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𝐀𝐌𝐄𝐋𝐈𝐄

E sapevo di non poterlo evitare, lui era un pilota ed io ero uno dei suoi meccanici.
Dopo la riunione con tutto il team, dove mi aveva guardato senza vergogna, volevo solo scappare via. Non volevo affezionarmi a quelli come lui, era uno sbruffone. Sembrava diverso da lui, ma non lo sapevo, per cui non volevo fidarmi, mi avrebbe spezzato il cuore, ed io lo sapevo già.

Però mi fermò, tenendomi per il polso e farmi credere che quel pomeriggio per lui ero realmente bella, e in quel momento il mio cuore voleva uscire dal petto, farsi un giro in macchina e poi tornare.
Dovevo mantenermi rigida, lui era bello, affascinante, tutte cadevano ai suoi piedi, io non dovevo farlo, io ero forte e non ingenua.

<<Idiota.>> lo lasciai lì, provando ad andare verso il garage. <<Concedimi solo una cosa.>> disse, io fermai il mio passo, senza girarmi.
Lui si posizionò davanti a me, non riuscii a controllarmi, fissai i miei occhi nei suoi. Ero finita.
<<Mh?>> chiesi, per farlo continuare a parlare.

Una cosa che mi piaceva di lui era che non perdeva mai le speranze. Ma forse in questo caso era soltanto perché io dovevo essere per forza una delle sue conquiste.

<<Posso accompagnarti a casa?>> alzai un sopracciglio. Ci volevano almeno 4 ore e 30 minuti da Maranello al Principato di Monaco.
<<Ho tanto lavoro da fare qui e->> mi bloccò subito <<Ti aspetto.>> serrai le labbra, non sapendo cosa dire. <<Va bene.>> sospirai, e lo vidi sorridere per la sua vittoria.

<<Charles.>> fermai la sua euforia. <<Amelie.>> disse lui, vagando con gli occhi per tutta la mia figura. Lo aveva già fatto un paio di volte prima, e anche questa volta il mio corpo si cosparse di brividi.
<<Nulla, vado.>> gli concedetti un piccolo sorrisino prima di andare al garage.
In realtà dovevo stare soltanto una mezz'ora, ma dovevo provare a mandarlo via in qualche modo. Iniziai a lavorare sulla macchina, che era praticamente pronta dopo un intenso lavoro durante l'inverno, e a fare qualche controllo, mentre la mia mente non faceva altro che concentrarsi su di lui, che mi aspettava soltanto perché voleva accompagnarmi a casa. <<Amelie, tranquilla ci pensiamo noi.>> mi disse Marco, appoggiandomi una mano sulla spalla, io guardai dietro di lui, verso l'entrata, dove Charles era appoggiato alla porta e ci guardava da lontano.
<<Ma io posso rimanere.>> continuai, non volevo andarmene soltanto perché Charles era lì, io volevo lavorare e fare tutto quello che potevo. <<Abbiamo finito per oggi, sei stata magnifica.>> mi rassicura, facendomi sospirare. <<Va bene, sarà l'ultima volta che me ne vado prima, sappilo.>> gli puntai il dito contro, e lo vidi sorridere.

Marco era un bel ragazzo, i capelli biondi gli incorniciavano il viso e negli occhi azzurri color mare ti ci perdevi ogni volta.
Però non era il mio tipo.
Guardai di nuovo alle sue spalle, dove Charles ci stava guardando male con le braccia incrociate al petto.

Salutai tutti con un saluto generale. Ero l'unica donna lì ma questa cosa non mi sfiorava nemmeno, ero arrivata dov' ero perché me lo meritavo, come tutte le altre persone nella stanza.

<<Andiamo. Mister Gelosia.>> gli diedi un colpetto sul petto e lo sorpassai, uscendo da lì.
Lui mi seguì fino all'entrata, dove tante persone erano lì solo per vedere lui.
<<Che ne dici se usciamo dal retro?>> mi propose, io mi girai verso di lui, con un piccolo sorriso imbarazzato. <<Sono stato con loro all'entrata, non ti preoccupare.>> allora annuii, e quella volta fui io a seguire lui.

Mi aprì la portiera della sua auto. E con questo ero rimasta davvero senza parole. <<Grazie. Potevo farlo da sola>> dissi ironica, sapevo che lui sorrideva, entrai con un sorriso nella sua Ferrari 488 Pista Spider.
<<Vogliamo mangiare qualcosa prima di andare via?>> mi chiese, allacciandosi la cintura. Io controllai l'ora sul telefono.
Beh, il mio stomaco brontolava.
<<Perché no.>> alzai le spalle, e lui mi sorrise.

Sembrava diverso da quella sera, forse era solo il suo modo di apparire, di comportarsi con gli altri.
Eravamo colleghi, non potevo non istaurare rapporti con lui, magari aveva invitato a cena tutti i suoi colleghi, non lo sapevo.

<<Charles.>> Dissi, una volta usciti dal parcheggio. <<Mh?>> si voltò verso di me per un paio di secondi, per poi tornare con lo sguardo verso la strada. <<Posso mettere un po' di musica?>> lo vidi sorridere e annuire, prima di dire <<Certo.>> mi porse il suo telefono, sbloccandolo con il FaceID.
<<Apri spotify, il bluetooth è attivo.>> seguii le sue indicazioni, sbirciando tra le sue playlist.
Aveva davvero dei bei gusti musicali.

<<Amo i coldplay.>> dissi, cliccando poi sulla prima canzone che avevo visto.
<<Davvero?>> mi chiese <<Mhmh.>> annuii, iniziando a canticchiare la canzone.
Poi mi girai verso di lui, e feci un lungo e silenzioso respiro, osservando la sua figura.
Le labbra piegate in un sorriso con le fossette che facevano da contorno, gli occhi quasi sempre attenti sulla strada, perché a volte lo avevo sorpreso a guardare nella mia direzione.
I capelli mori gli ricadevano sulla fronte e le dita che picchiettavano sul volante, a ritmo di canzone. Anche a lui piacevano i coldplay.

<<Qual è la tua canzone preferita?>> chiesi, lui ci pensò un po' su. <<Viva la vida è troppo banale?>> sorrisi. Era anche la mia preferita. <<No, non credo sia banale.>> dissi, poi voltandomi verso la strada.
Misi proprio quella canzone, lui iniziò a muovere il capo a tempo, facendomi scoppiare in una risata genuina. Era davvero buffo.
<<Che c'è?>> si rivolse a me, con un gran sorriso che si faceva spazio sul suo viso.
<<Nulla.>> alzai le spalle, e lui fece finta di essere offeso, facendomi istintivamente sorridere, fino a farmi male le guance.

Arrivato il ritornello iniziammo a cantare senza vergogna. Io ero stonatissima, ma anche lui non scherzava.
Batteva le mani sul volante ed io facevo lo stesso sulle mie gambe.
Le persone potevano davvero scambiarci per due pazzi. Feci finta di tenere un microfono tra le mani, quando ripartì il ritornello, e mi voltai verso di lui, per quanto la cintura di sicurezza mi permetteva, facendo finta di essere una cantante, e a lui pareva divertirlo, perché sorrideva come un bambino mentre mi rivolgeva occhiate fugaci mentre guidava.
Ed ero davvero spensierata in quel momento, non mi interessava se era lo stesso ragazzo alla quale dovevo tenermi lontana. Cantavamo e basta.
E non mi ero mai sentita più libera di così.
Abbassò anche i finestrini, facendo entrare il vento che ci scompigliò tutti i capelli, facendoci ridere ancor di più.
Alla fine della canzone, tirai un sospiro, mi facevano male le guance. Lui rimase in silenzio, con un sorriso sul volto che diceva tutto.
Parcheggiò abbastanza male, vicino il marciapiede. Mi voltai verso di lui, che in pochi secondi spense l'auto e corse subito ad aprirmi la portiera. Il mio cuore fece un balzo.
<<Grazie.>> potevo farlo da sola.

Ma questa volta non lo aggiunsi.

Capitolo 5 e aggiornamento notturno🌝Io li amo insieme, non posso farci niente

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Capitolo 5 e aggiornamento notturno🌝
Io li amo insieme, non posso farci niente.
Cosa ne pensate?
Io sono agitatissima per il GP, non riesco a pensare ad altro.
A me Charles mi sembra già cotto, a voi?😉😉
Seguitemi anche su tiktok, posto degli spoiler sugli altri capitoli (@ chxrleeess)
Lasciate una stellina e un commento se vi va. Ci vediamo con il prossimo aggiornamento ❤️

Eyes never lie [Charles Leclerc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora