XXVI

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(Deva POV)

Mi svegliai, ma questo non era il solito risveglio nella mia solita camera disordinata, nella casa d'affitto con odore di pancake di prima mattina. Ero in una camera lussuosa, in un'albergo costoso e con Bill affianco. Mi affacciai dalla grande finestra che si trovava vicino al letto, il panorama era spettacolare, sognavo questo momento da quando ero piccola. Volevo abbracciare la piccola me e dirle che il suo sogno si era realizzato, non viveva più con sua madre e non piangeva più tutti i giorni. Adesso ero serena, non vivevo più nella paura. Mi incamminai verso la piccola isola della cucina. Presi una cialda di caffè e la misi nella macchinetta, poi presi la tazzina e la posizionai. Presi la tazzina e sorseggiai il mio caffè, nel mentre Bill aveva le gambe attorcigliate al lenzuolo, non aveva la maglia perciò si potevano vedere benissimo tutti i tatuaggi, indossava un boxer verde fluo. Aveva i capelli arruffati e il viso struccato. L'unica cosa che mi chiedevo era come faceva ad essere sempre bello. Sinceramente a vederlo così non ricordavo bene cosa fosse successo la sera prima. Lo vidi muoversi piano, era tipo in slow-motion poi dopo quegli strani movimenti cadde dal letto. Stavo cercando di trattenere le risate, avevo il caffè in bocca stavo anche per strozzarmi.

-"Bill?" Dissi poggiando il caffè sull'isola, avvicinandomi piano a lui.

Vidi dal letto la sua testa alzarsi, era immobile.

"Sto," fece una pausa "sto bene." Disse strofinandosi la testa.

-"Sei sicuro?" Dissi guardandolo dalla testa ai piedi assicurandomi che stesse bene.

"Sì, sì." Disse tenendosi la mano sulla testa.

Mi guardò per un attimo, ispezionandomi.

"Pensavo ci fossi tu, ma per mia sfortuna sono caduto" disse facendo spallucce.

-"Oh mi dispiace Bill" dissi sarcasticamente.

"Mi sono ricordato di stasera" disse spalancando gli occhi correndo verso il bagno.

Poi si fermò su i suoi stessi passi.

"Però, prima un'altra cosa"

-"Cosa?" Dissi, sorseggiando il caffè, ormai freddo.

"Vestiti e vedrai" disse entrando in bagno, alzai gli occhi al cielo.

Presi la valigia visto che non avevo ancora sistemato i vestiti in un armadio, misi una maglietta viola e dei cargo neri. Presi il mascara e guardandomi allo specchio lo applicai sulle mie lunghe ciglia, ovviamente non poteva mancare il mio burro cacao e il profumo alla vaniglia. Bill ci metteva molto più di me a prepararsi quindi nel mentre sistemai i vestiti nell'armadio vicino al letto.

Sentii finalmente la porta del bagno aprirsi, aveva una maglia nera attillata, una giacca rossa con dei quadratini neri e dei jeans grigio scuro attillati. Il resto era uguale, le collane oro, i guanti neri, gli occhiali, il trucco e i capelli.

-"Quanto tempo ci metti!" Dissi lamentandomi.

"Ognuno ha i suoi tempi, piccola." Disse sistemandosi la giacca.

Si avvicinò a me lentamente, con i suoi stivali neri pesanti. La camera era molto silenziosa, potevo sentire il suo respiro in faccia. Mi stampò un dolce bacio sulle labbra. Annusai il profumo dolce con un retrogusto amaro che mi percorreva la gola.

-"La prossima volta metti più profumo" dissi tossendo un po'.

"Tu dici?" Disse sarcasticamente annusandosi.

"Non fare il figo, andiamo?"

"Lo dici perché sai che lo sono" disse prendendo il telefono mettendoselo in tasca.

Dio aiutatemi

Uscimmo dall'hotel a piedi, Bill mi prese delicatamente la mano guardandomi negli occhi. Mi faceva strano non camminare più nel solito marciapiede per andare a casa Kaulitz. Arrivammo in una piccola gelateria, tipica americana. Mi avvicinai e presi un gelato alla fragola invece Bill alla panna, visto il sonno di stamattina prese anche il caffè. Bill pagò ed andammo fuori a dei tavoli della gelateria.
Si sedette vicino a me, avvicinò il suo gelato alla mia faccia e lo premette contro il mio naso. Mi pulii strisciando la mia mano sul naso.

-"Vuoi fare proprio lo spiritoso oggi a quanto vedo" dissi cercando dei fazzoletti nella borsa.

"Può darsi" disse leccando il suo gelato.

***

(Bill POV)

Eravamo tutti e quattro nella mia stanza di hotel a prepararci per il concerto. Le ragazze erano già in taxi per arrivare prima. Georg e Tom stavano provando con la chitarra, Gustav stava facendo un riposino invece io mi stavo preparando. Stavo sistemando i capelli e il trucco, dovevano essere perfetti sempre per me. Feci un grande sospiro mentre mettevo i guanti.

"Bill" mi chiamò Tom mentre posava la chitarra e veniva verso di me.

-"Mhm?"

"Ho paura" disse, era sudato e sentivo il suo cuore battere velocemente.

-"Sono sicuro che andrà tutto bene, non preoccuparti." Dissi sorridendo, mettendogli una mano sulla spalla.

Preparammo le ultime cose e prendemmo l'ascensore. Dentro di noi c'erano delle esplosioni di emozioni; paura, ansia, ma felicità sopratutto. Salimmo nella nostra limousine privata, mi misi dalla parte del finestrino, aprendolo. Vidi tutti tremare, fare grandi respiri, sudare.

"Ragazzi, andrà tutto bene me lo sento, spacchiamo il palco!" Dissi guardando ognuno di loro.

Mi fecero un cenno, sorridendomi.

Non mentivo mai, sentivo che sarebbe andato tutto bene, rassicuravo tutti ma, dentro di me, la paura era tanta. Forse ero più ansioso di tutti loro messi insieme. Chiusi gli occhi e li riaprii dalla parte del finestrino, osservando Los Angeles.

Il viaggio fu calmo, nessuno parlò, ma ci eravamo calmati, questo era sicuro. Sistemai i capelli e deglutii quel nodo secco che mi si era formato in bocca.

"Potete scendere ragazzi."

***

perché hai scelto me?~bill kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora