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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE A FINE CAPITOLO



𝐂𝐇𝐀𝐑𝐋𝐄𝐒

Dopo il giro di formazione presi un lungo sospiro. Avevo fatto riscaldare le gomme quanto bastava e poi mi ero posizionato sulla prima fila, in prima posizione.
Amelie era in ospedale, non era lì con me.
L'ultima macchina si schierò e il semafori si accesero.

Uno..
Due..
Tre..
Quattro..
Cinque..

Partii, senza guardarmi indietro. Resistetti a Max, che come tutti qui sulla griglia siamo qui per vincere. Continuai davanti per sedici giri.
<<Otto secondi da Verstappen.>> mi dissero attraverso il team radio.

Avevo aria pulita.

Cercai di fare più margine possibile, ma la mia testa continuava a pensare: Quando finiamo? Perché io volevo finire in quel momento, dove ero primo e avevo tutti quanti dietro.
Amavo partire primo. Beh, chi non lo amava? Dovevi solo occuparti di quelli dietro, di nient'altro.

Nel corso del ventiduesimo giro effettuai il pit-stop, all'uscita riuscii a rimanere davanti ad una Mercedes, che capii si trattasse di Russell. Con la fortuna della Safety car non riuscì a superarmi in tempo, alla ripartenza dietro avevo di nuovo Verstappen, che non mollava mai. All'ultima curva commisi un piccolo errore e vidi la redbull avvicinarsi, ma ci misi tutto me stesso per non farmi superare, e cosi ci riuscii.

Osservai il ritiro di Max e Perez diventare secondo. <<Dodici secondi su Perez.>> annuii. Potevo farcela, potevo vincere.

Decisi di volere tutto. Prendermi la pole, la vittoria, essere primo durante tutti i giri e anche il giro veloce.

Tagliai la linea del traguardo per primo, completando il mio primo Grand Chelem.
Tirai un sospiro di sollievo e sorrisi, infinitamente grato.
Scesi dalla macchina, esultai. Ero felice, anche se volevo lei al mio fianco.

𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄

Battei le mani felice della sua vittoria, Josh, il medico, entrò arrestando la mia felicità.
<<Signorina..>> mi rimproverò. Mi aveva raccomandato di stare calma, e di staccare la mente dal lavoro quella mattina. Poi sarei tornata a casa. <<Soltanto il podio, la prego!>> congiunsi le mani in segno di preghiera, lui mi sorrise, sedendosi accanto a me.
Lo guardai sporgersi verso il telefono.
<<Ha vinto il tuo ragazzo eh?>> mi chiese, facendomi arrossire leggermente.
Annuii. Ma come faceva a sapere che Charles era il mio fidanzato?

<<Credo proprio abbia dedicato la vittoria a te.>> mi voltai subito sullo schermo, trovando Charles indicare una telecamera, che si avvicinò a lui, il monegasco non perse tempo ad indicare l'iniziale scritta a pennarello sopra il suo halo.
"A❤️"
Sorrisi, sentendomi grata di averlo al mio fianco. Era un pazzo, mi aveva dedicato la sua vittoria.

<<Forse è egoista dirlo, ma non vedo l'ora di vederlo.>> guardai lo schermo, vidi Charles salire sul podio e prendere il trofeo numero uno. Sorrise smagliante durante l'inno monegasco, rimasi in silenzio con la mano sul cuore durante l'inno Italiano.
<<E perché sarebbe egoista?>> mi chiese, finito l'inno e quando iniziò la lotta con lo champagne. <<Perché ha vinto, deve festeggiare, non stare qui in ospedale solo per me. Lui odia gli ospedali.>> dissi, sentendomi improvvisamente in colpa. <<È già venuto a trovarmi?>> chiesi, un po' spaventata nel sapere la risposta.

