𝑳𝒂 𝒃𝒐𝒏𝒕à 𝒅𝒊 𝑯𝒐𝒏𝒆𝒚

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Sarai uno dei ricordi più belli della mia vita

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Sarai uno dei ricordi più belli della mia vita.
Quando non farai più così male.

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Mi ci è voluto un giorno intero per riuscire a capacitarmi di non essere morta a causa di quel quadrupede imbizzarrito. Quando sono smontata da cavallo, ero bianca come un lenzuolo e quindi mi sono dileguata alla svelta. Tornata a casa, ho sperato che la giornata trascorsa con il barone mi avesse fatto capire che la mia è stata proprio una pessima idea. Ma stamattina, svegliandomi, mi sono resa conto che io lo voglia o no su una cosa il barone Jonah Lowy ha ragione: sono testarda come un mulo. Jonah Lowy mi incuriosisce, c'è poco da fare. Mi ha attratta a lui dal primo istante e io non posso fare niente se non arrendermi alla mia mente e approfittare dell'assenza dei miei genitori per divertirmi un po'.

Non ho idea di dove sia scomparso mio fratello ma è da domenica sera che non lo vedo. La sua assenza dovrebbe preoccuparmi ma credo che se fosse qui si sarebbe già messo a fare domande sulla mia, di assenza, quindi tanto meglio così.

Stamattina sono arrivata più tardi e non c'è stato nemmeno bisogno di fare irruzione nella reggia del barone poiché me lo ritrovo seduto sulle scale d'ingresso intento a fumarsi una sigaretta.

Quando fermo la macchina davanti a lui, sbarra gli occhi.

«E voi che ci fate qui? Non vi è bastata l'esperienza dell'altra mattinata?»

«Signor Lowy, vi devo dare ragione» mi accingo a spegnere la macchina quando mi ferma scattando in piedi.

«Non la spenga, mi spiegherà tutto intanto che andiamo. È arrivata giusto in tempo, mi accompagnerà in un posto. Le indico io la strada, non si preoccupi» in men che non si dica mi raggiunge al posto del passeggero. Il finestrino abbassato per far uscire il fumo della sigaretta e far entrare aria pulita. Lo accontento, speranzosa che non attenti nuovamente alla mia vita.

«Riguardo a che cosa mi dovete dare ragione?» lo sguardo attento sulla strada.

«Sulla mia testardaggine» borbotto timidamente.

«Mi dispiace ma non vi seguo. Volti qua» indica la strada sulla destra e io eseguo.

«Sul fatto che sono testarda...» cerco di fornirgli più delucidazioni possibili. improvvisamente, sembra illuminarsi come una lampadina. Mi guarda per una frazione di secondo e poi torna sulla strada.

«Io non vi ho detto che siete testarda. Io vi ho detto che siete testarda come un mulo, c'è differenza» precisa.

«Non credo ci fosse bisogno di specificare.»

«Oh, invece sì. Una persona testarda si sarebbe arresa molto prima di lei, voi avete continuato a insistere come un mulo. Ma non vi offendete: per alcuni, la vostra testardaggine, potrebbe essere vista come affascinate. E per l'amor di Dio, premi quel dannatissimo acceleratore» sbatte una mano sul cruscotto e lancia un'occhiata ai miei piedi occupati a manovrare i pedali. SObbalzo ma cerco di non darlo a vedere.

La principessa TatianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora