𝑸𝒖𝒂𝒍𝒄𝒖𝒏𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒊 𝒂𝒔𝒄𝒐𝒍𝒕𝒊

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A volte non hai bisogno di qualcunoche ti alzi da terra, ma di qualcunoche si sdrai al tuo fianco fino a quandonon sarai in grado di alzarti

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A volte non hai bisogno di qualcuno
che ti alzi da terra, ma di qualcuno
che si sdrai al tuo fianco fino a quando
non sarai in grado di alzarti.
-Anonimo

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Oggi è un grande giorno. Oggi, dopo un mese, faccio ritorno a casa della marchesina, la mia nuova e unica amica. L'ultima volta non ci siamo proprio definite tali ma le lettere che ci siamo scambiate dal nostro incontro mi suggeriscono che tra di noi è nata una bell'amicizia.

Anche stavolta, mi sono fatta accompagnare da Gideon e ne ho approfittato per aggiornarlo su l'ultimo incontro avuto con Charlotte. La storia dei pettegolezzi è sbucata fuori nuovamente e oggi, ho deciso, che voglio andare in fondo a questa storia.

Varcata la porta del salotto, il medesimo dove ci eravamo accomodate la volta scorsa, vengo sommersa dai saluti della marchesina e delle sue governanti che, presto, ci lasciano da sole di modo che possiamo parlare più tranquillamente.

Le formalità vengono presto messe da parte e Charlotte si perde nell'aggiornarmi su tutte le migliorie che le sue donazioni hanno portato nei bassifondi, sulle persone che ha ospitato in casa sua intanto che costruivano le nuove palazzine. Mi ha raccontato ogni singola cosa con così tanto entusiasmo da contagiarmi con la sua allegria.

«Sai, mi fa piacere parlare con qualcuno di queste cose» esordisce.

«Anche a me fa molto piacere» le sorrido. Mi guarda, le labbra incorniciano un sorriso perfetto, gli occhi luminosi che si perdono nei miei ma poi...accade qualcosa: i suoi occhi, gradualmente, si spengono, il sorriso si ritira un poco, lo sguardo che scivola sul tappeto pregiato sotto il tavolino da caffè.

«In realtà, adesso che ci penso, mi piace anche solo parlare con qualcuno. Non importa di cosa, solo...parlare: era da tanto tempo che non accadeva» mormora.

«Come mai, se posso chiedere» domandai delicatamente. I suoi tornano sul mio viso dove, ad accoglierla, trovano solo un sorriso colmo di rassicurazione. Tuttavia, le sue labbra si piegano in un sorriso malinconico che si abbina perfettamente ai suoi occhi chiari: «Sono sicura che lo sai già, principessa» c'è ovvietà nella sua risposta, forse anche un pizzico di rassegnazione.

«Le voci...» esala in un sospiro che la percorre da capo a piedi. Poggia la tazzina del tè sul tavolino e si lascia andare contro lo schienale del divano.

«Sai, non conosco altra cosa più dannosa dei pettegolezzi» i suoi occhi si perdono tra i motivi che decorano il soffitto ma poi la mia figura la incuriosisce nuovamente e la sua attenzione torna su di me: «Tu li hai uditi...dico bene?» il suo sguardo si è fatta sospettosa, il sopracciglio inarcato. Sono certa che la risposta la conosca già.

«Sì, Charlotte» ammetto abbandonando la mia tazzina accanto alla sua.

«Allora cosa ci fai qui? Perché sei qui?» è sulla difensiva.

La principessa TatianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora