Erano passate più di due ore, la sala d'attesa era quasi vuota e i dottori non ci davano notizie. Il sole era ormai tramontato, ed ero stanca. Tom era alla sedia affianco alla mia, stava guardando quella porta. Lo guardai, poi appoggiai delicatamente la mia testa sulla sua spalla, potevo sentirlo tremare, potevo sentire il suo dolore dentro. Alzò la testa, fissandomi, poi appoggiò la sua testa sulla mia. Adesso mi sentivo al sicuro, mi rilassai e dopo poco mi addormentai.
Era tutto scuro, solo le luci dei corridoi illuminavano l'ospedale. Tom stava dormendo appoggiato allo schienale della sedia. Mi sentivo stordita, era notte fonda e non c'era neppure una persona all'ospedale, solo noi, i medici, infermieri, e Bill. Mi alzai, un po' dolorante per aver dormito su una sedia di plastica, e andai dritta al bagno attraversando i lunghi corridoi. C'era silenzio, si sentiva solo il ronzio delle vecchie luci. Trovai il bagno e aprii il rubinetto, sciacquandomi la faccia. Mi guardai allo specchio, avevo le occhiaie, e il mascara colato. Mi risciacquai e mi asciugai la faccia con un panno. Uscii fuori percorrendo di nuovo quel corridoio, mi sedetti alla stessa sedia e proprio in quel momento un dottore uscì da quella stanza.
"Scusate l'attesa, abbiamo appena finito di operare il signor Kaulitz, è andato tutto bene, ma.." Disse con un sorriso.
Ma?
-"Che cosa?" Chiesi, spaventata adesso
"Ci sono poche probabilità che si svegli, era un colpo abbastanza forte, con probabilmente sostanze tossiche all'interno." Disse.
-"Sono sicura che si sveglierà." Dissi, tremante
-"Posso vederlo?" Dissi pregando.
"Certamente" disse aprendo la porta.
Uscirono le infermiere e mi sedetti ad una piccola sedia vicino a lui. Aveva ancora il trucco ma sbavato, aveva la faccia pallida e le labbra secche. Era attaccato a dei tubi, il suo respiro era lento. Mi rattristava vederlo così, era tutta colpa mia, meritavo io di essere sparata. Gli presi delicatamente la mano calda, accarezzandogliela. Poi gli accarezzai anche la testa, toccando i suoi morbidi capelli.
-"Mi dispiace." Sussurrai. Una lacrima uscì dal mio occhio.
-"Sei forte, però adesso svegliati, ti prego." Dissi, un'altra lacrima scese percorrendo la mia guancia.
Gli accarezzai la mano con il pollice.
-"Ti amo Bill."
Mosse leggermente le labbra.
-"Bill?"
Si stava svegliando.
Un piccolo gemito uscì dalla sua bocca.
"Deva?" Disse prendendo respiro.
-"Sì, sono io" dissi felice.
"Cos'è successo?" Disse muovendosi piano.
-"Ti hanno sparato e ti abbiamo portato in ospedale, ma adesso ti senti meglio no?" Dissi spiegandogli.
"Si.." disse mettendosi comodo.
Si sedette, gemendo un po' per il dolore alla gamba e mi sorrise.
"Anch'io ti amo."
Gli sorrisi.
Qualcuno si fiondò nella stanza.
"Bill!" Urlò Tom.
"Hey!"
Si abbracciarono con una piccola risatina.
"Mi hai fatto preoccupare cazzo!" Disse Tom asciugandosi le lacrime ridendo, tirandogli un pugno amichevole sulla spalla.
"Allora menomale che non sono morto!" Disse alzando le mani sarcasticamente.
-"Non dire queste cose, ci siamo veramente preoccupati." Dissi.
"Adesso sono qui" disse.
Cercò di alzarsi dal letto, ma gemette per il dolore alla gamba.
-"Bill devi riposarti." Dissi rimettendolo a letto.
"Va bene" disse Bill poggiando la testa sul cuscino.
-"Vado a prenderti qualcosa da mangiare" dissi alzandomi.
"Grazie" disse.
Uscii dalla stanza dirigendomi verso la mensa, attraversando di nuovo quel lungo corridoio. Non c'era nessuno, la sala era completamente vuota, presi del pollo con patate e una bottiglia d'acqua. Mentre mi dirigevo verso la camera stavo pensando agli altri, nel senso, non sapevano del brutto incidente di Bill, ed Isabel sapeva solo che andavo a casa sua, ma non tutto questo. Quindi pensai che forse era l'ora di avvisarla. Entrai nella stanza e poggiai il cibo di Bill su un tavolino, era molto affamato quindi lo prese subito.
"Grazie ragazzi, davvero." Disse divorando una coscia di pollo.
"Di nulla fratello." Disse Tom
"E di che, io chiamo Isa, l'avverto della situazione."
Chiamai Isa, era a casa da sola, non aveva la macchina perciò prese un taxi, era molto agitata ma le dissi che adesso Bill stava bene.
Eravamo ormai nel bel mezzo della notte, si sentivano solo le risatine di Tom e Bill, le cicali e i miei sospiri. Speravo solo di uscire da quell'ospedale al più presto.
Arrivò Isabel, con i capelli spettinati, struccata, e con un cappotto di 2 taglie più grandi della sua. Aveva in mano il telefono, gettò la borsa a terra per abbracciare Bill.
"Dio mio, Bill, stai bene?" Disse Isa con la voce soffocata dall'abbraccio.
"Sì, grazie per essere venuta." Disse ridacchiando.
Per fortuna, adesso stava bene, e questo era l'importante.
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perché hai scelto me?~bill kaulitz
Romancedue ragazze originarie di Berlino di 19 e 21 anni si imbattono in un concerto della band tedesca più amata del tempo, i Tokio hotel. Con pochi sguardi cambierà la loro vita e quella della band.