare e ordinare drink. Charles però passò la serata a guardare me, e questa cosa proprio non volevo spiegarmela, perché arrivando ad una conclusione mi sarei soltanto illusa. Charles era uno stronzo. Questo dovevo mettermi in testa, senza pensare altro.
<<È la sua fidanzata?>> ero una persona troppo curiosa, per non chiederglielo. La vidi sorridere divertita prima di rispondermi.
<<Rachel? No! La sua unica fidanzata è la macchina.>> risi.
Quindi non aveva una fidanzata..
Era una cosa positiva o negativa?Terzo capitolo!!
Più corto rispetto al secondo, comprendo. Ma sono capitoli abbastanza di passaggio. La storia si sta costruendo e voi state imparando a conoscere i personaggi.
Spoiler del quarto capitolo: finalmente POV di Charles!! ❤️❤️Parlando della gara.. non potevamo desiderare di meglio. Charles è stato fantastico e non ha mai sbagliato, nemmeno di un millimetro.
Purtroppo Carlos retrocesso in 6 posizione ed è una vergogna, la FiA non cambierà mai. Meritava il podio.
Scrivete la vostra opinione nei commenti, così conversiamo un po'.Fatemi sapere anche se vi è piaciuto il capitolo, lasciate una stellina se è così.
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Eyes never lie [Charles Leclerc]
FanfictionMentre tutte le ragazze si divertivano la sera, tornando a casa ubriache marce, io studiavo come una matta. Non avevo mai avuto paura di dimostrare quello che ero. Io amavo i motori, e fin da piccola ero convinta di diventare un meccanico per una de...