<<È venuta un po' di gente, si. Un signore, credo tuo padre, bassino con i capelli marroni/grigi.>> Armando. fece una pausa come per ricordarsi altri dettagli. <<Un ragazzo biondo con gli occhi chiari>> Arthur. <<Anche una ragazza con i capelli biondi e dal sorriso gentile.>> Isa. <<E si, c'era anche lui. Era preoccupatissimo, aveva paura di stringerti troppo la mano mentre provava a riscaldarti, diceva che eri troppo fredda.>> sul mio sorriso nacque un enorme sorriso. <<Ci tiene davvero.>> Si alzò dalla poltrona grigia accanto al mio letto, io lo guardai interrogativo. <<Il podio è finito, signorina.>> sbuffai, alzando gli occhi al cielo. Spensi il telefono e lo poggiai sulle mie gambe, tornando a guardare il soffitto bianco che mi metteva parecchia ansia.

Mi sentivo meglio.

Mi avevano detto che ero svenuta per un calo di Ferro, ma era dovuto anche alla stanchezza e allo stress a cui ero stata sottoposta.
Non avrei rinunciato al mio lavoro.
Comunque mi avevano detto che stavo bene, che potevo tornare quello stesso pomeriggio, fortunatamente, ma che non dovevo fare niente di troppo stancante, quindi significava rimanere in Hotel mentre tutti festeggiavano la vittoria del predestinato.
A me andava bene così. Aveva vinto, ero felice più che mai. Lui lo era, ne ero certa. Aveva fatto il suo primo grand Chelem ed io non potevo sentirmi più fiera.

<<Qualcuno ti viene a prendere?>> mi chiese il medico quando ormai ero pronta ad andare via. <<Non lo so.>> alzai le spalle, però proprio in quel momento si aprì la porta, mostrando la figura del monegasco. Sorrisi da un orecchio all'altro. Lui fece lo stesso, poi si avvicinò, abbracciandomi in silenzio. <<Puoi stringermi, sto bene.>> dissi, lui si fidò. Mi riscaldò tra le sue braccia. <<Ho visto tutta la gara, sei un pazzo.>> con l'ultima frase mi riferii al suo gesto d'amore di cui presto avrebbero parlato tutti i giornali. <<Ti amo.>> mi sussurrò, facendomi esplodere il cuore, come solo lui sapeva fare.

*

<<Non ti prepari?>> chiesi, guardandolo.
Eravamo tornati in hotel e mi aveva portato nella mia stanza, ci eravamo stesi sul letto abbracciati, godendoci un po' il momento.
Ma si era fatta sera, e come d'obbligo c'era la cena con il team.
<<No, rimango con te.>> mi disse. <<No. Charles hai vinto, devi festeggiare.>> lo rimproverai. <<Abbiamo fatto un pranzo al posto che una cena, così posso stare con te.>> lo guardai male, poi mi stesi di nuovo accanto a lui, appoggiando la testa sul suo petto.
<<Devo farmi una doccia.>> sbuffai. Sentivo l'odore di ospedale sulla mia pelle, e non era gradevole. <<Hai la vasca?>> mi chiese, io sorrisi per la sua idea.

Entrai nella vasca riempita da Charles, mi cosparsi di schiuma e sorrisi quando lui entrò in acqua dietro di me.
Con una spugna mi lavò tutta la schiena e i capelli, lasciandomi qualche bacio qua e là, facendomi sentire amata con ogni piccolo gesto.

Venerdì mitico a Singapore, non potevo essere più contenta ❤️Scusatemi il ritardo, ho avuto parecchio da fare e soltanto adesso ho finito di revisionare il capitolo

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Venerdì mitico a Singapore, non potevo essere più contenta ❤️
Scusatemi il ritardo, ho avuto parecchio da fare e soltanto adesso ho finito di revisionare il capitolo.
Adesso vi faccio una domanda importante, dove la vostra risposta è fondamentale.

Volete una fine diversa di Monaco 2022?

Perché è un momento di tanta tristezza, e forse nella storia ci vuole un momento di pura gioia, che non vedrete per un po' se ricorderete la scorsa stagione.

Fatemi sapere, attendo i vostri commenti e stelline☀️

Eyes never lie [Charles Leclerc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora