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Izuku si svegliò con un sussulto, alzandosi di scatto.
Era buio, e non si vedeva nulla.

Tastò il materiale su cui era seduto, scoprendo che era pietra fredda. Nelle ombre, riuscì a distinguere i muri grigi e sporchi di quella che sembrava una cella. Non c'erano finestre, solo una vecchia porta di acciaio, chiusa a chiave.

Rimase fermo per un po', massaggiando con movimenti lenti la pancia, leggermente gonfia. Il suo odore di menta era triste, non trovando il compagno accanto a se.

Pensò che non sarebbe dovuto uscire solo, e nemmeno passare davanti al vicolo.

Un rumore ferroso lo fece voltare verso la porta, che stava venendo aperta.

Una figura sconosciuta appoggiò qualcosa per terra. "Mangia" disse, poi uscì.
Quando i passi della guardia si allontanarono, Izuku si avvicinò, guardando dentro quel piatto scuro. Minestra di verdure.

Fece un verso disgustato. Se fosse stato solo lui non l'avrebbe mangiata, forse era avvelenata...
Ma lui aveva anche suo figlio con se, non poteva rischiare di indebolirlo.

Aspettò che si raffreddasse un poco, per poi ingurgitarla. Il sapore amaro del cavolo gli rimase in bocca a lungo, disgustato, fino a quando non riuscì ad addormentarsi.

Intanto, Bakugo era più convinto che mai nel trovare il compagno. Aveva mobilitato tutti i suoi compagni migliori, e anche quelli che Izuku non conosceva di persona. Trovare l'omega era la cosa più importante.

Si svegliava presto, usciva a cercare un qualunque indizio, tornava tardi, controllava le telecamere fino alle quattro di mattina e dormiva massimo due ore. Ma non si dava per vinto.
I suoi amici erano preoccupati, Kendo si sentiva in colpa.

I mesi passarono.

Il cucciolo dei due, nel grembo di Izuku, arrivò a otto mesi.
Natale e tutte le festività erano state dimenticate. Ormai era febbraio.
Izuku non uscì dalla cella, che era un via vai di medici e di guardie.

Spesso e volentieri, queste ultime lo violentavano, e lui non poteva fare nulla contro la loro voce da Alpha.

Quando un giorno, finalmente, una guardia entrò.
"Il capo vuole vederti" disse, arpionando il braccio e strattonandolo in piedi.

Lo bendò, trascinandolo via.
I suoi vestiti non erano adatti a quel clima, era troppo freddo.

Sentii i piedi scalzi urtare dei gradini duri, salire sempre più in alto.

Ad un certo punto sentii calore, si stava bene li.
Continuò in piano, salire altre scale e poi ancora piano.

La guardia gli passò davanti, togliendogli la benda, era davanti ad una porta.

La guardia bussò, e poco dopo la porta si aprì.

Un altra guardia uscì, facendo entrare il verde, che impaurito cercò di capire cosa stava succedendo.

La porta si richiuse dietro di lui con un colpo, e si accorse del forte odore di fumo presente in quella stanza.

Un ufficio. Sulla poltrona era seduto un uomo sui quarant'anni. Aveva i capelli arancioni corti e spettinati, e la corporatura massiccia. Un alpha.

Gli occhi nocciola lo squadrarono, per poi parlare, tenendo la sigaretta tra le dita tozze

"Benvenuto nella mansione degli Itsuka, Izuku Midoriya"


*Avrei voluto scrivere un po' di più, ma sono appena arrivato a Cesenatico nel villaggio vacanza , e ho da disfare le valigie...
In realtà abbiamo appena sbagliato villaggio, ma comunque, devo dirvi addio...

Farò fatica a scrivere, ma ci proverò!*

✓Sugar Daddy - Bakudeku Omegaverse IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora