𝑷𝒊𝒏𝒌𝒚 𝒑𝒓𝒐𝒎𝒊𝒔𝒆

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Solo una mente educata può capire un pensierodiverso dal suo senza la necessità di accettarlo-Aristotele

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Solo una mente educata può capire un pensiero
diverso dal suo senza la necessità di accettarlo
-Aristotele

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Eccomi nuovamente qui, davanti a casa di Jeremiah Dillard, per recuperare quello zuccone di mio fratello. Stessi identici passi di sempre: irrompo nella villa, spalanco le porte del soggiorno ma, stranamente, non vi trovo nessuno. Non c'è nemmeno una domestica che possa darmi spiegazioni quindi, approfittando dell'occasione, mi avventuro su per la scalinata.

I piani della casa sono tre, quello al pian terreno più ampio, quello al primo piano credo ospiti le camere da letto padronali e quelle un po' più piccole per eventuali visitatori. Al secondo piano non ho idea di che cosa ci sia; non sono mai riuscita ad arrivarci.

Arrivata al primo piano, dal fondo del corridoio provengono dei suoni gutturali e dei gemiti. La parte razionale di me mi sta gridando di farmi gli affari miei, di scendere le scale e aspettare pazientemente in soggiorno. Ma quella istintiva e curiosa, ah, quella parte mi sta scongiurando di andare a vedere cosa sta succedendo. Mi sta pregando di sbirciare dentro a quella camera giusto per prepararmi al futuro perché comunque certe cose le farò anch'io quindi tanto vale essere un minimo preparati.

Senza accorgermene sto già socchiudendo la porta quel tanto da permettermi di sbirciare. Inizialmente non ne capisco molto, riesco a vedere il letto matrimoniale, le coperte blu sfatte e le lenzuola che si muovono freneticamente. Oh ecco finalmente vedo qualcosa! Un corpo di spalle, sembra essere Jeremiah e davanti a lui, sempre di schiena, c'è qualcun altro ma non riesco a capire chi sia la fortunata.

«Tatiana!» mi sento chiamare dalle scale. Nell'angolo più peccaminoso del mio cervello, spero che i due amanti non abbiano sentito la voce di mio fratello, i suoi passi sempre più vicini. Ma purtroppo non è così, Jeremiah si ferma e guarda l'uscio da sopra la spalla. Credo mi abbia visto perché apre la bocca in una "O" enorme.

La sua concubina, incuriosita dal perché si siano fermati, alza un po' la testa e lo guarda, mostrando il suo viso ai miei occhi. In questo preciso istante capisco che, a volte, dovrei imparare a zittire la mia curiosità e fare come mi dice quella piccola parte razionale di me: nella stanza non c'è una bella ragazza dalle forme sinuose, i capelli lunghi e gli occhi da cerbiatto che sta consumando un rapporto carnale con il migliore amico di mio fratello, bensì mi si svela un giovanotto dai capelli neri come la pece e gli occhi scuri vogliosi di concludere il rapporto sessuale che io ho interrotto.

«Cosa ci fai qui?!» mio fratello mi è dietro le spalle ma la sua voce sembra distante anni luce.

La maniglia mi sfugge e una corrente d'aria fa spalancare la porta. Sono pietrificata e, stavolta, quelli ad avere bocca e occhi sbarrati siamo io, Jeremiah e il suo compagno.

I due amanti si staccano con un balzo, si rimettono le brache e mi guardano. Jeremiah avanza qualche passo, l'altro ragazzo resta dall'altra parte della stanza.

La principessa TatianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora