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𝐂𝐇𝐀𝐑𝐋𝐄𝐒

La gara di Miami era stata più complicata del previsto. Era un circuito totalmente nuovo, io avevo fatto la pole del sabato ma la vittoria l'aveva portata a casa Max, dopo una gara più che difficile per me.
Avevo concluso secondo, con una gestione gomme pessima e pit stop anticipati di parecchi giri.

Il mondiale non stava andando nella mia direzione. Max si stava avvicinando, e gli mancavano soltanto diciannove punti per raggiungere i miei 104.

Non era quello che la Ferrari mi aveva promesso.

<<A cosa pensi?>> sollevai un angolo della bocca alla domanda di Amelie, seduta accanto a me in macchina.
<<Niente di importante.>> alzai le spalle.

La stavo portando ad un appuntamento, sul mio yacht. Indossava dei pantaloncini di jeans e un top bianco da sopra. Avrebbe avuto sicuramente freddo, ma quando l'avevo avvertita non avevo specificato di mettersi pesante, quindi era anche colpa mia. Per fortuna avevo due felpe nel portabagagli, quindi niente di preoccuparsi.
Io avevo indossato una maglietta bianca e un pantalone grigio della tuta che mi arrivava poco sopra il ginocchio. Ai piedi le mie amate puma bianche, che indossavo anche come sponsor.

Portai una mano sul suo ginocchio, disegnando dei cerchietti immaginari.
Posò la mano sulla mia e la strinse.
<<Ti amo.>> dissi, fermandomi al semaforo rosso. <<Anche io, ma quando arriviamo?>> sbuffò. Era proprio impaziente.
<<Due minuti.>> promisi.

Mantenni la promessa, dopo due esatti minuti parcheggiai la mia Ferrari al porto, e le aprii la portiera per farla uscire.
<<Mi farai mai toccare la portiera?>> mi chiese, alzando un sopracciglio.
Scossi la testa. <<No, mai.>>

La presi per mano e camminammo fino da Sedici. La guardai e vidi i suoi occhi brillare.
Era tardi pomeriggio, mancava poco al tramonto, ma fortunatamente eravamo riusciti a salire in tempo per partire in mezzo al mare e vedere le sfumature arancioni da lì.
La vidi sedersi sulla prua, senza paura di schizzi o della velocità elevata.
Fermai il motore e andai verso di lei, posandole la coperta sulle spalle.
<<Grazie.>> mi guardò. Mi sedetti accanto a lei e la feci accoccolare sul mio petto.
<<Per cosa?>> chiesi. <<Per tutto.>> sorrisi.

<<Credi che Mattia voglia rinnovare con me? Infondo è solo un anno di prova, lo so. Ma mi sono affezionata a tutti e non voglio andare via, è il mio sogno.>> le vennero gli occhi lucidi e tirai un lungo sospiro. <<Non lo so. Se non lo fa è uno stupido, hai aiutato tantissimo e hai imparato moltissimo. Non vedo un motivo per cui tu non possa rimanere.>> dissi, iniziando ad accarezzarle i capelli.
<<Se non rinnova cosa faccio?>> chiese, iniziando a farsi troppi film mentali.
<<Amelie. È ancora la prima metà di stagione, è presto.>> provai a consolarla così.
Lei si attaccò a me e ci godemmo il tramonto, che ormai si era concluso da un po'.
<<Posso parlarci io con lui?>> chiesi, ma lei subito scosse la testa. <<Meglio non peggiorare la situazione.>> infondo la capii, quindi rimasi in silenzio, accettando la sua scelta.

Quando sentii i nostri stomaci brontolare avevo capito che era arrivato il momento di cacciare il cestino pieno di prelibatezze che aveva preparato mia madre per entrambi.
Pascale aveva amato da impazzire Amelie, non vedeva l'ora di vederla di nuovo e farsi spiegare qualche ricetta italiana da provare.
Amavo mia madre, mi rendeva felice anche solo con uno sguardo, e sapevo che era fiera dell'uomo che ero diventato grazie a lei.
Ero sempre cresciuto umile, badando più al pensiero che ai soldi.
Mia madre voleva da impazzire dei figli, e adesso che avevo portato una donna a casa per la prima volta dopo tanto tempo era sicura che io sarei stato il primo tra i tre fratelli ad avere figli. Ed io non vedevo l'ora di avere una principessa da viziare e un figlio da portare sui kart, e viceversa.

Sicuramente il mio primo figlio lo avrei chiamato Hervé, come mio padre.

<<Vado a prendere la cena.>> lasciai un bacio sulla fronte ad Amelie prima di alzarmi e andare a prendere il cestino di paglia e la bottiglia di vino rosso.
<<Ha preparato tutto mia madre, meglio che io le mani vicino i fornelli non le metto proprio.>> lei mi sorrise, incrociando le gambe. Mi sedetti davanti a lei e poggiai il cestino a terra.

Cacciammo da dentro vari salumi, crostini e anche la parmigiana, che fatta da mia madre era la fine del mondo.

<<Non dovresti essere a dieta?>> mi chiese, addentando un crostino con del salame.
<<Ho promesso ad Andrea che facevo tanto cardio per bruciare il tutto, a te va?>> chiesi, cercando di farle capire il doppio senso che avevo detto nella frase. Lei arrossì leggermente, prima di ridacchiare. Mi riempì il cuore di gioia.

<<Si.>> alzò le spalle, facendomi sorridere divertito.

Versai il vino nei due calici di vetro e feci un sorso, seguito da lei.
Ci avevo messo un intero pomeriggio a scegliere quel vino. Tutto doveva essere perfetto. Lei era perfetta, quindi andava bene così.

Evidentemente il cibo non bastò per placare l'effetto di un intera bottiglia di vino rosso divisa per due. Perché iniziai ad avere tremendamente caldo.
Mi levai la maglia, assicurandomi prima che nessuno ci stava guardando.
Lei mi guardò interrogativa, ma quando mi levai anche i pantaloncini per poi buttarmi in acqua non parve molto sorpresa.
Riemersi dall'acqua con un sorriso da ebete sul volto.

<<Buttati! Non fa freddo.>> erano gli inizi di maggio. Quindi si, faceva un po' freddo.
Lei si guardò intorno prima di levarsi i pantaloncini e buttarsi con l'intimo.

Solo una pazza può amare la Formula 1 come me, o seguirmi in tutto ciò che faccio, o amarmi. Avevo trovato Amelie, che finalmente mi completava.

Quando riemerse scoppiò in una risata, che coinvolse anche me. Poi mi avvicinai a lei, tirandola verso il mio corpo. Portò le mani dietro il mio collo ed io sotto le sue coscie, facendole allacciare le gambe dietro la mia schiena.

Abbassai lo sguardo sui nostri corpi immersi e poi sorrisi, baciandola.

<<Dici che ci vedono?>> mi chiese, portando una mano sui miei addominali.
<<Non ne ho idea, possiamo salire e andare dentro.>> alzai le spalle, ma lei mise una mano nei miei boxer, cogliendomi totalmente impreparato.
Un solo suo movimento mi fece indurire in pochi secondi. <<Chiaro. Non vuoi uscire da qui.>> la baciai, ricambiando la passione.

Ci limitammo ai preliminari, con la paura di essere scoperti salimmo di nuovo sopra e ci asciugammo i capelli nel bagno della barca.

La guardai dallo specchio. I capelli mossi le incorniciavano il viso, illuminato da una speciale luce che aveva soltanto quando era particolarmente felice.
La abbracciai da dietro, posando la testa nell incavo del suo collo.
<<Per favore Amelie, non mi lasciare più.>> sussurrai queste parole, e lei rimase in silenzio, prima di baciarmi tutto il viso.

Scusatemi per l'orario, non ho avuto un minimo di pausa per poter postare, infatti adesso ricomincio a studiare 🥲

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Scusatemi per l'orario, non ho avuto un minimo di pausa per poter postare, infatti adesso ricomincio a studiare 🥲

Io credo che il GP sia andato abbastanza bene. Preferivo un podio sicuramente, ma Charles ha fatto quello che poteva. Riguardando Carlos poteva evitare di dire che è stato sacrificato per Leclerc, faceva più bella figura. perché quello che ha fatto è chiamato lavoro di squadra, come ha fatto Charles a Singapore per farlo vincere. Voi cosa ne pensate?

Eyes never lie [Charles Leclerc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora