(Bill POV)
Entrai dentro, ancora sconvolto e senza nessuna emozione, asciugai con il guanto di pelle le mie lacrime sul viso. Respiravo affannosamente, cercando di calmarmi. Arrivai davanti la reception dove di solito c'era sempre Sarah, infatti era lì. Era l'addetta alla reception, che ci ha subito accolti garbatamente. Era bassina, aveva dei lunghi capelli biondi e degli occhi azzurri. In faccia aveva sempre l'ombretto nero sfumato con dei brillantini, e l'immancabile rossetto rosso sangue. Aveva venti anni circa, o almeno così mi sembrava. Indossava la solita camicia nera con sopra scritto il suo nome. Cercai di non farmi notare, ma come sempre non ci riuscii.
"Hey Bill!" La sua voce squillante chiamò.
Mi girai piano, in quel momento non volevo sapere di come fossero le mie condizioni, ma sapevo fossero pessime. Mi limitai a sorridere.
"Ciao Sarah." Dissi avvicinandomi piano. Arricciai il labbro superiore.
"Ho saputo che tra pochi giorni dovrete ripartire.." disse appoggiandosi al bancone.
Annuii.
"Sì, ma Los Angeles non dovrà aspettare." Dissi alzando le spalle.
"Ti troverai bene qui, fidati." Disse sospirando. La guardai.
Il mio sguardo si bloccò su una porta con la scritta "wc" di sopra, avevo bisogno di sciacquarmi e vedere le mie orrende condizioni.
"È libero quel bagno?" Chiesi indicando la porta.
"Sì sì" disse Sarah annuendo con la testa velocemente. Le sorrisi ringraziandola.
Corsi velocemente verso il bagno e spinsi la porta. Appena entrato, mi trovai subito davanti al lavandino, con uno specchio poco sporco sopra. Mi guardai allo specchio, ero orribile. Il trucco era colato e sparso su tutta la faccia. Il mio naso era rosso come quello di una renna. I miei occhi erano rossi e gonfi. Perché Sarah non mi aveva detto nulla? Poggiai entrambe le mani intorno al lavandino, sostenendomi con le braccia.
"Ugh" Mi lamentai sospirando.
Uscii dal bagno sbattendo la porta, feci sussultare Sarah per il botto, la squadrai dalla testa ai piedi e alzai un sopracciglio. "Comunque, quella camicia ti sta male" dissi, misi le mani nelle tasche e chiamai l'ascensore.
"Ma-" sentii dire da dietro di me. Entrai nell'ascensore premendo il pulsante con il numero 2. Mi poggiai con la testa contro l'ascensore gemendo.
"Perché?.." chiusi gli occhi. Il campanello suonò e l'ascensore si aprì. Ancora appoggiato diedi un occhiata alla prima porta che riuscivo ad intravedere. Quella della mia camera, o meglio nostra camera. Mi raddrizzai e mi incamminai verso la porta. Bussai delicatamente con l'indice.
"Ehi sono io.." dissi accanto alla porta. La sua voce mi fece illuminare gli occhi.
"È aperto" disse Deva con la sua voce angelica. Aprii piano la porta e la vidi sdraiata sul letto con un cuscino sopra la pancia. Era visibilmente confusa e annoiata.
Andai di fianco a lei stando in piedi, vedendola sorrisi. Si alzò piano guardandomi bene negli occhi, sapevo di averli rossi e lucidi ma non ci feci caso, socchiuse gli occhi confusa.
"Bill, tutto bene?" Disse quasi sussurrando mettendomi una mano sulla spalla. Sorrisi e
l'abbracciai forte, con tutto l'amore e allo stesso tempo la paura dentro. Sussurrai tra i suoi capelli corvini."Ti amo tanto Deva."
Si poggiò sul mio petto e ricambiò l'abbraccio. "Anche io ti amo tanto Bill." Disse. C'era solo silenzio in quella stanza, nessuno si muoveva. Deva mi diede due colpetti sulla schiena, la guardai, mi fece segno di sedere. Mi sedetti sul letto e così anche lei. Stava aspettando che io parlassi, ma avevo paura. Feci un sospiro, mi prese entrambe le mani mettendole sul suo grembo, le accarezzò con il suo pollice.
"Mi dispiace.." dissi. La sua espressione piano cambiava.
"Varie aziende ci hanno offerto di lavorare qui, avremo un lavoro migliore.." dissi guardando le sue mani.
"Non voglio abbandonarti Dev, capisci?"
Stavo piangendo.
(Deva POV)
Stava piangendo per la prima volta accanto a me.
Non avevo capito esattamente la situazione, perché si stava comportando in questo modo?
"Non capisco.." dissi con voce tremante.
"Deva, non potremmo più vederci." Un vuoto dentro di me.
"Fra circa due giorni partiremo per Berlino, vi lasceremo a casa vostra e.. ritorneremo qui." Disse ancora con le lacrime agli occhi.
Non potevo crederci. È stato tutto così inaspettato e veloce, non ho avuto il tempo di riflettere.
"No.. no" dissi lasciando le mani.
"Non può essere.."
"Deva sto dicendo la verità." Continuò a dire.
"Non.." scoppiai in lacrime. Lo amavo così tanto che non potevo lasciarlo, non avrei mai potuto farlo. Mi prese coprendomi con le sue braccia, lasciai cadere le lacrime sulla sua maglietta, il mio pianto disperato rimbombava in tutta la stanza. Non avevo mai pianto per una ragazzo, Bill era speciale. Continuava ad accarezzarmi i capelli, lasciandomi dei piccoli baci sulla testa.
"Shh.." diceva sussurrando fra i miei capelli.
Non riuscirò mai ad accettarlo, ma Bill starà bene, continuerà al meglio il suo sogno e il suo percorso, ed io posso essere soltanto felice e orgogliosa di lui. Sono stata sempre accanto a lui in ogni momento, ma ora dovevo lasciarlo andare. Non è un addio. Lo amerò per sempre, non dimenticherò mai le cose che mi ha lasciato e che mi ha insegnato questo ragazzo, era tutto.
Mi staccai ed asciugai le mie lacrime e le sue. Lasciai un lungo bacio sulle sue labbra rosee perfette, tenendogli il viso e lui i fianchi. I nostri nasi si toccavano, quel momento era magico. Tenni le mie mani intorno al suo viso, gli sorrisi.
"Starai bene.. non dimenticarti mai che ti amo" gli dissi, il suo sguardo mi faceva impazzire.
"Starai bene anche tu piccola.." disse baciandomi dolcemente la guancia.
Ci buttammo sul letto e ci addormentammo beatamente l'una intorno all'altro, le sue braccia non mi lasciavano e il suo viso era a pochi centimetri dal mio.
Speravo soltanto che quel momento durasse per sempre.
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perché hai scelto me?~bill kaulitz
Romancedue ragazze originarie di Berlino di 19 e 21 anni si imbattono in un concerto della band tedesca più amata del tempo, i Tokio hotel. Con pochi sguardi cambierà la loro vita e quella della band.