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𝐂𝐇𝐀𝐑𝐋𝐄𝐒

Le qualifiche a Barcellona erano andate più che bene. Domenica partivo in prima posizione e avevo aria pulita per poter puntare alla vittoria.

Amelie era tornata nel box ad Imola, e aveva visto quella gara disastrosa ma non la mia vittoria in Austria. Questo era quello che mi faceva più male.

Mi aveva detto però, che potevo fare anche l'errore più grande ma lei sarebbe rimasta al mio fianco, per combattere con me, e non contro di me. "Nel peggiore dei casi, cadiamo insieme." le risposi io, facendola sorridere così tanto da farle ridurre in fessure i suoi occhi.

Indossai l mia tuta davanti a lei, che era seduta sul lettino dei massaggi nel mio motorhome.
<<Sei agitato?>> mi chiese, guardandomi negli occhi.
Questa era una cosa che amavo di lei.
Stava con me, stava con Charles. Non il pilota di Formula 1. Mi amava per com'ero, e anche se ero completamente nudo di ogni vestito lei continuava a guardarmi negli occhi.

<<Sono pronto.>> mi avvicinai a lei stampandole un bacio sulle labbra.

Mi godetti quel breve contatto perché Andrea entrò dalla porta senza bussare.

<<Muoviti, Stupido, mancate solo voi.>> ci indicò e guardò male prima di andare via, lasciando la porta aperta.

Sbuffai.

Sapevo che era ormai arrivato il momento della gara, il mio momento preferito del weekend, dove lottavo e mi divertivo come ai kart.

Volevo tanto vincere.

Amelie mi stampò un bacio sul casco, proprio dove era disegnato il cavallino rampante.
Sorrisi da sotto il casco e la guardai sedersi vicino ad Armando, che aveva gli occhi luminosi come due stelle.

Ci amava insieme, lo aveva capito dal primo giorno, ma soprattutto amava lei, proprio come una figlia.

Andrea mi aveva raccontato che lui e sua moglie erano sposati da quando avevano 28 anni e sono stati genitori di una ragazza che però morì in un incidente dove il resto della famiglia si salvò.

Credevo fortemente che Amelie era come una figlia per Armando, ed io non potevo che essere felice per entrambi, entrambi avevano ritrovato la persona che avevano perso, l'uno nell'altro.
Non potevo che essere fiero di lei vista la paura a fidarsi di un uomo di nuovo.

Con Andrea era ancora un po' distaccata, ma Joris non vedeva l'ora di conoscerla davvero, e non solo di vista.

Li avevo presentati i primi giorni a Monaco, e il mio migliore amico era certo che eravamo destinati a stare insieme e a trovarci.

Io apprezzavo, anche se all'inizio dubitavo a crederci, ma da allora ero fermamente convinto di voler soltanto lei fino alla fine dei miei giorni.

Nel mentre che abbassavo la visiera e aspettavo il via, spinsi sull' acceleratore, partendo per la griglia.

Dopo il giro di formazione mi posizionai sulla casella numero uno.

Non mi importava chi avevo accanto.

Volevo vincere, ad ogni costo.

Dovevo vincere.

Conduco una partenza pulita e anche un buon inizio, al quindicesimo giro ho creato circa 15 secondi di gap tra me e Perez.

Il team radio mi ha detto che Verstappen ha un malfunzionamento del DRS, ma io non posso ancora tirare un sospiro di sollievo, non fin quando avrei finito la gara per primo.

Stavo contando i giri che mancavano al termine, quella volta non volevo lottare, soltanto vincere quella gara come il campionato, vestito di rosso.

Il destino aveva qualcos'altro nei piani per me, e questo non includeva una vittoria, e nemmeno un podio.

La mia macchina si fermò nel bel mezzo della pista, per un problema a motore.

La mia Ferrari mi aveva appena abbandonato.

Ero passato primo a ultimo in pochi secondi, quelli che mi erano bastati per buttare una gara all'aria.

Questo era l'ultimo scenario che avevo immaginato, e l'ultimo che speravo.

Tirai un sospiro, non di sollievo, ma di frustrazione.

Uscii dalla macchina ma non levai il casco, mi limitai ad andare nei box per chiedere spiegazioni.

𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄

Sospirai, portando le mani sul viso per coprirmi l'intera faccia.
Perché proprio lui?
Questo continuavo a chiedermi.
Perché proprio lui deve essere il più sfortunato della griglia? non lo sapevo, non c'era una risposta.

Armando mi accarezzò la spalla ed io tirai indietro le lacrime. Non potevano uscire.

Tornò nel box e finalmente si levò il casco, rivelando, come avevo immaginato, un espressione delusa.
Mi fece un cenno con il capo passando accanto a me e poi lo vidi camminare dal suo ingegnere.

Non dissi una parola. Lo aspettai in silenzio.

Sentii dei passi dietro di me e delle braccia avvolgermi, sapevo che era lui, ma ero io che dovevo abbracciare lui.

Tutti erano concentrati sulla gara, quindi avvolsi le mie braccia attorno il suo petto e inspirai tutto il suo odore di pulito.

Non parlammo, ma rimanemmo così per svariati minuti, senza che il mondo intorno a noi conferisca.

Lo strinsi, lui che era ancora vestito con la sua tuta rossa che tanto amava.

Poi ci allontanammo, e ci guardammo negli occhi, con quello finimmo le parole da dire, anche se non avevamo intenzione di usarle.
Iniziò a giocare con delle ciocche dei miei capelli dopo essersi seduto accanto a me.
Poggiai la testa sulla sua spalla e guardammo la gara insieme, con la una sua mano tra i miei capelli e l'altra sul mio jeans.
Giocavo con gli anelli e i braccialetti che aveva rimesso dopo il ritiro.

Vedemmo la strategia perfetta della Redbull e la sua vittoria, sospirammo insieme quando passò sulla linea del traguardo.

<<Arriverà il momento, Charles.>> Mattia ci disse, passando accanto a noi.

Aveva ragione, sarebbe arrivato. Ma quando?
Io speravo presto per te, mio Charles.

 Ma quando?Io speravo presto per te, mio Charles

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Eccomi con un nuovo capitolo. Parecchio triste, ma dobbiamo fare i conti con la stagione difficile che è stata.

Spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto, spero di non annoiarvi troppo con tutti questi capitoli con le gare, sicuramente non volete rivivere questi momenti, quindi cercherò di scrivere più cose su A e C ❤️

Alla prossima.. inizia la settimana di Monaco⚡️🏎 🏆

Eyes never lie [Charles Leclerc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora