22.

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𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄

La settimana della terza gara del campionato era iniziata, eravamo atterrati a Melbourne lunedì per abituarci al fuso orario, ma tra straordinari, Charles, gite in città, era arrivato il venerdì delle prove libere ed io in totale avevo circa dodici ore di sonno.

Ero esausta, ma allo stesso tempo piena di energie per fare tutto.

Finite le prime prove libere passai del tempo insieme al team, dove chiacchierammo in vista della prossima riunione.
Mi sedetti sulla prima sedia trovata e tirai un lungo sospiro.
<<Sembri davvero stanca.>> Armando si avvicinò a me. Io sorrisi, osservando come per la prima volta i piccoli dettagli del suo viso.
I capelli erano scuri, alcuni però si erano fatti bianchi per la vecchiaia creando delle sfumature grigie; aveva le rughe attorno gli occhi e i baffi grigi che nascondevano il labbro superiore.
<<Lo sono, davvero.>> confermai la sua ipotesi, facendolo sorridere.
<<Da quanto tempo non dormi?>> mi chiese, osservando bene i solchi che avevo sotto gli occhi, comunemente chiamati occhiaie.
<<È irrilevante.>> minimizzai la cosa, come ero abituata a fare. <<Non risolvi il problema scappando da esso. Stasera vai a dormire presto, ne hai bisogno.>> mi sorrise, dandomi un leggero pizzico sulla guancia, facendomi sorridere.
<<Si, papà.>> dissi, ironicamente. Lui mi regalò uno dei suoi migliori sorrisi prima di tornare a parlare con gli altri.

Meritavo una pausa, ma quello era il lavoro dei miei sogni e non volevo perdermi nemmeno un attimo.
Osservai un piccolo gruppetto di meccanici parlare tra loro, mentre scherzavano e parlavano sicuramente dei gossip del paddock.
Questo era la mia quotidianità. Ed io amavo questo mondo.

Appoggiai i gomiti sulle ginocchia e osservai la monoposto.
Ero in ansia, parecchio.
In questo gran premio più degli altri.
Charles poteva mantenere la leadership o meno, era tutto nelle sue mani.
Lui dall'inizio della settimana infatti era molto sotto pressione, e per lui erano fondamentali anche solo le prove libere.
Voleva vincere, ma vincere in rosso, ed io lo amavo anche per quello.

<<Amore?>> Alzai lo sguardo, incrociando un paio occhi verdi, che tanto amavo.
<<Si?>> chiesi, persa nelle sue iridi. <<Vieni un attimo nel motorhome?>> annuii alla sua richiesta, seguendolo silenziosamente nel suo stanzino.
Mi sedetti sul lettino per i massaggi e lui si mise davanti a me, stampandomi un bacio sulle labbra.
<<Stasera c'è una cena.>> sbuffai, alzando gli occhi al cielo. <<Lo so.>> mi sorrise, avvicinandosi per far sfiorare i nostri nasi. <<L'ho promesso a Carlos, poi saremo solo noi quattro quindi è una cosa tranquilla..>> fermai le sue parole, annuendo. <<Però mi siedo accanto a te.>> lui mi sorrise, annuendo euforicamente.

Non riuscivo a descrivere quello che provavo quando soltanto mi sorrideva.
I suoi occhi ridotti in fessure, la dentatura bianca e perfetta incorniciata da due labbra sottili con le due fossette ai lati.
Amavo vederlo sorridere nonostante tutto quello che aveva passato.

<<Perché mi guardi così?>> mi chiese, mordendosi il labbro inferiore. <<Mi piaci di più quando sorridi.>> poggiai la testa nell'incavo della sua spalla e sospirai.
<<Ti amo, Amelie.>> sorrisi. <<Ti amo anche io Charles, davvero tanto, nemmeno immagini.>>

*

<<Sei pronta?>> Sentii Charles urlare da fuori il bagno della sua camera d'hotel.
Ci stavamo preparando per andare a cena con alcuni piloti con le loro ragazze, avevamo fatto ritardo come al solito, fortunatamente avevo fermato Charles dal fare la doccia insieme, sennò non arrivavamo mai.
<<Si, sto scegliendo il rossetto.>>

Eyes never lie [Charles Leclerc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora