𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄
Era passata una settimana da quella sera, in cui ero davvero scappata da Charles, in qualunque momento.
A Maranello a malapena lo salutavo, preferivo stare con Carlos, conoscerlo meglio e passare del tempo con lui.Charles era fantastico, ma io ero pronta per una relazione? E soprattutto, ero pronta ad una relazione con il pilota per cui lavoravo?
Tutta la situazione per me era un punto di domanda. Io avevo concentrato la mia intera vita sullo studio, per raggiungere gli obiettivi che mi ero imposta quando avevo soltanto 9 anni, quando sognavo di far parte del team Ferrari, di poter studiare nuove cose e conoscere nuove persone. Da piccola avevo sempre sognato ad occhi aperti ed ero finalmente riuscita a poter dire "ce l'ho fatta, soltanto grazie a me stessa."
Avevo lavorato sodo per arrivare dov'ero, non volevo buttare tutti gli sforzi nel cesso soltanto per Charles. Sarebbe stato complicato, troppo.
Dopo lui ero pronta?
Pronta a sentirmi amata?
Io ero pronta?
Dopo lui, potevo fidarmi di qualcun'altro?Marta mi aveva detto che dovevo aprirmi con lui, confidarmi. Era sicura che lui avrebbe capito. Ma io non riuscivo a parlare.
Io e Marta non avevamo mai aperto più quel discorso, e con lei non avevo l'intenzione di farlo. La amavo, era la mia persona, ma soltanto con mia madre ero riuscita a parlarne sinceramente, lei mi capiva, sapeva cosa avevo provato, mi aveva sostenuto in tutte le mie scelte, anche se in quel periodo il nostro rapporto era pari a zero.<<Ciao mamma.>> dissi al telefono, salutando la donna che durante tutta la mia vita mi aveva aiutato a fare le scelte più difficili, grazie ai suoi consigli preziosi. <<Amore mio, tutto bene a Monaco?>> sorrisi. <<Benissimo.>> mi vennero gli occhi leggermente lucidi. Mi mancava. <<A Milano?>> chiesi, curiosa di sapere come andava la sua vita una volta ritrovatasi da sola, dopo anni passati insieme a me. <<Bene, il gatto che mi hai preso mi tiene parecchia compagnia.>> sorrisi, felice. <<Salutamelo. Non diventare una gattara adesso.>> ricordai quando lo portai a casa, la sua faccia sorpresa mi aveva fatto scoppiare subito a ridere. Non era per niente convinta nell'avere un animale a cui badare, soprattutto un gatto. Io però ero certa che le sarebbe piaciuto.
<<A cosa devo questa chiamata?>> sapeva capirmi al volo, infondo, era la donna che mi aveva cresciuto.
<<Ho conosciuto un ragazzo.>> iniziai. <<Dove?>> quello non glielo dissi, ma continuai il racconto. <<È un bravo ragazzo, mi fa sentire bene, è strano da dire per me. È dolce, si preoccupa.>> spiegai velocemente. <<Ma?>> chiese mia madre, facendomi mordere il labbro. <<Ma è Charles Leclerc, mamma.>> sbuffai sonoramente, ma dall'altro capo del telefono sentii una risatina. <<E allora? Pensavo qualcosa di più grave! Tipo che "ma è un delinquente" oppure "ma tifa Redbull!" >> sorrisi, portando una mano tra i capelli. Sapeva quanto mi stava antipatica la scuderia austriaca. <<Sai chi è Charles Leclerc?>> chiesi per sicurezza. <<Si, amore, il pilota a cui sei stata assegnata, il predestinato. E allora? Se vi piacete non ci vedo nulla di male.>> scossi la testa. <<È complicato, io ho lavorato su me stessa per tutti questi anni poi arriva lui che scombussola la mia routine. Ho paura di cambiare, di sprecare la mia opportunità. Sai che il contratto con la Ferrari è solo per quest'anno. È come una prova per me, non posso dimostrarmi coinvolta in una relazione con Charles.>> mia mamma sbuffò, odiava quando mi facevo le paranoie. <<E se poi i fan pensano che io sia arrivata qui soltanto perché sono la fidanzata di Charles?>> iniziai a torturarmi le mani, agitata da quella possibile situazione. <<Amelie, ti stai facendo mille paranoie inutili. Se ti piace goditi questo rapporto. Che poi, se inizialmente vuoi che sia una relazione segreta, diglielo. Se ti vuoi focalizzare ancora sulla tua carriera, diglielo. Però se ti tratta bene, se ti fa sorridere, allora è la scelta giusta, e lo sai anche tu. Io però sono certa che non è solo per questo. >> sospirai. <<No, per niente.>> dissi, facendo una pausa prima di iniziare a parlare. <<E se fosse come lui?>> chiesi, e quando lo dissi ad alta voce mi tremarono le mani, facendomi andare in ansia soltanto a ricordarlo. <<Sono certa che Charles sia un bravo ragazzo, me lo hai detto tu stessa.>> provò a convincermi mia madre, apprensiva. <<Ho paura. Charles mi è piaciuto dal primo momento. Non sa di Luca, e se cambiasse idea su di me?>> avevo troppi dubbi, troppe domande senza risposta. <<Vivitela, Amelie, e parlagli al più presto, vedrai che capirà.>> mi convinse. <<Va bene, grazie mamma.>> la ringraziai, chiudendo la chiamata. Parlare con lei era proprio quello che mi serviva in quel momento.Tornai in camera mia, prendendo la felpa rossa che mi aveva dato quella sera e la indossai, chiudendo gli occhi e godendomi il profumo che emanava a distanza di giorni. In mente vidi tutti i ricordi di quella giornata. Forse gli importavo davvero. Forse era quelllo giusto. Troppe cose mi giravano per la mente, ed io non facevo altro che pensare, senza agire.
La prima gara sarebbe stata a breve, ma prima da superare c'erano i test a Barcellona, ed io non vedevo l'ora di entrare nel vivo di quello sport, di farne parte fino al midollo, di prendermi tutte le colpe o tutti i meriti come team, di conoscere ogni membro.
Non stavo nella pelle.
Sorrisi, avvolgendo il mio corpo con le mie stesse braccia come per abbracciarmi da sola.
Stavo davvero realizzando il mio sogno.
Eccomi con un nuovo capitolo🥹
Spero vi piaccia, è un po' di passaggio ma state iniziando a conoscere meglio Amelie, la sua storia e le sue paure❤️
Scrivete nei commenti cosa ne pensate, sfogatevi nei commenti anche per la gara andata male, io sono davvero incazzata nera.
Ci vediamo venerdì con il prossimo aggiornamento ☀️
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Eyes never lie [Charles Leclerc]
FanfictionMentre tutte le ragazze si divertivano la sera, tornando a casa ubriache marce, io studiavo come una matta. Non avevo mai avuto paura di dimostrare quello che ero. Io amavo i motori, e fin da piccola ero convinta di diventare un meccanico per una de...