Capitolo 46

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Cassandra


Percorro per la quindicesima volta la stanza avanti e indietro, osservando la donna che è sdraiata nel letto della stanza degli ospiti, profondamente addormentata. Dalle analisi del sangue che le sono state fatte una volta arrivata qui, risulta che sia stata pesantemente e perennemente sedata in questi diciotto anni. Se la mia vita è stata un inferno quella di questa donna non è stata da meno. Essere perennemente sotto l'effetto di pesanti sedativi che vengono utilizzati per i malati terminali per aiutarli a non soffrire più e avere una dignità anche nella morte, non deve essere piacevole. Voglio dire, questa donna ha perso il diritto alla vita diciotto anni fa. Da quel giorno non ha più visto o sentito nulla, rinchiusa in quell'edificio che fa venire i brividi solo a vederlo, figuriamoci a viverci. Ma mi chiedo perché la polizia non si sia accorta che non era in grado di intendere e di volere quando l'hanno arrestata. Ed è strano ora che ci penso che sia stata condannata sulla sola base di un video. Non ha mai ammesso nulla e tranne quel video non ci sono prove. Perché è stata mandata in quel lager travestito da manicomio?

Sospiro.

Vorrei che si svegliasse e mi dicesse chi c'è dietro il mio rapimento, l'attesa è terribile ora che sono ad un passo dalla verità,

- Creare un buco nel pavimento non aiuterà la causa-

Mi volto ad incontrare lo sguardo di Blake. Come diavolo fa a muoversi così silenziosamente? Che rabbia!

- Ha scoperto qualche cosa? La sua cartella clinica è almeno veritiera? In quel lager non curavano i pazienti, li torturavano –

Fa una smorfia.

- È gente pericolosa, stanne fuori. Ci penserò io. Non voglio che ti accada nulla-

Sorrido.

- Paura che mi facciano del male? Non ci sono riuscite le famiglie affidatarie, non credo proprio che possa riuscirci chiunque ci sia dietro questa storia –

- Stiamo parlando di killer spietati che non si fermeranno davanti a nulla pur di ottenere ciò che vogliono.

Scrollo le spalle.

- Allora siamo in due-

Lo vedo scuotere la testa e avvicinarsi.

- Cosa ne è stato della ragazzina innocente che ho trovato in quel vicolo? – Mormora prendendomi tra le braccia.

- Nulla. Era una tua proiezione. Non sono mai stata innocente –

Sorride.

- Oh, sì che lo sei stata. E lo sei ancora sotto certi punti di vista-

Arrossisco.

- Non intendevo quello e lo sai-

Ghigna.

- Non ti ho mai chiesto se la teoria dei cinque minuti è stata messa da parte-

Sollevo gli occhi al cielo.

- Potrei non esserne certa. Sai in certi casi è meglio provare e riprovare per essere certi del risultato-

Urlo quando mi ritrovo a testa in giù sulla sua spalla, sballottata come un sacco di patate.

- Blake King mettimi immediatamente giù! – Urlo tempestandogli di pugni la schiena.

- Hai appena detto che hai bisogno di provare per essere certa. Ti sto solo accontentando. Lo sai che sono un grande sostenitore della scienza –

The lost son (mafia serie7) CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora