20.

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𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄

Charles aveva fatto una gara splendida, ma riuscì ad ottenere soltanto un secondo posto. Tenendo però la leadership del mondiale.
Non era felice, si vedeva da come sopra al podio aveva sorriso con gli occhi spenti.
Voleva vincere, era normale.
Aveva fame di vittoria, voleva tenerli sempre tutti dietro, essere campione del mondo.
Non tutto però arrivava subito. Tutto aveva il proprio tempo.

Gli sorrisi, soddisfatta della sua seconda posizione e di come aveva lottato.
Era chiamato "Il predestinato" per un motivo.

*

<<Ho fatto schifo>> scossi la testa alle sue parole.

Era seduto sul lettino per i massaggi del suo motorhome da quando aveva finito le interviste. Aveva la testa tra le mani e il volto stanco, esausto, i gomiti erano appoggiati sulle ginocchia. Accanto a lui c'era il trofeo numero 2, che tanto sembrava disprezzare in quel momento.
Non lo biasimavo, avevo anche imparato a conoscerlo quindi sapevo come comportarmi e sapevo cosa dirgli.

Mi infilai tra le sue gambe <<Cha.>> poggiai una mano sotto il suo mento, facendogli alzare il capo per incollare i miei occhi ai suoi.

Leggevo tristezza in quelle iridi smeraldo.

<<Non c'è niente che tu possa dirmi per farmi sentire meglio.>> mi disse. gli accarezzai il viso, facendogli chiudere gli occhi. Portai una mano tra i suoi capelli e lo strinsi a me.
<<Lo so che non sei soddisfatto. Che volevi vincere, volevi dimostrare a tutti che potevi farcela. Hai lottato, parecchio. Sono rimasta con il fiato sospeso tutta la gara ma sono felice. Non potevo essere più fiera di te. Hai
vinto la prima gara e ti mancava un passo per vincere anche la seconda. Ma va tutto bene.>> sussurrai quelle parole, esprimendo i miei pensieri.

<<Adesso ho te, quindi possiamo dire che sono arrivato primo nel tuo cuore.>> si allontanò da me, portando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
Mi sorrise, facendo formare le fossette.
Guardò prima i miei occhi, poi le mie labbra, poi tutto il resto del viso, come se volesse imprimere i miei dettagli nella sua mente.

Poi chiuse gli occhi. Fece un lungo sospiro e li riaprì, trovandomi sorridente.
Mi avvicinai a lui e lo baciai, finalmente.
Portò le sue gambe attorno il mio bacino e mi avvicinò più a lui, facendo sfiorare i nostri petti.

<<Sei la mia rosa bianca.>> gli dissi, facendolo sorridere ancora a pochi millimetri dalle mie labbra.
<<Bianco, perché sei puro, le tue mani hanno paura di farmi male e le tue braccia non mi stringono mai più del dovuto. Le tue labbra sono soffici e mi regalano baci semplici e pieni d'amore. I tuoi occhi sono quelli che non mi stancherei mai di guardare. Due pozze verdi smeraldo, due pietre preziose, che mi guardano come se fossi la cosa più bella al mondo, la luce in fondo al tunnel. La verità è che tu sei il mio sole ed io il tuo girasole, ti guarderò sempre, ammirerò sempre la luce che emani soltanto con un sorriso, non mi stancherò mai di osservarti, anche solo da lontano, anche solo quando dormi, quando sei felice e soprattutto quando sei sul podio, ma ti guarderò fiera anche quando arriverai secondo o quando non finirai una gara. Charles Leclerc, non mi stancherò mai di te.>> avvolse le sue mani attorno il mio busto per stringermi forte a se'.

<<Andiamo a casa?>> mi chiese, ed io gli sorrisi annuendo.
Sono già a casa. Proprio tra le tue braccia.

<<Charles.>> lo chiamai, prima di uscire dal box rosso. <<Si?>> si girò verso di me, rivolgendomi tutta la sua attenzione.
<<È un secondo posto, e merita di essere festeggiato.>> gli sorrisi, contagiando anche lui con un sorriso timido. <<Hai ragione.>> mi lasciò un bacio sul capo prima d tornare indietro.

Eyes never lie [Charles Leclerc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora