𝑭𝒊𝒅𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝒎𝒆

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He is my secret

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He is my secret.
My beautiful little secret.
- Anonymous

🎀

Ho guardato la macchina di mio fratello allontanarsi, fino a diventare un puntino bianco in mezzo a tutto quel verde e solo quando sono stata sicura che se ne fosse andato veramente sono tornata in macchina. Da allora, non faccio che pensare alla discussione che mi aspetterà stasera, a quando dovrò scoprire le mie carte e concedere a mio fratello quel minimo di verità che gli servirà a tranquilizzarsi.

Sono ancora in macchina, ferma fuori dalla casa del barone da diversi minuti. Ho parcheggiato, tolto la chiave dal quadrante e poi me ne sono rimasta qui, ferma, con le mani aggrappate al volante.

Mi prendo qualche minuto per fare dei respiri profondi, da quando devo rendere conto a mio fratello di ciò che faccio durante la giornata, dei miei spostamenti? Come diamine ci sono finita in questa situazione?

Cerco di arginare il più possibile la questione e una volta che ci sono riuscita, scendo dall'auto. Sono pronta a bussare, come mio solito, a questo portone che ormai conosco a memoria. Porto la mano a mezz'aria e sto per toccare il legno massiccio quando l'uscio mi si spalanca davanti.

Ad accogliermi c'è il sorriso smagliante del barone, sullo sfondo intravedo un Charles che alza gli occhi al cielo e si dilegua sbuffando. Trattengo una risata, che personaggio buffo.

«Buongiorno!» mi saluta Jonah.

«Buongiorno, come mai tutto questo entusiasmo? Sentivi la mia mancanza?» lo punzecchio, entrando in casa. La porta che si chiude dietro di me.

«Posso lasciartelo credere, se vuoi. Oggi dobbiamo fare una cosa?» mi sorpassa, dirigendosi verso il salotto con me al seguito.

«Ah sì? Che cosa?» indago curiosa.

«È una sorpresa.»

Sbuffo: ho sempre odiato le sorprese, la loro attesa continua e non sai mai se l'oggetto della sorpresa ti piacerà oppure no. Nel caso in cui ti piacesse, saresti tranquilla perché ti basterebbe mostrare la tua reazione più spontanea ma se il regalo non ti dovesse piacere, dovresti mentire per non offenderne l'artefice. Ed io, beh, non sono proprio brava a mentire.

«Oh, non farmi il broncio. Ora, mettiti questa» mi dà un buffetto sul mento e poi mi piazza davanti agli occhi una salopette grigia sbiadita e che sembra non essere lavata da un bel po'.

«Perché?» la guardo dubbiosa e mi rifiuto di prenderla tra le mani.

«Fidati di me. Forza, vai in bagno e mettila. Con questa, eviterai di sporcarti. In bagno c'è anche una maglietta che dovrebbe andarti bene, mettila sotto» è tanto entusiasta, non so se la cosa dovrebbe spaventarmi o incoraggiarmi a darmi una mossa.

«Forza vai!» mi esorta vedendo che la mia espressione non cambia e che non sembro disposta a fare un passo.

Con una leggera incertezza, faccio come mi dice: entro in bagno, mi chiudo la porta alle spalle, sfilo il bellissimo e comodo vestitino rosa e mi infilo gli indumenti che mi ha dato Jonah.

La principessa TatianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora