"Karina" (cap.28)

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POV FELIX
Arrivai, mi sistemai il lucidalabbra,bussai e...
E una ragazza con solo l'initmo mi aprì.
"Scusa?Chi sei?" mi chiese innocentemente mentre si metteva un vestito leggero che era stato buttato sul divano.
"Dov'è Hyunjin?" dissi ignorando la sua domanda.
Mi guardò malissimo e io ricambiai lo sguardo, tenendo gli occhi incollati ai suoi.
Era uno sguardo pieno di odio.
La spostai bruscamente entrando nella casa e iniziando a cercare il maggiore per tutto il salone ma mi arresi poco dopo sedendomi nel divano di pelle bianca
"Tesoro mio,sono Karina la fidanzata di Hyunjin, suo padre mi ha detto di venire per fargli una sorpresa" spiegò la ragazza senza che le chiesi nulla.
Oh no tesoro, Hyunjin non farà sesso con te.
"Primo: non mi chiamare tesoro mio perché neanche ti conosco.
Secondo: Hyunjin ha detto a me di venire a casa sua per stare un po' con lui.
Terzo: Hyunjin è gay" dissi facendo con le dita i numeri.
Ebbi il piacere di vedere la sua faccia sbiancare anche se indossava strati e strati di trucco.
"Gay? Nono il mio Hyunjinnie non è malato" rispose lei.
"Perché dovrei essere malato?" chiese una voce alle mie spalle.
Hyunjin.
Era Hyunjin, che entrò dalla porta ancora aperta con tante buste trasparenti in mano.
Posò le buste per terra ed è proprio lì che Karina gli saltò addosso abbracciandolo.
"Hyunjinnie!" esclamò contenta.
"Karina? Scendi subito da me!" ordinò piú confuso di prima.
"Felix, non pensavo venissi prima di me e tu, Karina, che ci fai qui?" chiese indicandoci uno alla volta.
"Ma come amore, tuo padre mi ha detto di venire perché eri un po' giù di umore" disse con voce acuta e facendo facce "carine".
"Karina, esci subito da questa casa e non entrarci mai piú!" sussurrò arrabbiato, stringendo i pugni tanto da far diventare le nocche bianche.
Cerco di contrabattere alle sue parole, ma Hyunjin la prese per un braccio la portò fuori e chiuse la porta.
"Lixie"disse girandosi e avvicinandosi a me.
Oh no, non funziona così.
Ora mi deve spiegare tutto.
Mi allontanai facendo dei passi indietro mentre lui continuò a seguirmi cercando di bloccarmi.
Continuammo così fino a quando la mia schiena non si scontrò con il muro.
Mise la mano sinistra accanto alla mia testa, sorreggendo il suo peso, mentre con l'altra mi accarezzava dolcemente il viso.
"Chi era quella puttana di prima?" sputai acido in cerca di spiegazioni.
"Piccolo, perché sei così arrabbiato? Ora ti spiego tutto" sussurrò accanto al mio orecchio provocando dei brividi lungo tutta la mia schiena.
"Però prima mangiamo" finì, invitandomi a prendere la sua mano per portarci in cucina.
Arrivati in cucina, si ricordò di andare a prendere le buste davanti alla porta, così ebbi un po' di tempo per osservare attentamente essa.
Aveva diversi cassetti e sportelli bianchi attaccati al muro che creavano un rettangolo, rotto dal piano di cottura con la cappa ,che furono posizionati al cento, e dal frigorifero che si mimetizzava con i mobili.
Al centro della cucina c'era un'isola costruita in marmo con delle sedie nere alte attorno ed infine nel punto piú lontano della stanza si poteva trovare la spazzatura che non puzza (plastica,carta e vetro) mentre l'altra era fuori, nel piccolo balconcino spoglio che si poteva intravedere dalla grande finestra.
Le mura e il tetto erano dello stesso colore: un bianco panna splendente, che nel caso del tetto, fu accompagnato da tante lucine rotonde di un colore freddo che illuminavano la stanza.
Mentre, il pavimento, era di legno. Un legno a me sconosciuto ma molto chiaro.
"Hey, ci sei?" mi chiese il ragazzo alto che arrivò in cucina da tanto tempo.
"Sisi stavo osservando la cucina" risposi dicendo la verità.
"Bella? Ti piace" domandò guardandomi e sistemando la spesa mentre io continuavo a girare lo sguardo in tutta la cucina.
"Si tantissimo" dissi emozionato.
"Mh ti prometto che, se un giorno saremmo qualcosa di più, nella nostra casa ci sarà un cucina uguale" promise lui mentre mi prendeva per i fianchi e sistemava il mio viso puntato sul suo.
Arrossì pesantemente, sia per la posizione sia per le sue parole dolci intente a costruire un futuro con me.
Aish Hyunjin, mi fa male non capire cosa provo per te.
"Non dovevamo mangiare?" chiesi cambiando discorso.
"Sei impaziente piccolino, ora stai seduto che ti faccio vedere le mie doti culinarie" ridacchiò lui.
Così feci, mi sedetti su una sedia nera e iniziai a messaggiare con i miei amici alzando lo sguardo di tanto in tanto per vedere cose stesse cucinando e come.

Enemies? || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora