𝑫𝒐𝒗𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒂𝒕𝒕𝒆𝒏𝒕𝒂 𝒂 𝒅𝒐𝒗𝒆 𝒔𝒊 𝒔𝒊𝒆𝒅𝒆, 𝒔𝒊𝒈𝒐𝒓𝒊𝒏𝒂

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Comprendimi.
Io non sono come un mondo ordinario.
Ho la mia follia, vivo un'altra dimensione e
non ho tempo  per cose che non hanno un'anima.
-Bukowski

🎀

Non sono mai stata una persona paziente, questo lo devo ammettere. Non lo ero quando dovevo aspettare che i biscotti si raffreddassero prima di mangiarli altrimenti mi sarei scottata. Non lo ero quando la mamma mi diceva che non si poteva avere tutto e subito. Non lo ero quando per avere un regalo dovevo aspettare il compleanno o le feste. E si deve dire che con il tempo non sono cambiata molto anzi, se possibile, sono peggiorata. Se vogliamo fare un esempio pratico, si può dire che quando si tratta di imparare a cavalcare e il cavallo non collabora, beh, tendi a metterci molto più del dovuto perché un po' sei impaziente, un po' non sai cavalcare e un po' il cavallo non si muove.

Saranno due ore che me ne sto ferma qui, sopra questo ronzino e cerco di incoraggiarlo a muovere un passo dando dei colpetti con i piedi ai suoi fianchi ma niente. Ogni tanto, fa ondeggiare la coda o scuote il collo per scrollarsi di dosso le mosche ma di accontentarmi proprio non ne vuole sapere.

Sto emettendo l'ennesimo sbuffo quando una risata attira la mia attenzione.

«Sai, per imparare a cavalcare, dovresti farlo muovere» Jonah si è proprio svegliato allegro stamani. Mi guarda dalla veranda che dà sul retro, una mano in tasca e l'altra impegnata a tenere una sigaretta.

«Fin lì c'ero arrivata» gli paleso. «Ma questo ronzino non fa come gli dico.»

Socchiude gli occhi e si sporge oltre la ringhiera: «Signorina Savage.»

«Sì?» stavolta sono preparata all'ennesima battuta.

«Quello non è un ronzino ma un somaro...non se ne accorta?» mi raggiunge dentro al recinto.

«Vorrei ribadire ancora una volta che io sono una snob e perciò non mi sembra ci sia una gran differenza tra somaro e ronzino. Insomma, hanno entrambi quattro zampe, si cavalcano tutti e due, hanno due orecchie. Sono molto simili»

Il barone si limita a sospirare e mi dà una mano per smontare. A grandi falcate si dirige verso la piccola stalla poco distante e io fatico a stargli dietro.

«Vorrà dire che imparerà intanto che andremo nei campi, avete avuto due ore per apprendere e io non posso perdere altro tempo signorina.»

«Spero di non morire» mormoro.

«Sarà meglio per voi, non voglio dover seppellire il cadavere di un membro della famiglia reale!» sbuffa.

«A sapere che mi avreste invaso casa, non vi avrei di certo parlato sabato sera. Il mio non era di certo un invito, vorrei fosse chiaro.»

«Tanto lo so che in fondo si sta divertendo> mi guardo le unghie, disinteressata dalle sue lamentele.

«George!» urla. In pochi secondi sbuca un uomo di mezz'età con una salopette di jeans sporca, il cappellino verde e la fronte tutta sudata.

La principessa TatianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora