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𝐂𝐇𝐀𝐑𝐋𝐄𝐒

Entrai nella macchina appena iniziato il Q1.
Il corpo fremeva e ad ogni curva sognavo.

Il circuito di Monaco lo sapevo a memoria, ero capace di affrontarlo anche ad occhi chiusi.
Vincere è bello, ma farlo a casa tua è superiore alla perfezione.
Ero a casa mia, dormivo e mangiavo lì, ma correvo tutto il weekend. Quello era il mio momento preferito che attendevo tutto l'anno.

Raggiungo il Q3 senza tante difficoltà, avevo il tempo di fare due giri con le gomme rosse.

Diciannove curve.

Le compio tutte perfettamente, sconnetto la mente e connetto il mio corpo all'auto, soltanto a lei. Non penso a nient'altro se non ad ottenere quella prima posizione davanti a casa mia.

Finalmente finii il giro, il più pulito di tutta la mia vita, presi la bandiera a scacchi e capii che era quello o niente.
Improvvisamente sorridevo, perché dal team radio mi dicono che il mio girò è al momento è il primo. Era in pole provvisoria.
Mancava soltanto Max, dopo secondi di silenzio assordante mi confermano.

<<P1, ripeto, P1! Complimenti Charles.>> Lo sentivo continuare a parlare ma ero troppo occupato ad entrare il prima possibile nel box per parcheggiare la mia auto davanti il numero uno, l'unico numero che ho sempre meritato.

Sollevai la visiera per far vedere i miei occhi emozionati. Questo era per me il gran premio di casa, emozione pura.
In più avevo, quasi, tutte le persone che amavo vicino a me. Altre sapevo che c'erano nel mio cuore.
I miei amici mi guardavano dal balcone di casa, Amelie dal box, insieme a mia madre e i miei fratelli.

Guardavo soltanto Amelie mentre uscivo dalla macchina, e lei sembrava aver capito il mio intento. Volevo baciarla, lì davanti a tutti, dire al mondo che la amavo e che non avevo più paura dei sentimenti che provavo per lei.

Forse era sbagliato, forse dovevo aspettare, perché quando mi avvicinai ad abbracciare il team lei sparì dalla folla, lasciandomi deluso.
Abbracciai mia madre e i miei fratelli, feci le interviste e subito corsi nel box, per parlare al più presto con Amelie.

<<Amelie?>> chiesi ad Armando, che mi aveva fatto un cenno negativo, prima di aggiungere <<Nel tuo motorhome.>> lo ringraziai e velocemente corsi da lei, con ancora la tuta allacciata.

Entrai senza bussare, trovandola guardare il tracciato dalla finestra.
<<Amelie?>> chiesi, senza ricevere una risposta. Mi avvicinai di qualche passo. <<Amore.>> le sfiorai la spalla, lei si girò mostrando il suo volto in lacrime.
Mi preoccupai immediatamente, avvolgendola in un abbraccio.
<<Charles, noi non possiamo..>> le si mozzò il fiato. Stava avendo un attacco di panico?

Di staccò da me, iniziando ad ansimare per trovare fiato. Aprii la finestra, facendo entrare un po' d'aria. Cercai la borraccia e provai a darle da bere. Mentre era seduta sul pavimento mentre io non sapevo cosa fare.

<<Guardami, Amelie.>> posai una mano sulla sua guancia, che mi si bagnò di lacrime.
Senza accorgermene anche io avevo iniziato a piangere. <<Va tutto bene, sono qui con te, non ti lascio.>> lei posò una mano sulla mia, si soffermò a guardare i miei occhi, provai ad infonderle sicurezza. <<Respira con me.>> portai una sua mano sul mio cuore, che batteva all' impazzata.

Eyes never lie [Charles Leclerc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora