7.

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𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄

Quando mi svegliai nel mio letto, ancora vestita e con la sua felpa addosso, sul mio viso nacque un sorriso.
Aprii gli occhi, e per la prima volta in tutta la mia vita mi svegliai di buon umore. Feci colazione con calma, dopo essermi cambiata e aver piegato la felpa accuratamente e averla appoggiata sul letto.
Mi aveva portata in braccio per tutte le scale, si era fatto quattro piani, aveva preso le chiavi dalla mia tasca e mi aveva anche adagiata sul letto baciandomi la fronte.
Chiamai subito Marta. <<Cogliona stavo dormendo.>> alzai gli occhi al cielo. <<Ho qualcosa da raccontarti che sicuramente ne vale la pena.>> la sentii subito alzarsi. <<Parla.>> risi. <<Vediamoci al bar sotto casa tua tra venti minuti, devo vedere la tua faccia.>> la sentii sbuffare dall'altro capo del telefono, sorrisi divertita. <<Uff va bene, non fare tardi.>> annuii <<Si capo.>> chiudemmo la chiamata e andai a prepararmi velocemente.
Indossai dei jeans chiari e un maglione bianco che arrivava all'ombelico. Poi legai i capelli in una treccia, presi il cellulare e scesi velocemente.
Fortunatamente non abitavamo lontane, infatti ci misi cinque minuti ad arrivare sotto il suo portone. Io ero in anticipo e lei in ritardo, come sempre.

<<Eccomi.>> mi abbracciò salutandomi con un bacio sulla guancia. Poi mi prese sotto braccio e andammo a sederci al bar.
<<Parto con il dire che forse l'ho rivalutato.>> non dico nemmeno il soggetto, che lei spalanca la bocca in modo drammatico. <<Oh cazzo.>> mi sorrise, entusiasta dalla mia notizia.
<<Parla.>> e così feci. Partii dall'inizio, dall'incontro in garage e dal modo in cui mi guardava senza vergogna, poi passai alla riunione, al baciamano. Poi parlai della sua insistenza e dal modo in cui non perdeva le speranze, continuai con il viaggio in macchina, i coldplay, la pizza, e infine della sua felpa, che ancora avevo a casa, e il modo in cui mi aveva portato in braccio per quattro lunghi piani.
<<Siete innamorati, io già l'ho capito.>> mi prende per mano, assumendo un espressione con gli occhi a cuoricino.
<<Smettila.>> alzai gli occhi al cielo. <<Accetta l'appuntamento.>> mi morsi il labbro inferiore, incerta sul cosa dire. <<Non lo so.>> lei mi
lanciò un occhiata di fuoco, facendo un morso del suo cornetto al pistacchio. <<Oh e va bene.>> dissi, e la mia gamba prese a muoversi per l'agitazione. <<Non vedo l'ora di aiutarti a prepararti!>> sorrise felice, esultando come una ragazza del liceo. <<Adesso smettila.>> fermai il tuo entusiasmo. <<Come fai a non spruzzare felicità da tutti i pori? Charles Leclerc ti ha invitata ad uscire dopo averti trattato come una principessa!>> la guardai male. <<Non nominarlo, non voglio finire su tutte le riviste.>> dissi. <<Troviamo un nome in codice!>> dio, era davvero esaltata.
<<Cuore.>> disse, io aggrottai le sopracciglia. <<E perché mai dovrei chiamarlo così.>> lei mi guardò male. <<Perché ti fa battere il cuore, io lo so.>> disse, alzando il mento. <<Okay, Cuore sia.>> sorrisi. <<Adesso rispondi alla mia domanda.>> sospirai, prima di parlare. <<Per me è un ragazzo come gli altri, non mi piace per la sua fama o altro. E lo sai, perché mi stava anche antipatico prima, per il suo comportamento.>> spiegai, velocemente. <<Hai ammesso che ti piace.>> appoggiò il mento sulla sua mano, guardandomi con un sorriso dolce. <<Va bene, adesso cambiamo discorso.>> bevvi il mio caffè. Quanto mi mancava l'Italia da questo aspetto.

<<Comunque, devi portarmi in Bahrain con te.>> alzai un sopracciglio. <<Ci sto provando, a prenderti un biglietto.>> ammisi, sospirando. <<Però li danno gratis solo ai piloti.>> lei mi guardò triste. <<Prova a parlare con Charles.>> mi disse, io spalancai gli occhi. <<Ma sei pazza, poi sembra che lo sto solo usando. E non si chiamava Cuore?>> assottigliai gli occhi, e lei mi guardò divertita. <<Okay, hai ragione.>> alzò le mani in segno di resa. <<Provo a comprarlo dal sito.>> annuii, doveva almeno provarci. <<Ti rendi conto! Manca poco alla mia prima gara.>> dissi, con occhi sognanti. <<Sono davvero fiera di te.>> sorrisi.

Marta mi era stata accanto durante tutti questi anni, dove io ero letteralmente un topo da biblioteca e non facevo altro che studiare.
Marta mi era stata accanto dopo la più grande delusione di tutta la mia vita, facendomi rinascere completamente.
Lei è stata la parte migliore di me, che mi spronava a fare meglio e a non mollare mai. Senza di lei non sarei stata qui.

<<Grazie, Marta.>> lei scosse la testa. <<Sei la mia migliore amica, non devi ringraziarmi, non ancora, perché fin quando tu e Cuore non fidanzerete la mia missione non sarà completa.>> risi, contagiando anche lei.
<<Che ne dici di un po' di shopping?>> le domandai.

Lo shopping era la risposta a tutto. Stavo male? Shopping. Lei era triste? Shopping. Ci annoiavamo? Shopping.

I ricordi di tutte le cose che avevamo passato insieme erano vividi nella mia mente, come quando rubavamo i soldi alle nostre madri per scappare nel centro di milano soltanto per andarci a fare un giro da Sephora.
Tutto il tempo trascorso, le sere in discoteca, la prima volta con la patente di Marta, i pomeriggi passati a mangiare tutto quello che ci capitava davanti soltanto perché avevamo il ciclo.
Avevamo condiviso di tutto. Lei era la mia metà, ed io ero la sua.

<<Comunque sono felice che tu non mi abbia sostituito in questi mesi a Monaco.>> sorrisi, e lei mi diede una gomitata. <<Era ovvio, cogliona. Sei insostituibile.>> A volte poi era anche dolce.

<<Prova questo! Ti starebbe benissimo.>> mi disse, facendomi vedere un vestito nero con la schiena scoperta. Era corto fino alle cosce e le maniche lunghe. <<Tu dici?>> chiesi, incerta. <<Forza cogliona muoviti.>> mi lanciò il vestito tra le mani poi mi guidò verso i camerini.
Beh, mi aveva costretta, ormai dovevo provarlo.

Marta, il 90% delle volte parlava come una scaricatrice di porto. E non riusciva a finire una frase senza dire "Cazzo" o "Cogliona". Il 10% poi si limitava anche a qualche complimento, sempre uno dei suoi, come "Bomba sexy" oppure "Prostituta di prima categoria." però era sempre sincera, ed era una cosa che io amavo di lei. Perché anche quando i capelli stavano male oppure il vestito non era bello, lei me lo diceva.
Aveva tanti pregi, come tanti difetti, ma era la mia migliore amica ed io non avevo mai provato a cambiarla, perché la amavo così com'era.

<<Dio! Sei una bomba sexy!>> eccola con uno dei suoi complimenti. <<Te lo regalo io.>> mi disse, prendendomi per mano e facendomi fare un giro su me stessa. <<Sei pazza, no.>> scossi la testa. <<Questo te lo metti per uscire con Charles.>> mi fece l'occhiolino, ed io risi.

Eccomi ❤️Vi volevo ringraziare per tutte le stelline e tutte le letture per questa storia

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Eccomi ❤️
Vi volevo ringraziare per tutte le stelline e tutte le letture per questa storia. Se sta andando avanti è solo grazie a voi.
Ci vediamo con il prossimo aggiornamento di venerdì 🥹

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