𝐂𝐇𝐀𝐑𝐋𝐄𝐒
<<Mi hai portato a mangiare la pizza?>> mi disse, facendomi alzare le spalle.
<<Vedi qualcos'altro?>> indicai il resto dei palazzi attorno alla mia pizzeria di fiducia.
Venivo sempre ogni volta che mi capitava di andare a Maranello, conoscevo il proprietario, eravamo amici.
<<Idiota.>> disse, riguardo alla piccola presa in giro. Sorrisi.
<< Vieni, entriamo.>> risposi così al suo insulto, facendola diventare rossa per l'imbarazzo. Quando si faceva rossa era ancora più bella, in tinta con la sua maglia e la mia.<<Charles!>> Mario si avvicinò a me, avvolgendomi in un caloroso abbraccio. <<Mario, non venivo da un po'.>> dissi ironico. Erano passate soltanto due settimane. Lui mi sorrise, dandomi una pacca sulla spalla. <<Solito posto?>> annuii, e lui poi guardò Amelie che era rimasta in silenzio fino ad adesso. Aveva ancora le guance rosse, allora mi concessi di guardarla qualche secondo in più.
<<Lei è la tua ragazza?>> mi voltai verso Mario, in procinto di annuire soltanto per farla incazzare. <<Nemmeno morta.>> risi alla sua espressione. <<Scusatemi!>> si coprì la bocca con la mano. Io misi un braccio attorno le sue spalle. <<Non ancora, torneremo tra un mese con la prima cena da fidanzati. Te lo prometto.>> dissi a Mario, facendolo sorridere.
Mannaggia a me. <<Ci conto.>> disse, poi indicò il tavolo con il dito, non era stato molto chiaro ma fortunatamente io sapevo dov'era, quindi non persi tempo.
<<Ma sei scemo?>> mi disse, ed io alzai le spalle. <<Non ti arrabbiare.>> dissi, assumendo un espressione drammatica.
<<Non sono la prima che porti qui, scommetto.>> disse, ma io abbassai lo sguardo e mi grattai la nuca imbarazzato.
Sì, era la prima.
<<Oh diavolo.>> disse, portandosi una mano sulla fronte, esasperata. Mi odiava davvero così tanto?<<Va bene. Ordiniamo.>> disse, cambiando discorso e prese il menù sul tavolo, iniziando a sfogliarlo. Io controllai le notifiche sul telefono.
Joris, gli risponderò dopo. Andrea, anche. Aprii la chat di Pierre, accennando un sorriso alla foto che mi aveva mandato. Uno dei meme che era solito mandarmi.
Tornai con lo sguardo su di lei, mi stava guardando, la vidi spostare lo sguardo e quasi pensai di essermelo immaginato.
Accennai un sorriso, forse non mi odiava davvero come voleva farmi credere.<<Cosa prendi?>> le chiesi, per rompere il silenzio. <<Una margherita. Lo hai chiesto anche alla tua ragazza? Sai, è educazione.>> mi chiese, io alzai un sopracciglio. Ma quale ragazza?
<<Non ho nessuna ragazza, Miss Gelosia.>> riciclai la sua battuta, e lei sorrise divertita, non seppi bene se per la battuta o per il fatto che non avevo una ragazza. Non ancora.
<<Scusami. Pero ogni volta che ci vediamo sei sempre con una ragazza diversa, pensavo fossi fidanzato con una di loro.>> stava mentendo, le si leggeva nello sguardo. Ressi il gioco, dandogliela vinta soltanto perché mi andava. <<Tranquilla. Poi questa volta sono con te. Mica siamo fidanzati?>> la provocai, facendola arrossire poco. <<No, assolutamente.>> rispose subito, aggrottando le sopracciglia, confusa dal mio paragone forse.Le pizze arrivarono dopo poco, ed iniziammo a mangiare tranquillamente. Cercai di non guardarla troppo, forse potevo sembrare ambiguo se la fissavo mentre mangiava, e magari poteva sentirsi in soggezione.
<<È buonissima!>> disse, facendomi sorridere. Se lo diceva lei, per me era verità.
<<Te l'ho detto!>> risposi. Non lo avevo detto, ma lo avevo fatto intendere. Di certo non la portavo in un posto che faceva cibo di merda.
Pagai io, dopo aver litigato con lei proprio per questo.<<Non dirmi che sei arrabbiata, Amelie.>> dissi, aprendole la portiera per farla entrare in auto. Non mi rispose, ma aveva ancora le braccia incrociate, quindi si. Era ancora arrabbiata. Misi tutto me stesso per non far cadere l'occhio e guardare il suo petto accentuato dal suo gesto; beh forse non tutto me stesso, perché successe comunque.
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Eyes never lie [Charles Leclerc]
Hayran KurguMentre tutte le ragazze si divertivano la sera, tornando a casa ubriache marce, io studiavo come una matta. Non avevo mai avuto paura di dimostrare quello che ero. Io amavo i motori, e fin da piccola ero convinta di diventare un meccanico per una de...