𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄
Il Bahrain era una meta caldissima. Però avevo sempre amato i gran premi di notte, erano qualcosa di unico e di speciale.
Dopo i test in Barcellona, la prima tappa del duemilaventidue era il Bahrain.
Avevo preso l'aereo del team, a malincuore, dato che avevo dovuto rifiutare l'aereo di Charles, che avrebbe raggiunto il primo appuntamento della stagione con il suo jet privato, insieme a Carlos, Isabel e Marta. Oltre a ovviamente il suo migliore amico, Joris, e il suo allenatore Andrea.<<Che caldo.>> Armando, un meccanico, diede voce ai miei pensieri. Io sorrisi. <<Mamma mia.>> concordai con lui.
Io e Armando eravamo stati vicini tutto il viaggio, abbiamo chiacchierato molto. La sua età era sui 50 o 60, e la sua saggezza mi lasciava a bocca aperta. Mi aveva anche fatto i complimenti, per esser riuscita ad arrivare fino a lì. Aveva detto che apprezzava il mio modo di lavorare e che si vedeva l'amore che provavo per i motori e per la Formula 1.
Le parole che più mi avevano fatto sorridere erano "Hai talento, Amelie. Coltiva le tue passioni e dimostra a tutti di potercela fare" , da lì era ufficialmente entrato nel mio cuore.Entrammo in Hotel, e sul mio volto il sorriso era sempre presente. Ancora non potevo crederci. Era soltanto mercoledì, il mio primo weekend di gara stava iniziando, ed io ero impaziente di viverlo tutto.
Nella hall incrociai subito un paio di occhi verdi, che subito evitai. Era difficile non saltargli a dosso e riempirlo di baci, ma avevamo concordato che dovevamo fare di tutto pur di nascondere il nostro rapporto, di cui erano a conoscenza davvero poche persone.
<<Marta!>> abbracciai la mia migliore amica, sorridendo. <<Com'è andato il viaggio?>> chiesi, rivolgendomi anche alle altre persone presenti. <<Bene.>> Charles rispose per tutti. Io rimasi ferma ad osservarlo, e lui stava facendo lo stesso, con un gran sorriso sul volto. <<Okay. Io e Amelie andiamo nella nostra camera, la duecentosette.>> la mia amica si schiarì la voce, facendo ridere tutti i presenti. <<Ciao!>> salutai tutti, e facendo un piccolo occhiolino a Charles, che ricambiò il gesto.Entrammo in ascensore, e Marta cliccò sul numero due. Con la chiave della stanza in mano. <<Vi mangiate con gli occhi, dovete scopare il prima possibile!>> spalancai gli occhi. <<Marta!>> esclamai, con tono da rimprovero.
<<Che c'è? È la verità!>> alzò le spalle, non curante del mio sguardo giudicatorio. <<Chi ti dice che non lo abbiamo già fatto?>> mentii, alzando un sopracciglio. <<Si vede da come brama il tuo corpo. E poi me lo avresti detto.>> sbuffai, mi conosceva troppo bene. <<Ti dirò sicuramente tutti i dettagli.>> dissi, ironica, uscendo dall'ascensore. <<Ovvio! Te li chiederò io.>> la guardai male. <<Oddio.>> scossi la testa, rassegnata.<<È bellissima!>> urlò, buttandosi sul letto della camera. Io risi, ero davvero stanca e avrei voluto riposarmi, ma l'adrenalina scorreva veloce nelle mie vene ed ero fin troppo emozionata. Non avrei toccato il letto fino alla sera tardi. <<Sistemiamo le valigie.>> dissi, indicando l'armadio enorme, dalle sfumature bianche, sulla parete sinistra della stanza.
Ci mettemmo poco, notai tutti gli abiti eleganti che aveva portato e trattenni un sorriso. Sempre la solita. Chissà quando se li metterà.
<<Secondo me, Charles vincerà.>> feci corna con la mano destra, guardando male la mia amica. <<Lo spero, ovviamente. Però non dirlo che porta sfortuna!>> Ero una persona tremendamente scaramantica. Strinsi il corno che avevo appeso al collo, che indossavo ad ogni mio viaggio per portare via tutte le maledizioni.<<C'è la spa, nell'hotel. Io devo andare a lavorare.>> dissi, spogliandomi del top che avevo indossato per il viaggio ed indossando la maglia del team, tenendo i bermuda neri da sotto. <<Va bene, io vado a farmi un bel bagno congelato.>> sorrisi, ma senza dire "beata te!" perché ero molto più felice di sudare fino a sera, facendo il lavoro che avevo sempre amato.
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Eyes never lie [Charles Leclerc]
FanfictionMentre tutte le ragazze si divertivano la sera, tornando a casa ubriache marce, io studiavo come una matta. Non avevo mai avuto paura di dimostrare quello che ero. Io amavo i motori, e fin da piccola ero convinta di diventare un meccanico per una de...