𝑳𝒂 𝒇𝒆𝒍𝒊𝒄𝒊𝒕à 𝒗𝒂 𝒗𝒊𝒔𝒔𝒖𝒕𝒂 𝒊𝒏 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐, 𝒊𝒏 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒊𝒔𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆

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Siamo tutti nati nel fango,ma alcuni di noi guardano verso le stelle

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Siamo tutti nati nel fango,
ma alcuni di noi guardano verso le stelle.
-Oscar Wilde

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Il re e la regina hanno lasciato il castello domenica mattina, al sorgere dell'alba. Io e mio fratello li abbiamo salutati la sera prima, prima di andare a dormire. Entrambi abbiamo trattenuto la gioia ma quando l'auto è sparita all'orizzonte ci siamo scambiati un grande sorriso, in fondo per noi sarà una settimana di vacanza; liberi dai doveri reali e dalle regole imposte dai nostri genitori.

Quando siamo rientrati nella sala da ballo, la servitù stava già ripulendo tutto quanto ma noi abbiamo detto loro che avrebbero potuto pensarci l'indomani mattina; d'altronde è stata una serata molto stancante.

Abbiamo guardato i domestici lasciare la stanza e chiudersi la porta alle spalle. Brodie è corso all'istante verso il tavolo del buffet e ha preso un paio di bottiglie di vino. Dopo averle aperte me ne ha data una e abbiamo brindato a quella settimana di pura libertà.

Poi siamo andati nel giardino reale, in un punto dove c'erano poche decorazioni e la natura non era stata contaminata, gli ho raccontato alcuni aneddoti sui fiori che erano sbocciati col sorgere della luna.

Si è addormentato tra una bevuta e uno sbadiglio, io mi sono lasciata andare tra le braccia di Morfeo al levarsi del sole, le prime luci dell'alba che mi accarezzavano le gambe, i fiori che salutavano la loro regina; pronti a incontrarla la sera successiva.

Brodie sostiene di non annoiarsi quando gli parlo dei miei amati fiori notturni ma, nonostante ciò, si addormenta ogni volta. Quando, invece, tento di raccontargli qualche aneddoto sugli insetti, beh, mi guarda schifato come tutti quindi smetto all'istante di parlarne. Non posso costringerlo ad ascoltare cose che per lui sono disgustose.

Mi faccio portare la mia auto bianca e quando l'autista mi chiede per l'ennesima volta: «Non vuole che l'accompagni, principessa?», sbuffo sonoramente e salgo in auto.

Tra una sigaretta e l'altra, con il sorgere del sole raggiungo la zona che mi era stata indicata alla festa dal marchese Dominic Walter. A diversi chilometri di distanza posso intravedere il tetto di quella che sembra essere una casa molto grande e altezzosa per un semplice barone.

Parcheggio l'auto ai piedi della villa e busso all'imponente porta d'ingresso. Ad aprirmi è un maggiordomo impettito, come tutti i maggiordomi, e con il naso all'insù che mi guarda. Due lunghi baffi bianchi, la testa praticamente calva e un completo elegante.

«Sì?»

«Buongiorno. Sto cercando il barone, dovrebbe vivere qui o almeno così mi ha detto il cugino. È alto circa così, capelli e occhi scuri» sposto la mano in un punto non ben definito sopra la mia testa nel tentativo che tale futile informazione possa aiutare. «Sa non sono mai venuta in questa parte della campagna ma mi sembra l'unica residenza da qui a chilometri di distanza, forse fino al prossimo paesino quindi la casa dev'essere codesta.»

La principessa TatianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora